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Eriksen: “Io, fatto fuori e ora pazzo di Conte: voglio restare! Col mister è andata così, il suo futuro…”

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Lunga intervista esclusiva a Christian Eriksen oggi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Scelte, scudetto, Conte e futuro nelle dichiarazioni del centrocampista dell’Inter: ecco gli spunti principali. [adv] RIVINCITA – “Non...
Fabrizio Romano

Lunga intervista esclusiva a Christian Eriksen oggi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Scelte, scudetto, Conte e futuro nelle dichiarazioni del centrocampista dell'Inter: ecco gli spunti principali.

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RIVINCITA - "Non ho rivincite da prendere contro nessuno. Io gioco soltanto a calcio: a volte va bene e altre male. Poi questo sport cambia velocemente, praticamente ogni settimana. Sei mesi fa vivevo una certa situazione, ma ora abbiamo vinto un trofeo e posso solo dire di essere molto felice di stare all’Inter".


CICLO - "Questo scudetto era difficile da raggiungere e invece ce l’abbiamo fatta a 4 giornate dalla fine: questo è un buon punto di partenza... Ora possiamo continuare e costruire un ciclo. Vincere nove scudetti di fila sarà difficile, ma proveremo a costruire qualcosa di bello, vediamo cosa accadrà".

FUTUROCONTE - "Conte è importantissimo per tutti, anche per il modo in cui giochiamo. Seguiamo alla lettera le sue indicazioni e in campo si vede. Siamo tutti felici di aver vinto con lui. Ma la sua permanenza non è una mia decisione: dipende da lui e dal club".

ANCORA CONTE - "Dove va, Conte vince e questo è impressionante. Immaginavo il suo spirito vincente quando ho firmato, poi l’ho visto con i miei occhi, parlandogli e vedendolo lavorare ogni giorno. Sono felice di averlo come allenatore. Abbiamo una relazione professionale: so che da me vuole il massimo, me lo ripete e io ce la metto tutta".

RAPPORTO COL MISTER - "Quello che non ho capito all’inizio è che dovevo seguire sempre il sistema di Conte. Che dovevo eseguire e ricordare tutte le giocate che lui aveva preparato per la squadra. In precedenza, ero più abituato all’intuito, ero libero di prendere decisioni in un secondo in base a quello che vedevo. Invece col mister c’è sempre un piano generale da seguire. Bisogna essere preparati, sapere sempre dove sono i compagni e dove possono spostarsi. Ho dovuto imparare tutto questo, adattarmi a un ritmo diverso, poi a gennaio ci siamo parlati e ho iniziato a giocare di più e a dimostrare che ero capace".

TENSIONI - "Se Conte mi faceva giocare così poco è perché, evidentemente, pensava che gli potessi essere utile in quei minuti. Non c’era niente di personale. È chiaro poi che avrei voluto giocare di più, ma ho sempre rispettato le sue decisioni. Sapevo che sarebbe arrivata l’occasione e che l’avrei dovuta sfruttare. E così è stato".

FUTURO - "Sei mesi fa potevo essere considerato fuori, è vero, ma ora è cambiato tutto. Nessuno può prevedere il futuro, ma sono contento di restare qui e di avere uno scudetto sul petto".