PARLA ITALIANO - A tutto Vincenzo Italiano. Così l’allenatore della Fiorentina si è raccontato a La Repubblica: “Io battevo i rigori senza rincorsa? Sì. Da fermo, guardando il portiere. Sui rigori ho un'idea precisa: sbaglia chi li fallisce. Portiere bravo? Può darsi. Sicuramente, rigorista non buono. La porta è grande e la palla piccola. L'ho spiegato ai ragazzi: il rigore è un vantaggio enorme, sprecarlo non si può, è un peccato".
DRAGOWSKI - “80 palloni contro l’Atalanta? Per me il portiere è un calciatore di movimento che sa e può usare anche le mani. Va coinvolto nel gioco. Deve parare, ma anche aggiungersi al centrocampo, essere un altro attaccante, l'uomo in più. Si è visto nel Milan come un lancio di Maignan ha favorito il gol di Leao. È finito il tempo in cui il portiere veniva avanti nell'ultimo minuto, in aiuto alla squadra che doveva recuperare, come soluzione disperata. Passare la palla indietro non è un'onta, né una rinuncia, è un modo per far ripartire il gioco con razionalità e con un'idea. Meglio che calciare in tribuna".
FIORENTINA CON 7 ROSSI - "Ci tengo a dire che da allenatore non sono mai stato espulso. Non mi perdonerei mai di lasciare la mia squadra in difficoltà, io gesticolo, mi sgolo, ma resto lucido. Mia mamma mi ha sempre chiesto: perché gli altri a fine partita parlano normalmente e tu sei sempre stravolto e senza voce? Perché ho passione, perché in campo gioco anch'io. Quanto alla fallosità delle mie squadre non sono calcolate, ma se alleni per la salvezza, e devi stare dietro a ritmi più alti, a cui non sei abituato, se sei sempre oltre alla soglia delle tue forze, se vai all'arrembaggio, ci sta che per stanchezza, calcolo sbagliato, irruenza, fai fallo. Oltre a quello tattico e sistematico per portare a casa la partita".
CAMBIARE SEMPRE FORMAZIONE - "Credo nel merito e nell'impegno, non nelle caste dei titolari. Bisogna che tutti i giocatori siano partecipi dei valori e degli investimenti della società. Io faccio capire ai miei giocatori, anche a quelli che sono riserve, che non li abbandono, che sono sempre nella mia testa, che tutti servono. Credo nei ricambi, in chi ha voglia e ha fame, in chi in allenamento dà prova di essere in forma. Non ho preclusioni, tutti devono essere stimolati, sentirsi arrivati non aiuta. Faccio eccezione sul portiere, dove una gerarchia c'è, anche se modificabile, in Coppa Italia ho sempre alternato Dragowski a Terracciano, appunto per farlo giocare".
VLAHOVIC - “Non lo alternavo? Come si fa con uno come lui che la butta sempre dentro?".
FIORENTINA - "Respira. Siamo in una posizione tranquilla. Non vedere più il mondo dal basso aiuta, ci allontana da qualcosa che non ci appartiene. Lavorare a Firenze è speciale, il calcio è vita e calore e il fatto che i nostri tifosi sognino mi dà stimoli. Siamo partiti per riavvicinarli e farli divertire, il pensiero ora è l'Europa, non come ossessione, ma come un sogno da coltivare".
CHI VORREI AVERE - "Sergio Busquets del Barcellona perché ha detto: la mia partita perfetta è quando non faccio nemmeno un errore".