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✅ LINEA D’ATTACCO – Esterni offensivi, seconde punte e bomber di razza: dove vincere il fantacalcio.
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✅ LINEA D’ATTACCO – Esterni offensivi, seconde punte e bomber di razza: dove vincere il fantacalcio.
A: attaccante di raccordo (ala totalmente dedicata alla fase offensiva o classico numero 10 a ridosso del centravanti);
Pc: punta centrale (prima punta, sia di stazza che di movimento).
A – Dybala, Mertens, Insigne, Iago Falque, Under, Gomez, Kluivert, Berardi, Keita, El Shaarawy, Pjaca, Politano, Mirallas, Thereau, Niang, Machis, Farias, Ciano, Brignola, Sau, Pandev, Karamoh, Palacio, Siligardi, Ounas, Meggiorini, Da Cruz, Baraye, Okwonkwo, Edera, Pucciarelli, Younes, Sottil, Zekhnini, Micin, Pedro Neto, Zanimacchia, Gervinho, Campbell.
La differenza con T e W sta nell’ancor minore dedizione alla fase difensiva di questa categoria; classici giocatori a cui è richiesto poco lavoro in fase di ripiegamento per poter essere lucidi ed incidere negli ultimi 20 metri. Il consiglio è di utilizzarli in un modulo che preveda un tridente d’attacco, come il 3-4-3 o il 4-3-3, in modo tale da poter sfruttare tutto il potenziale offensivo a loro disposizione al servizio di un’ulteriore punta centrale: una buona idea, per esempio, può essere puntare su un top in questa fascia ed affiancargli un Pc provinciale da doppia cifra.
22 gol, 5 assist, tunnel, fantasia, giocate da alieno: Paulo Dybala, signori. Chi prende il 10 bianconero, sappia di avere in mano una bomba ad orologeria, un giocatore che trascende l’essenza del gioco stesso: una macchina di talento in grado di chiudere la partita a secco o con una tripletta, ma comunque con l’impressione di poter incidere ancora e ancora. Pagarlo tanto, specialmente quest’anno che è arrivato Ronaldo, il quale monopolizzerà i bonus juventini, potrebbe risultare controproducente; ma pur non assicurando i numeri dei big del gol può essere determinante, chiedere a quei fantallenatori che lo scorso anno hanno alzato un trofeo grazie alla sua magia. Avere Paulo è un atto di fede. Sotto all’eletto di Laguna Larga si posizionano i due napoletani, uno d’origine e l’altro d’adozione: Insigne resta il 10 simbolico del Napoli, l’uomo di maggior talento che può accendere la luce quando il bel gioco non viene fuori, difficile rinunciarci. Mertens, invece, arriva alla prossima asta con più dubbi del solito per la scalata di posizioni di Milik e per la concorrenza spietata delle altre ali azzurre; l’impressione è che troverà comunque il suo spazio a prescindere, sia da esterno (ruolo nel quale Ancelotti ha dichiarato di preferirlo) che da prima punta: se i prezzi nelle vostre leghe sono al di sotto di quello che è il suo reale valore, regalatevelo! Si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero un ritorno in patria di Iago Falque, idolo dei fantallenatori dopo più di una stagione chiusa in doppia cifra; ci pare difficile, comunque, che il Torino possa privarsi di un giocatore così fondamentale nel progetto a pochi giorni dalla fine del mercato, senza avere tra le mani, peraltro, un sostituto. L’unica differenza dal passato sarà il ruolo un po’ meno esterno e più dentro al campo, però per Iago ci sarà ancora da combattere all’asta, probabilmente a prezzi anche più alti rispetto a quelli cui siete abituati, ma ne vale la pena. Gomez a livello di numeri ha un po’ deluso nell’ultima annata, lasciando scena e rigori ad Ilicic; l’età avanza anche per lui, ovvio, ma resta comunque il capitano e il punto di riferimento principale per i suoi compagni, magari con un turnover un po’ più calibrato riuscirà ad incidere sotto porta più prepotentemente. Attenzione al Dybala turco, Cengiz Under, che dopo mesi di ambientamento ha poi chiuso con 7 