SOPRANNOME - "È nato quando sono tornato all’Inter dopo Verona. Chi mi ha chiamato per primo così? Il mister, Inzaghi. Gli è nata così dal nulla e da lì sono diventato Dimash per tutti. Il cappellino lo abbiamo fatto quando abbiamo vinto il campionato e ce lo siamo portati avanti. Il soprannome Whisky? No, ormai quello fa parte del passato".
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INIZI - "Sono andato all’Inter a otto anni, poi da lì ho fatto tutta la trafila fino all’esordio in prima squadra. Alla fine il lavoro paga, ho sempre cercato di stare zitto, lavorare e alla fine sono arrivato dove sono arrivato".
PRIMA SQUADRA - "Ho cominciato ad andare in prima squadra che c’era Mazzarri, c’era ancora qualcuno del Triplete, era l’ultimo anno di Zanetti. Quando sei così giovane hai gli occhi a cuori per tutto, soprattutto vedere Milito dopo quella doppietta in finale di Champions è stato davvero emozionante. Com’erano loro nei miei confronti? Io andavo lì ad allenarmi e basta, sono stato convocato per la prima volta con Mancini. Poi ho fatto l’esordio in Europa League e a fine campionato ho esordito in campionato contro l’Empoli. Ho esordito prima in Europa che in Italia, ma per me era indifferente. L’importante era esordire con la maglia dell’Inter".
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