sosfanta box in primo piano Sarri: “Così gestirò i due portieri! Gila non da Premier, come vedo Castellanos, Dia, Dele e Isaksen”

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Sarri: “Così gestirò i due portieri! Gila non da Premier, come vedo Castellanos, Dia, Dele e Isaksen”

Sarri: “Così gestirò i due portieri! Gila non da Premier, come vedo Castellanos, Dia, Dele e Isaksen” - immagine 1
Altre dichiarazioni di Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, a margine di un evento dedicato ad allenatori emergenti in Toscana. Le sue parole.
Marco Astori

Altre dichiarazioni di Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, a margine di un evento dedicato ad allenatori emergenti in Toscana. Le sue parole riprese da LaLazioSiamoNoi e dal Corriere dello Sport.

RITORNO - “Cosa mi ha spinto a tornare? È un discorso di affetto, se ci penso con lucidità da un punto di vista solo materiale è le possibilità di far meglio del secondo posto che abbiamo fatto nel ciclo precedente non sono tante. Però è un discorso d’affetto, quello della Lazio è un ambiente in cui voglio bene a tutti, mi riferisco anche a magazzinieri, fisioterapisti, camerieri e cuochi. A tutti, così come alla tifoseria. È una scelta d’affetto, non c’ho pensato neanche più di tanto. Sarà diverso stavolta? Io torno con lo stesso spirito di prima, per il mercato litigherò sicuramente, sono tutte cose che conosco e non vengo per accontentarmi. Avrò le stesse pretese di prima e le stesse incazzature di prima, questo fa parte della normalità e sarebbe preoccupante se assumessi un atteggiamento diverso”.


OBIETTIVI - “Obiettivo? Se si riesce a innescare un senso di divertimento prima nell’ambiente e poi nella squadra, come conseguenza logica si diverte anche il pubblico. Quando i giocatori e i tifosi si divertono si accettano anche le sconfitte e le difficoltà che ci saranno sicuramente. Purtroppo la posizione della Lazio non ci consente di essere in Europa, ma l’obiettivo è quello di tornarci a qualsiasi livello. Ci fa comunque piacere avere il tempo per allenarsi, ma anche essere in Europa. Io quando parlo di calendari l’ho sempre fatto non perché non voglio essere in Europa, ma perché devono essere logici. L’ho detto cinque anni fa e sono stato tacciato per uno che si lamentava, ora lo stanno dicendo tutti e mi sembra che siamo arrivati al limite. Ci siamo inventati questo torneo che è una roba che non riguarda il calcio, ma la politica sportiva e non mi interessa. Il calendario deve essere gestibile e fattibile per tutto e tutti”.

MERCATO - "Devo rivedere il direttore la prossima settimana. Lui mi dirà quali sono le sue idee, mi porterà qualche nome come lo farò anche io, e poi vediamo. L’importante è, come ho detto a lui, che se deve arrivare un difensore deve arrivare ora. Ruoli? Mi sembra che siamo palesemente corti a centrocampo se vogliamo giocare a 3, vediamo se ci sono margini di miglioramento o meno".

LA BASE - “Che base trovo? Vedere le cose dall’esterno non è mai come dall'interno: magari c’è un giocatore che mi piace e poi dopo dieci allenamenti penso che non è adatto a me. E succede spesso. Magari invece lo vedo e non mi sembra adatto, poi invece è il contrario. Sono in attesa di vedere le cose dall’interno e ci sono tanti giocatori che conosco. Vediamo se riusciamo a ringiovanire anche un po' la squadra. Mi sembra che in questo momento i giovani riescano a essere incisivi e riescono a fare bene, è chiaro poi che ci sono dei ventenni che costano cifre esorbitanti e diventa difficile”.

