PRESSIONE - "Capisco che la stampa, la dirigenza, l’ambiente voglia averti in squadra, perché la tua presenza conta, ma io mi sono dovuto allontanare perché la mia testa non riusciva più a sopportare che 50 persone, che sono quelle che ogni giorno trovi in spogliatoio, ti chiedano cosa succede, quanto manca, quali progressi ci sono stati. Era insopportabile, mi distruggeva. Cosa ho dovuto fare? Stare a casa con mia moglie e i miei figli, circondato dai miei amici che sanno esattamente come sto e che se c’è qualche progresso glielo dico io. È stata l’occasione per passare più tempo con la mia famiglia e uscire da quella bolla che senza volerlo psicologicamente ti fa male, perché mentalmente vorresti solo un po’ di pace".
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