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Vlahovic: “L’immenso Ribery, Prandelli, i rigori, la tripletta, Pioli e Ibra: vi dico tutto”

Vlahovic: “L’immenso Ribery, Prandelli, i rigori, la tripletta, Pioli e Ibra: vi dico tutto” - immagine 1
Attaccante e fantallenatore doc. Stiamo parlando di Dusan Vlahovic, arrivato a quota 12 gol con la sua Fiorentina. Vero e proprio trascinatore della squadra viola allenata da Cesare Prandelli, ma anche di molti che giocano al fantacalcio. E lui...
Alessandro Cosattini

Attaccante e fantallenatore doc. Stiamo parlando di Dusan Vlahovic, arrivato a quota 12 gol con la sua Fiorentina. Vero e proprio trascinatore della squadra viola allenata da Cesare Prandelli, ma anche di molti che giocano al fantacalcio. E lui stesso è un grandissimo appassionato, come ha più volte dichiarato. Vlahovic si è raccontato in esclusiva al Corriere dello Sport, tra campo e mercato: “Senza compagni io non sono niente. In campo, da solo, non potrei fare molto: c’è la squadra ed io sono parte di questo gruppo. Fare centro è bellissimo, ma solo quando la Fiorentina vince. Ho segnato anche contro la Samp quest’anno, ma non è servito a nulla. E’ vero, ho appena realizzato una tripletta ma ora non conta più: si deve guardare avanti”.

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FUTURO - “Ho un contratto fino al 2023 e adesso ci aspettano 11 finali”.

RIGORE COL SASSUOLO - “Pesava tanto, anche per me. Ma al tempo stesso, quel rigore trasformato mi ha dato la possibilità di uscire fuori, di respirare. E’ stato come una boccata d’ossigeno, mi ha dato vita. Da quel momento in poi, di colpo, è diventato tutto più semplice perché mi sono tolto un gran peso. Ho lavorato ogni giorno di più, sempre insieme ad allenatore e compagni”.


SPARTIACQUE - “La gara con l’Inter, quella dell’andata a San Siro, dell’errore davanti al portiere (il mancato 2-4, ndc). Ho capito subito quello che avevo combinato. Qualche dubbio, su di me, è venuto per primo a…Dusan”.

IBRA - “Il tag su Instagram? (Ride, ndr) Ma quello era uno scherzo! Figuriamoci se potevo avere la pretesa che Ibrahimovic potesse rispondermi, gli arriveranno migliaia di notifiche al giorno. No, non mi ha risposto anche perché non era quello il mio fine. I paragoni a me non sono mai piaciuti. Sia chiaro, è un onore essere accostati ad un campione come Zlatan, ti dà anche una buona dose di responsabilità, ma un ragazzo deve sempre mantenere il suo equilibrio, perché c’è anche il rischio di bruciarsi. Nel calcio, come nella vita, servono umiltà, spirito di sacrificio, propensione di ascoltare tutti, specie chi può darti consigli e suggerimenti. Poi tocca a te restare te stesso”.

IN SETTIMANA - “Continuo a lavorare, faccio tutto quello che è possibile fare. Se abbiamo una seduta di lavoro dalle 11 del mattino alle 13, non è che un minuto dopo io ho finito. Non si finisce mai d’imparare in generale, figuriamoci a 21 anni. E’ così mi trattengo in palestra, lavoro sulla prevenzione, mi soffermo sui tiri in porta, sui passaggi, sugli stop. E poi ancora, con lo staff tecnico, mi concentro sul piede cosiddetto “debole”, o sulla fase aerea, perché sono tutti fondamentali che non vanno mai trascurati. Non è sempre così (sorride, ndr). Ma adesso che sto cominciando a fare qualcosa, devo spingere ancora di più, devo allenarmi con ancora più foga. Per emergere, devi essere costante. Che poi è la strada che hanno seguito i grandi campioni come Messi, Lukaku, Cristiano Ronaldo. Non possono che essere tutti degli esempi per i giovani come me. Io, invece, devo restare coi piedi ben ancorati a terra, concentrandomi sì sui gol o sugli assist, ma soprattutto sui movimenti. Ribery non l’ho dimenticato: merita però la giusta attenzione”.

RIBERY - “Vi faccio un esempio. Nel post lockdown, Franck arrivava al centro sportivo con almeno due ore d’anticipo rispetto alla convocazione. Se lo fa lui, che ha quasi 38 anni ed ha vinto tutto quello che un calciatore può solo immaginare, posso mai io, giovane che deve affermarsi, restare a dormire o a guardare? No, è un lusso che non voglio permettermi. Mi ha dato fin dall’inizio tanti consigli pratici, sul campo, ma mi ha dato una mano anche fuori. Quando ero giù di morale, lui mi parlava dicendomi di non mollare. E’ stato così che ho capito cosa significhi essere un campione sul rettangolo verde e nella vita. E Franck lo è, gigantesco ovunque”.

ZERO GIALLI - “Mio padre mi ripete sempre una frase: fai tesoro degli errori, trai sempre la lezione e falla tua. Quel fallo su Patric fu qualcosa di assolutamente inutile, un’ingenuità che non avrei dovuto commettere nel rispetto della squadra. Non a caso, subito dopo mi sono scusato. Ho lavorato anche su questo: se c’è da ingaggiare un duello non mi tiro indietro, serve anche il lavoro “sporco” ed io per la mia squadra ci sono sempre”.

FUTURO - “Ho un contratto con la Fiorentina fino al 2023. A Firenze sto benissimo, mi amano. Sono arrivato ragazzino e mi ritrovo uomo. Ci sarà tempo e modo, più avanti, di parlare. In questo momento io sono concentrato sulle 11 finali che ci aspettano. E’ anche per il presidente che vogliamo fare punti. Sì, è vero, ci siamo sentiti. Ha una passione incredibile per il pallone. Poi, non ho dimenticato che dopo aver palleggiato con lui, ho cominciato a segnare con continuità (sorride, ndr)”.

MILAN - “Il calcio che gioca il Milan è sotto gli occhi di tutti, ma sono queste le partite più affascinanti. Non vediamo l’ora e, soprattutto, non abbassiamo la guardia. Io non sarò distratto da nulla. Il passato, tripletta inclusa, non conta più, bisogna guardare in avanti, pensando solo a migliorare. E adesso, l’unica cosa che conta è fare bene domenica. Ne siamo consapevoli tutti”.

PIOLI - “Un grandissimo allenatore, a cui auguro di arrivare più lontano possibile in Europa League, anche in campionato ha fatto vedere cose egregie, non è un caso che sia in corsa per lo scudetto. Ma è anche una persona di altissimo spessore umano. Quando sono arrivato a Firenze, era successa da poco la tragedia di Davide. Pioli stava con noi giocatori, era come un padre. Trattava tutti nello stesso modo, quelli giovanissimi come me e i senatori. Non ha mai usato differenze. Mi ha regalato la gioia dell’esordio in A, benché non fossi pronto. Per tutto questo posso solo ringraziarlo”.

PRANDELLI - “Perché devo tutto a lui e alla fiducia che la società mi ha riservato. Mi ha dato fiducia in un momento che per me era complicato: spero di contribuire a portare più punti possibili”.

PERFEZIONE - “Tutte le cose sono perfettibili. E io devo ancora fare tantissima strada. Per crescere devo segnare sempre e migliorare costantemente, sul campo e nei comportamenti”.