VIVERE LE PARTITE - "Da quando sono ritornato all’Inter, pian piano giocando anche partite di un certo livello, ho imparato a gestire le emozioni e diciamo che anche da quel punto di vista lì sono sono cresciuto molto. Prima ovviamente giocare con il Barcellona o con il Real Madrid, che non era una cosa da tutti i giorni, era incredibile. Poi diventa un’abitudine ed è quasi brutto da dire ma diventa la normalità. Giocare quelle partite lì è anche un po’ la cosa bella di diventare professionista".
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PARTITA CON BRIVIDO - "L’ultimo derby è stato bello emozionante, anche perché era una partita che poteva darci tantissimo o poteva toglierci qualcosa. Poi sappiamo quello che è successo dopo quindi… Però è stata una delle più emozionanti".
ESORDIO IN CHAMPIONS - "L’esordio in Champions è stato un po’ amaro perché ho giocato con il Real e abbiamo perso 1-0, quindi non è stato tra i migliori. L’inno della Champions è unico, ti dà vibrazioni detto che non si possono paragonare a nulla, a parte qualcuna con la Nazionale. È stato molto emozionante, però poi dopo la partita l’emozione viene quasi cancellata".
SCONFITTA - "Quando la distanza tra una partita e l’altra è di una settimana ci metto un paio di giorni per recuperare dopo una sconfitta… E non sono in down, sono proprio incazzato. I miei amici mi guardano in faccia e sanno già come sto. Quando invece giochiamo dopo qualche giorno devi azzerare subito tutto. Fortunatamente l’anno scorso ne abbiamo perse davvero poche ed è stato facile".
TIFOSI - "È anche difficile guardarla da fuori perché io vado in campo cercando di essere me stesso, siamo professionisti, ovviamente per me l’Inter è una cosa bellissima e cerco di dare il massimo per la maglia che indosso. Per me la maglia dell’Inter va trattata coi guanti, l’ho detto e lo penso veramente".
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