La prima uscita di Edin Dzeko con la maglia dell'Inter ha offerto buone indicazioni tattiche. Il bosniaco, come riferisce Gazzetta dello Sport, si è trovato subito a suo agio negli schemi di Simone Inzaghi: "Come se ci fosse sempre stato. La prima di Edin Dzeko ha impressionato abbastanza per la naturalezza con cui il bosniaco si è calato nell’Inter e per come ha cominciato a cambiarne lo sviluppo del gioco. Dzeko, in campo per 45 minuti, ha fatto subito quel che meglio gli riesce, il regista offensivo. È venuto incontro, ha appoggiato all’indietro o di lato per far partire un’azione, è risalito per farsi trovare in area. Ha svariato, ha “aperto” corridoi, attaccato la porta. Andrà rivisto in contesti meno amichevoli, ma la prima sensazione è stata buonissima, nella calura di Monza si è intuita la sagoma di un’Inter diversa, meno potente e filante, più portata al tocco e al ragionamento.
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Dzeko ha fatto reparto da solo, ha dialogato con Calhanoglu e Sensi, i trequartisti intercambiabili, e con Barella. Sensi e Barella, due piccoletti, parevano attratti dal nuovo torrione offensivo... Gli errori pacchiani sotto porta sono la linea d’ombra del bosniaco, nel suo passato se ne scovano di giganteschi, come se in quei frangenti una vena di emotività gli incrinasse la glacialità naturale. Segnare gol difficili e sbagliarne di facili è tipico di certi grandi attaccanti. Aspettando le partite vere, l’Inter può sperare che la transizione da Lukaku a Dzeko sia meno penalizzante di quello che tanti pronosticano".
Barella promosso a pieni voti, tra i rimandati c’è Calhanoglu: “Nessuna bocciatura, solo un naturale processo: ai colleghi risulta tutto facile, lui qualcosa sbaglia”.
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