reti all’attivo: sarà coinvolto nelle rotazioni, ma se la Roma non prenderà un altro giocatore in quella zona del campo è il candidato numero uno al ruolo di ala destra, essendo l’unico mancino in rosa tra gli esterni di Di Francesco; con un po’ di continuità in più, può arrivare tranquillamente in doppia cifra. Di certo non se ne starà a guardare El Shaarawy, che soprattutto a partita in corso risulta spesso decisivo ed almeno 5-6 gol li porta sempre: da prendere come occasione a prezzi bassi. E Kluivert? Fiore all’occhiello del mercato giallorosso, segnatevi il nome, già peraltro abbastanza noto per meriti paterni, da cui però si discosta significativamente a livello tecnico: una classe sopraffina ed un cambio di passo fuori dal comune lo rendono unico così com’è, lo voleva mezza europa ma ha scelto Roma per giocare con continuità. Aspettatevi un percorso simile a quello di Under, se non più rapido, perché questo è un ragazzo (’99) di cui sentiremo parlare per anni: al fantacalcio mantra è da investimento rilevante, ma non da svenarsi, a meno che non usiate una modalità con le riconferme. Altro ragazzo prodigio, che ha attraversato però gli ultimi due anni in modo un po’ problematico, è Marko Pjaca: i mezzi sono eccezionali, ve lo dice chi lo ha seguito un po’ anche ai tempi della Dinamo Zagabria, se gli date fiducia verrete ricompensati; ha preso anche la 10 nella nuova avventura a Firenze, che personalità. Con lui arriva Mirallas, storico esterno dell’Everton pronto a subentrare e a rompere i tradizionali equilibri difensivi italiani con la sua velocità. Con questi due arrivi, viene da pensare che sia conclusa l’esperienza fiorentina di Cyril Thereau, cercato dalla Spal e vittima di veramente troppi problemi fisici per poterci puntare; probabile anche il prestito del giovane Zekhnini. Keita torna in Italia dalla porta principale: altro rinforzo per l’Inter, che lo preleva dal Monaco in prestito con un diritto di riscatto alto, 34 milioni; imprendibile due anni fa, da titolare o subentrante rimane comunque un giocatore devastante. C’era curiosità nel vedere su chi avrebbe puntato e chi, invece, avrebbe lasciato partire il Sassuolo: Berardi è ancor più di prima il centro del mondo neroverde, chissà che il nuovo allenatore non possa rilanciarlo; noi siamo testardi, ci penseremmo due volte prima di regalarlo all’asta, perché uno che fa 15 gol e 10 assist al primo anno di A non può improvvisamente regredire in maniera così drastica. Politano ha tentato invece il grande salto, approda in un’Inter rivoluzionata ed ora piena di giocatori offensivi: dovrà sgomitare, ma ha il vantaggio, come Under, di essere l’unico mancino tra quelli a disposizione di Spalletti. Caratteristiche molto, molto simili a lui, a Reggio Emilia lo sostituirà il ragazzino che ha incantato, un po’ a sorpresa, con la maglia del Benevento, quel Brignola che De Zerbi si è portato con sé e che quindi parte già con un bagaglio di conoscenze tattiche abbastanza pesante. Occhio. Per Niang il Torino ha rifiutato offerte provenienti dalla Francia economicamente sostanziose, eppure, al momento, non è un titolare. Attenzione a Machis, esterno dell’Udinese appena prelevato dal Granada, autore di un gol in Coppa Italia talmente bello per cui è stato scomodato addirittura il mito di Van Basten: il migliore del precampionato bianconero, tra i pochi che ci sentiamo di consigliare in Friuli. Farias e Sau combattono come ogni anno per un posto al fianco di Pavoletti, nettamente in vantaggio il primo. Nonostante l’arrivo di tanti ragazzi giovani e promettenti, Pandev è ancora uno dei prediletti di Ballardini, che difficilmente se ne priva; non una prima scelta, ma può far tranquillamente parte delle vostre rose, in leghe numerose. Pucciarelli e Meggiorini, seconde punte, pagano il 4-3-3 di D’Anna e per il