Arrivo all'attacco e sono ancora il più ricco, ma non cerco una ciliegina sulla torta: il dolce è tutto da costruire. Mi sono tenuto Donnarumma, con Menichini ha ritrovato il campo e il gol. Si parte, Ganz va subito via a 55 milioni: mi piaceva, ma rischio di non arrivare in fondo. Prendo Bianchi, pagato 30: l'avevo promesso alla piazza, spero non deluda. Poi arriva il suo momento: "Budimir" Eccoci, mi metto con le mani dietro la testa e osservo tranquillo. Da settimane prometto che non lo avrei mai preso: "Sarà il flop del girone di ritorno", anzi: "dammi uno schiaffo se lo prendo" chiedo a un mio amico. Così l'asta parte ed io non partecipo: "87", "88", "89"... Silenzio. Di colpo un brivido: "Che faccio? Se lo lascio a lui, magari continua a segnare e non lo riprendo più". (...) "NOVANTA!". E' mio, nessuno può rilanciare perché i milioni scarseggiano. Sorriso nervoso, prendo il bomber del Crotone e me lo porto in squadra, sperando vada tutto bene. A questo punto ho pochi altri soldi da spendere per completare il reparto: Mokulu, Baez e Gonzalez. Contento? Forse sì, finalmente davanti ho abbondanza. La risposta la darà il campo, sperando di avere torto: il giocattolo Crotone non può rompersi.
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