DELE-BASHIRU - "Io non lo so com’è Dele-Bashiru nel palleggio, vediamo, ho visto un giocatore giocare trequartista che tutti mi dicono che non è un trequartista, vediamo di riportarlo a centrocampo e che evoluzione possa avere. Io extra Lazio ne ho sentito parlare bene. E non sto parlando dell’ambiente Lazio, ma di direttori sportivi di altre società. Probabilmente qualche qualità ce l’ha evidentemente".

ISAKSEN - "È arrivato qui un paio di anni fa dalla Danimarca, con un'altra lingua, un altro modo di mangiare e di allenarsi. Ha avuto i primi mesi di difficoltà come hanno tutti i giocatori che arrivano dall’estero, soprattutto giovani. Nella seconda parte di stagione già si vedeva che era diverso. Voi avete scritto che con me ha giocato poco, ma bisogna andare a rivedere il numero di presenze perché non mi sembra sia così. Magari può aver avuto meno minutaggio, ma era in un momento di adattamento, già nel finale di stagione ci aveva fatto vedere qualcosa. Quest'anno ha fatto sprazzi ottimi e momenti in cui ha reso molto meno, ma mi sembra abbia intrapreso la direzione giusta".

PORTIERI - “Io penso che noi abbiamo due portieri forti. Si va lì e si guarda quello che rende di più, lui gioca. E se a dicembre l'altro non è contento, andrà via. Mettere dei paletti ora mi sembra estremamente prematuro, son forti e se la giocano. Poi se qualcuno non è contento a gennaio prenderà una scelta. Però andare a prendere una decisione ore tra due ragazzi potenzialmente forti tutti e due e che lo hanno dimostrato, mi sembra prematuro".

GILA - "E’ un giocatore esplosivo, deve limitare certi eccessi. Non mi sembra sia adatto alla Premier per caratteristiche fisiche, per l’altezza, più all’Italia e al calcio spagnolo. Diventerà molto forte".

CASTELLANOS E DIA - "Il primo gioca con la squadra, è sofisticato, fa gol belli. L’altro fa più gol facili".

LAVORO - “Il lavoro sarà diverso perché il calendario è diverso, da quel punto di vista avremo molta più possibilità di lavorare rispetto al passato. In un anno e mezzo sono cambiati diversi giocatori e da fuori faccio fatica a dire chi è adatto a me e chi no. Aspettiamo di poter fare qualche settimana insieme, anche se l’inizio di stagione può essere segnato da giocatori che hanno la condizione e altri che faticano a trovarla, si può avere un’idea non veritiera. Il compito dell’allenatore è far rendere la squadra al cento per cento, poi ci sono sempre dei limiti. Il cento per cento di un sette è sette e se ci sono dieci squadre che valgono otto, arrivi undicesima. Si ha il compito di portare la squadra al limite, e se lo scorso anno è veritiero si fa fatica a portarla in Europa. Ci sono anche altre antagoniste: non penso che il Bologna arrivi nono un'altra volta e che il Milan possa arrivare ottavo ancora".

COMO - "Attenzione, c'è il Como che vuole andare in Europa. Il quadro nazionale è questo, non è semplice tornare in Europa. Vediamo dove può arrivare questa squadra e poi capiremo il margine di miglioramento. Io ho trovato Fabregas a Coverciano ad ottobre, era penultimo/terzultimo in classifica. Gli ho detto di non preoccuparsi perché sarebbe a metà classifica: avevo visto la squadra, non aveva nulla a che vedere con la lotta con la retrocessione. Ha una intelligenza unica, di livello superiore a tutti gli altri. Ha avuto esperienze importantissime, è innamorato del calcio. Era prevedibile diventasse allenatore, com'è facilmente prevedibile che nel giro 2-3 anni sarà in una top europea per capacità intelligenza e background da calciatore".

DERBY - "Il derby? Se si comincia ora con il derby svengo prima di giocarlo, è una partita bella ma devstante perché dura una settimana. Quando l'arbitro fischia la fine ti accorgi che sei vuoto nell'anima. Se qualcuno pensa sia una partita sbaglia, è una sfida tra due popoli".