momento vedono solo posti a sedere; Baraye, DaCruz e Siligardi sono scelte secondarie nell’attacco del Parma, forse, tra i quattro, l’ultimo è quello che potrebbe avere più spazio per aver già fatto la categoria a Livorno. Ounas e Karamoh hanno talento da poter spaccare il mondo, ma sono veramente troppo, troppo chiusi per poterci puntare, magari da riconferme. Younes è arrivato a parametro 0 al Napoli ma si è infortunato gravemente, starà fuori 8-9 mesi. Okwonkwo, Sottil, Micin, Pedro Neto e Zanimacchia sono ragazzi, probabilmente andranno in prestito nelle ultime ore di mercato. Attenzione ad Edera, giustiziere della Roma in Coppa Italia e spesso subentrante nel Toro: ha segnato ad entrambe le romane, quando ha avuto la possibilità ha sempre fatto vedere buone cose; per caratteristiche, è l’erede di Iago. Bentornato Gervinho: dopo la furia che abbiamo ammirato in giallorosso e l'esperienza negli Emirati, si rimette in discussione in provincia, a Parma; Campbell noi italiani lo ricordiamo amaramente, ci eliminò dal Mondiale di Brasile col suo Costa Rica: arriva a Frosinone con tante belle speranze. Rispetto alle categorie superiori, andiamo controcorrente con due scommesse un po’ più attempate: Palacio è l’uomo imprescindibile dell’attacco del Bologna, Inzaghi l’ha sottolineato in conferenza stampa: in rossoblu gli altri attaccanti girano, lui rimane; unica incognita, la condizione fisica precaria e spesso problematica a livello muscolare, ma Don Rodrigo vuole tornare ad essere il cattivo dell’area di rigore. Vi siete mai cimentati nel fantacalcio della Serie B? Se sì, saprete benissimo che, negli scorsi anni, prendere Ciano equivaleva a prendere Dybala nel fantacalcio normale. Fuoriclasse da categoria cadetta, finalmente arriva in A, vedremo in quali vesti; dovrà lottare per un posto, ma è quello col maggior talento nell’attacco del Frosinone. Non vi fidate? Palermo-Frosinone, finale playoff di andata: vedere per credere.
Pc – Cristiano Ronaldo, Immobile, Icardi, Dzeko, Higuain, Belotti, Quagliarella, Simeone, Zapata, Milik, Antenucci, Lasagna, Defrel, Mandzukic, Pavoletti, Martinez L, Falcinelli, Schick, Cutrone, Petagna, Piatek, Caputo, Babacar, Favilli, Lapadula, Stepinski, La Gumina, Destro, Inglese, Paloschi, Perica, Barrow, Kownacki, Dionisi, Djordjevic, Santander, Ceravolo, Vizeu, Trotta, Cerri, Tumminello, Pinamonti, Kean, Mraz, Caicedo, Ciofani, Mchedlidze, Floccari, Cornelius, Kouamè, Pellissier, Moncini, Matri, Rodriguez A, Colidio, Salcedo Mora, Vlahovic, Graiciar, Jakupovic, Calaiò, Damascan, Odgaard, Scamacca, Arnaiz, Teodorczyk, Zaza.
L’unico criterio per essere inclusi in questa categoria è la posizione in campo: centralmente e nei pressi dell’area di rigore. Non contano, invece, le caratteristiche fisiche, è dunque indifferente che ci si trovi di fronte al tradizionale centravanti boa o al moderno falso nueve: sono tutti Pc. Prendere un top in questa categoria non è una possibilità, ma un dovere, specialmente al mantra. Ribadiamo il concetto: in questa modalità, avendo squadre più equilibrate è fondamentale avere un 11 titolare che faccia la differenza, con giocatori importanti in ruoli nevralgici. La scelta, poi, di come utilizzare questo tipo di giocatori, ovviamente sta a voi: c’è chi ritiene più vantaggioso giocare con una doppia Pc perché una coppia di attaccanti centrali assicura più gol; chi invece è convinto che serva una squadra equilibrata in tutti i ruoli, senza un grande nome, per poter competere ad alti livelli. Insomma, più che strategica, il modulo è una scelta filosofica: spesso vincente, spesso catastrofica. Non è facile dire oggi chi sarà il capocannoniere o chi farà meglio di un altro; proviamo ad analizzare, però, giocatore per giocare, trovando pro e contro per ognuno e tentando di capire insieme su chi conviene puntare.
