GUARDIOLA - "Sarebbe un'eresia dire che nessuno pensi a Guardiola, è normale. Però in questo momento della sua vita ho saputo che è estremamente felice dove è, al di là delle contingenze. Se io sono felice dove sono difficilmente lascio per dove sono. Noi siamo molto contenti di Sarri, al di là delle cene che facciamo. L'impostazione è per i tre anni, la forza di un'idea è nella prosecuzione del tempo, la priorità è proprio questa. Chi vuol vincere non è allegriano, è juventino. Vincere è dogma juventino. Abbiamo vinto 8 scudetti, siamo in corsa per il 9 ma la statistica dice che non sarà sempre così, è la bontà delle idee da seguire".
CHAMPIONS - "Obiettivo e imperativo è diverso. Siamo passati da un sogno a obiettivo, ma 'bisogna vincere' è diverso da 'è diventato un obiettivo'. Quel momento, certifica un cambio nello status della Juventus".
LAZIO - "Va temuta la spensieratezza, non hanno l'obbligo di vincere. Se traghettano marzo e aprile, può essere un ottimo vantaggio. Ma può essere anche un grande nemico allo stesso tempo. Rispetto all'Inter, hanno rose e filosofie diverse, l'Inter si è caricata l'obbligo di vincere con l'arrivo di Conte".
INZAGHI - "Li conosco da 30 anni, entrambi, ho fatto serate con entrambi. Simone mi piace, Pippo anche, due ragazzi per bene. Simone ha fatto un grandissimo lavoro, bisogna vedere come, se e quando reagirà con l'obiettivo di vincere".
RONALDO - "Dagli acquisti di Platini, Zidane, sono sempre stati acquisti per alzare la dimensione sportiva della Juventus. Una volta la ricaduta economica era inferiore, ma l'attrattiva no. Oggi c'è una dimensione maggiore anche economica, partecipare a certe competizioni come la Champions porta a un'esposizione diversa, monetizzando in maniera diversa. È stato il primo giocatore per cui c'è stata una riflessione congiunta fra area sport e ricavi. Ci aggiungeva qualcosa in campo e spostava la riconoscibilità del modello Juventus a brand globale. Fra poco saremo il quarto club per follower sui social...".
MESSI IN ITALIA - "Viene gratis? L'ho letto, l'ho letto... deve essere uno stimolo. Le prime cinque società sono Milan, Inter, Juventus, Roma e Napoli, se tutte avessero un campione del calibro di Messi o Ronaldo sarebbe un qualcosa di migliore per tutti. Se viene in Italia un campione così è solo positivo. Noi non abbiamo problemi all'interno della nostra nazione, il problema è l'estero. Vedere una partita della A all'estero sembra una via crucis".
ALTRO COLPO COME DE LIGT - "Una delle parti che fa sognare di più un tifoso è il mercato, l'arrivo di giocatori. Questa è una domanda che, da prassi, va posta a chi di dovere. Se uno è il responsabile dell'area sportiva deve decidere, io metto a disposizione la bocca di fuoco. C'è l'attribuzione di una delega e una di responsabilità, ora c'è Paratici".
MAROTTA E RONALDO - "Marotta contrario all'acquisto di Ronaldo? In quel momento Marotta faceva parte del gruppo dirigente, la decisione è stata presa collegialmente. Con Cristiano si sono trovate due anime della società".
PARATICI - "Non è sotto esame. È un grandissimo dirigente, ha una differenza rispetto al passato: ora è sotto i riflettori, prima non lo era. È cambiato questo. Il responsabile finisce sempre sotto esame. E lui non è sotto esame con noi. Ha il contratto fino al 2021, ma perché i contratti dei dirigenti sono triennali".
LUKAKU - "Com'è andata davvero con l'Inter? Se apro i giornali, ci accostano quasi tutti i migliori al mondo per fortuna. Poi Paratici ne sceglie circa 25 e sono quelli della stagione. Noi con tutte le speculazioni dovremmo acquistarne 60".
HAALAND - "Haaland? Se parlate di lui, è un altro giocatore accostato. Noi guardiamo a quelli che abbiamo. Sono tutti accostati alla Juve e ne siamo orgogliosi, ma non possiamo acquistarli tutti noi".
"NUOVO RONALDO" - "Serve logica per costruire una squadra, alcuni possono rientrare in quel ragionamento, altri però sono felici dove sono".
CHIELLINI - “Giorgio manca a qualsiasi squadra. È un vero leader in campo e fuori, la sua assenza si è sentita, ma tecnicamente con la rosa che abbiamo non lo abbiamo rimpianto per fortuna”.
COMMISSO - "Le parole di Commisso hanno fatto sentire a Sarri cosa vuol dire Juventus. L'altro ieri ha fatto una battuta Sarri, sul rigore dato alla Spal. Chissà che caso sarebbe nato se fosse successo a parti invertite".
BLOCCO ITALIANO - "Mi viene da riesumare una battuta di mio padre. Potessi scegliere vorrei undici di Torino. Serve un percorso di crescita della Juventus, è evidente che uno zoccolo di italiani per motivi culturali rafforza la sua identità. Se si guarda Spagna, Germania, Olanda, quando arriva un risultato negativo lo vivono in maniera diversa. Sarebbe auspicabile".
DERBY COL TORINO - "Una partita difficile, perché se la vinciamo è normale, se la perdiamo ne parlano per sei mesi".
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