PREOCCUPATO - “Ogni allenatore, anche nelle squadre con più soluzioni, quando hai assenze sono problemi. Per alcune squadre è meno problematico, per noi è un grandissimo problema, Smalling è Smalling, poi Diego si stava adattando bene e ora è fuori anche lui. Per noi sarà durissima, magari una sconfitta contro il Feyenoord sarebbe stata una buona soluzione per ruotare fino alla fine (ride, ndr). Triste per il risultato”.
TOTTI - “Possiamo andare avanti in Europa? Dammi del tu, sei un capitano. Non possiamo fare miracoli, però il miracolo è questa empatia tra tifosi e squadra. La gente capisce i principi di questa squadra, giochiamo bene o male, abbiamo infortuni o no, siamo sempre insieme fino alla fine. Per sabato potevi darci una mano, però mi sarebbe servito più Aldair di te (ride, ndr)”.
SMALLING - "Non mi preoccupa il calo di tensione. Non c'è niente da fare, l'unica cosa che si può fare è lavorare, quando si può farlo. Non abbiamo lavorato da giovedì a oggi, mi preoccupa quando i giocatori fondamentali non possono giocare. Smalling ad esempio lo è. Senza Smalling vedi quali sono i nostri risultati, vedi l'importanza di questo giocatore per noi. Per tanti non è un problema gigante, per noi lo è. Questi siamo noi, quelli che quando perde l'allenatore è fiero della squadra. Abbiamo perso per degli episodi che fanno parte della storia della partita, oggi abbiamo fatto qualche cambio obbligatorio. Anche con 9 giocatori abbiamo colpito il palo e per poco non riapre la partita, sono super contento, tutti noi stiamo facendo un lavoro sui nostri limiti, l'unica cosa che mi rende triste è il risultato. Quando torna Smalling? Se non facciamo un comunicato ufficiale posso dire che non gioca col Milan". Nella Roma in difesa si è fermato anche Llorente, ha avuto un problema al flessore sinistro.
DIFESA A QUATTRO - "Si lavora, la squadra che gioca praticamente sempre a cinque è dura cambiare, lo abbiamo fatto contro la Sampdoria, ma non c'è tanto tempo per lavorare. È dura per noi, siamo arrivati a questa situazione dove potevamo stare fuori dall'Europa, sarebbero state sette partite senza nessun tipo di pressione. Potevamo stare soltanto in una delle due, la scelta è ovvia. Non riesco a fare delle scelte. Non sono cresciuto così come allenatore, sono cresciuto giocando con rose da 20-22 giocatori top dove un giorno giocava Benzema, l'altro Higuain. Dobbiamo pensare partita dopo partita, col rischio che non facciamo Champions o campionato, ma c'è anche il rischio di vincere l'Europa".
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