È tutto vero, Cristiano Ronaldo farà parte del fantacalcio. Litigherete, combatterete, imbraccerete carta e penna come scudo e spada se necessario a conquistarlo. E potreste essere voi a fare l’acquisto più costoso di sempre, restando nella storia. Eppure, nel mantra può essere ancora più rischioso spendere quasi tutto per lui. Se già nel fantacalcio classic risulta complicato costruire una squadra di livello a fianco ed all’altezza del portoghese, immaginate in una modalità come mantra, in cui si è molto più limitati nelle scelte per ogni singolo ruolo ed in cui irrimediabilmente i prezzi aumentano in misura considerevole. Il mantra nasce come strumento di equilibrio, come risposta agli eccessi della modalità classic, sia collocandosi, a livello ideale, strategicamente contro formazioni irrealizzabili su un campo di calcio reale (e parteggiando, anzi, a favore di interpretazioni tecnico-tattiche sempre più rispondenti alla realtà), sia ponendosi eticamente contro un’eccessiva valorizzazione dei giocatori offensivi a discapito di quelli difensivi. Ora, se è vero che indubbiamente, anche in questa modalità, gli attaccanti conservino un ruolo preponderante, è altrettanto vero che è impensabile costruire una squadra che punta a vincere minimizzando la centralità di altri ruoli e stanziando la quasi totalità del proprio budget per acquistare un giocatore sì determinante, ma non decisivo. Per questi motivi, al mantra il consiglio è questo: se ritenete di poter fare un’asta all’altezza in tutte le zone del campo e poi, come ciliegina sulla torta, riuscite ad avere ancora un gruzzoletto tale da regalarvi Ronaldo, allora dovete prenderlo; altrimenti, rischiate di dipendere da un solo giocatore e può non convenire. Ovviamente il discorso è concettualmente generale, ma inevitabilmente relativo: ogni dinamica di prezzo/giocatore varia di asta in asta, per cui siete voi a dovervi rendere conto di quale sia la soglia superabile o meno per ogni calciatore, tenendo sempre conto dell’andamento complessivo del mercato e dei suoi partecipanti; così come è altrettanto relativo il fatto che noi ci siamo soffermati su questo punto avendo come unico riferimento Ronaldo, ma è un concetto chiaramente estendibile a tutti gli attaccanti di prima fascia e non solo al portoghese. Quindi da prendere sì, ma solo se potete avere una buona squadra. Al mantra ancora più che nel classic.
Tornando ad un’analisi puramente tecnica (e non strategica), ovviamente non c’è neanche da domandarsi quanto sia giusto puntare su CR7, per lui parlano i numeri: 5 volte Pallone d’Oro, record di gol in Champions League e via dicendo. Un extraterrestre. Peccato che al mantra sia solo Pc, da A sarebbe stato ancor più devastante. Alle spalle di Cristiano, troviamo i due capocannonieri dello scorso anno, certezze assolute di gol (e di spesa): Immobile è stato incontenibile, 29 gol e 9 assist in una stagione da incorniciare, finalizzatore supremo di una Lazio che in campo volava e volerà; da confermare, perché “Ciro is on fire”. Icardi è al vertice ormai da anni e sarà il capitano dell’Inter più forte del post Triplete, l’unico pericolo proviene dal fatto che giocherà per la prima volta la Champions League e non sappiamo come verrà gestito da Spalletti; che nel frattempo ha fatto una meravigliosa scoperta chiamata Lautaro Martinez: tecnica, dribbling nello stretto e soprattutto quell’immancabile garra tutta argentina che a questi livelli fa la differenza. Un gioiello che farà rifiatare Maurito e gli guarderà le spalle in un’ipotetica, quanto necessaria se i presupposti sono questi, coabitazione. Da investirci anche da solo come jolly, può fare veramente bene e ci puntiamo tantissimo. Parte più indietro nella nostra lista di preferenza Dzeko, che ha quasi dimezzato i gol dell’anno precedente, probabilmente anche a causa del lungo percorso romanista in Champions League; per l’anno prossimo è comunque uno dei top, perché Edin rimane Edin, la Roma è sempre più forte ed i compagni sono, per caratteristiche, quasi tutti più assistmen che non finalizzatori. Sulla carta la sua riserva è Schick, il migliore dei suoi nella preseason, ma non è escluso che possano giocare anche insieme in determinate partite (vedi la gara contro il Barcellona); per lui vale lo stesso discorso di Lautaro, sono giocatori talmente forti e promettenti che è un peccato considerarli solo riserve. Il Pipita torna ad essere il sole di un intero sistema, il mondo Milan ripone in lui se non tutte, molte speranze di tornare agli antichi fasti; di sicuro è totalmente diverso dai recenti 9 rossoneri, Gonzalo è in grado di sbrogliare la matassa da solo in partite difficili e rappresenta la punta dell’iceberg di un movimento comunque in ripresa. Higuain è sempre Higuain. Dai suoi movimenti, da insegnare nelle scuole calcio, potrà trarre sicuramente insegnamento Cutrone, ragazzo promettentissimo e che ha dimostrato in questo primo anno di A di poter competere ad alti livelli: crescerà, senza fretta. Molti sottovalutano Milik, che per il momento è l’attaccante titolare del Napoli: Ancelotti gradisce un tipo di centravanti così robusto, senza dimenticare che Arek è tornato a segnare con continuità, dopo un doppio infortunio al ginocchio, con una facilità estrema; ha il gol nel sangue, d’altronde anche con la Polonia è Lewandoski a girare intorno a lui e non viceversa. Emblematico, direi. Anno quasi da dimenticare invece per Belotti, c’è chi ha speso tanto per alzare la cresta ed è rimasto deluso dal rendimento di Andrea; i segnali, in quest’estate particolare, sono buoni, anche in Coppa Italia ha dimostrato che sta lavorando duramente e ne ha raccolto parzialmente i frutti (doppietta); di certo non vale la spesa di tutti i nomi sopra citati, ma non è neanche un attaccante qualunque: il Gallo vuole tornare a cantare. Simeone capitaneggia la lunga lista di attaccanti “normali”, provinciali da doppia cifra e non che sono buone idee se avete già preso un top in una zona del campo più arretrata. Il Cholito ha fame e voglia di imparare, può solo migliorare e continuerà a crescere perché possiede una propensione al lavoro straripante: forse ancora un po’ discontinuo sotto il profilo realizzativo, ma la tripletta con cui ha condannato il Napoli potrebbe averlo sbloccato mentalmente, chissà che non sia l’anno giusto per esplodere definitivamente. Quagliarella ha realizzato 19 gol, numeri altamente sopra le più rosee aspettative: ripetersi sarà difficile, anche perché la Samp appare un po’ indebolita, ma i suoi gol li farà sempre. Da Genova è invece andato via Zapata: 24 milioni spesi per lui dall’Atalanta, stessa cifra che aveva intascato il Napoli dalla Sampdoria un anno prima. Le sue caratteristiche fisiche si sposano alla grande con quelle tecniche di Gomez ed Ilicic, può fare tanto bene. Antenucci con i suoi gol ha salvato la Spal: ora conosce meglio la categoria, ma ha anche una primavera in più sulle spalle, proverà a ripetersi. Il suo compagno di reparto probabilmente sarà Petagna, storicamente non un bomber, ma adatto ad una squadra che deve lottare per salvarsi. Floccari, Paloschi e Moncini decisamente più indietro. Lasagna è uno dei pochi salvabili nel caos Udinese, passato e presente, però in doppia cifra può arrivare ugualmente; come Pavoletti, veramente affidabile dal punto di vista del numero di gol. Falcinelli sembra essere il compagno ideale di Palacio, è stata una richiesta esplicita di Inzaghi ed ha dimostrato di saper agire meglio in un attacco a due piuttosto che come unico riferimento offensivo. Destro si è stirato e salta sicuramente almeno le prime due giornate, ma non sembra comunque essere il titolare designato; poi c’è anche il nuovo acquisto Santander, con caratteristiche però totalmente diverse, da lottatore. Inglese sta firmando col Parma, attenzione perché adesso cambia tutto per lui al fantacalcio: può essere un ottimo attaccante di una piccola da poter alternare con un altro dello stesso livello. Calaiò è squalificato per calcio-scommesse e Ceravolo non ha dimostrato di poter essere da A; Pinamonti scommessa del Frosinone, con tanta concorrenza. Nel Chievo partono alla pari Djordjevic, da cui si attende una reazione dopo la sfortunata parentesi laziale, e Stepinski, riscattato dal Nantes per quasi 5 milioni e su cui Campedelli ha puntato particolarmente; e poi c’è sempre la chioccia Pellissier, che giocherà un altro anno ancora. Babacar in questo momento fa la panchina a Boateng ed in tanti anni non è mai riuscito a ritagliarsi un posto da titolare tra Firenze e Reggio Emilia; anche Trotta non trova spazio. Capitolo neopromosse: nel 3-5-2 di Longo, a Frosinone c’è spazio solo per due attaccanti tra il già citato Ciano, Dionisi e (Daniel) Ciofani (al rientro da un grave infortunio); in più è arrivato anche Perica dall’Udinese, dove invece è sbarcato Vizeu, finora oggetto misterioso. Ad Empoli Caputo-La Gumina sono la coppia del gol, re dei bomber in B, ma di cui andrà valutato il rendimento in un campionato più difficile; Mchelidze, Rodriguez e Mraz le alternative. Kownacki e Defrel si giocano un posto al fianco di Quagliarella, si alterneranno a seconda del tipo di gara, anche se non è da disdegnare l’ipotesi Ramirez più Caprari. Lapadula, Matri, Kean e Cornelius sono esuberi in cerca di una nuova sistemazione; Colidio, Salcedo Mora, Vlahovic, Graiciar, Jakupovic, Odgaard e Scamacca sono ragazzi, probabilmente andranno in prestito. Damascan è un’alternativa in più a Belotti, come Tumminello per Zapata; Caicedo è il vice Immobile per il momento, ma aspettiamo la fine del mercato. Kouamè è stato un investimento di ben 5 milioni per il Genoa: arriva dal Cittadella, può agire sia da punta nel 3-5-2 che da esterno nel 3-4-3. Cerri studia alla corte di Pavoletti, ha le stesse caratteristiche e può giocare qualche spezzone insieme a lui o titolare in sua assenza. Arnaiz ennesimo acquisto offensivo del Frosinone, Teodorczyk centravanti dal passato importante all'Anderlecht che potrà dare il cambio a Lasagna o conviverci: assolutamente meglio il secondo. Zaza per sgomitare al fianco di Belotti a Torino, specialmente in caso di addio di Iago Falquè, per un attacco tutto muscoli.
Concludiamo la nostra guida all’asta con quattro nomi, ognuno con una propria storia. Partiamo da Mandzukic: nell’estate in cui l’attenzione mediatica internazionale si è concentrata sull’arrivo in Italia del giocatore più forte del mondo, qualcuno si dimentica del vero imprescindibile per Allegri; uno che in panchina difficilmente si siede, uno che sfrutterà il lavoro di Ronaldo per segnare ancor di più, perché si sente un attore protagonista, da oscar, e non una comparsa. Perciò, in un fantamercato in cui tutti saranno obnubilati da CR7 e Dybala, prendere Mandzukic (e pagarlo almeno 1/5…) non sarà una cattiva idea. Barrow lo conoscete già, si è messo in mostra nel finale della scorsa stagione e non è più uscito dal campo: è vero, Zapata è un concorrente scomodo, ma dal colombiano potrà rubare i segreti del mestiere per diventare ancora più forte. Va praticamente sempre in bonus ed ha potenzialità e personalità da vendere, scommetteteci! Favilli ha fatto un precampionato eccezionale con la Juve, che lo manda subito a giocare in A perché ne ha intuito le capacità; dubbi sull’aspetto tattico come abbiamo già analizzato, cioè se il Genoa si presterà più a disporsi con un 3-5-2, in cui troverebbe sicuramente più spazio, o con un 3-4-3. Più spazio e non titolarità sicura perché, dopo l’estate che ha disputato, dall’inizio partirà sicuramente lui: Piatek. E’ il nome forte della nostra guida, lo seguivamo nell’ombra da qualche mese, ma il suo exploit ha rovinato tutto: 4 gol in trentotto minuti al Lecce in Coppa Italia, 16 complessivi tra competizioni ufficiali e amichevoli contro squadre di serie minori. Ormai è sulla bocca di tutti, se prima potevamo consigliarvelo come attaccante low cost con cui sbaragliare la concorrenza, adesso ci sarà da tirare fuori bei soldoni per lui. Ma ha un senso del gol fuori dalla norma. Occhio.
Spero che la guida vi sia piaciuta, abbiamo cercato di analizzare ogni giocatore col massimo dell’obiettività e della professionalità possibile, cercando di identificare pregi e difetti di ogni singolo calciatore e contesto. Noi non siamo maghi né veggenti. Semplicemente ragazzi un po’ informati e, soprattutto, innamorati, anzi, malati, di questo meraviglioso sport chiamato calcio e di questo straordinario gioco chiamato fantacalcio. E’ per questo motivo che, pur volendo, non sta a noi dirvi quale sia il modulo o il giocatore migliore, perché tutta l’essenza di questa nostra malattia (e se siete arrivati fino a qui siete malati tanto quanto noi!) sta nell’impagabile facoltà di essere padroni del proprio destino, sbagliando e cadendo, rialzandosi ed esultando. Perché c’è da imparare anche da una meteora come Lestienne, che ti porta anni dopo ad essere sul tetto della tua lega; perché un urlo al gol del pupillo scoperto, coccolato e preso a 1 è impagabile; perché vincere un fantacalcio all’ultima giornata con rigore sbagliato di Caldara e Lichtsteiner e gol di quel Milik che hai aspettato un anno intero, non ha prezzo.
Matteo Mannino