OBIETTIVI - "Alla fine del triennio è quello che vuole la proprietà, portarla stabilmente in Champions League e, quando c’è l’occasione, vincere il campionato. Però adesso siamo alla base, siamo alla base e tutti quanti dobbiamo essere orgogliosi di far parte di questa nuova nascita. I Friedkin, l’avete visto voi più di me, hanno speso tantissimo, vogliono ancora investire, sono bloccati per questo fair play finanziario, però stanno andando avanti sotto l’aspetto dello stadio, e lo stadio sapete benissimo quanto andrà a costare. Per cui è una proprietà che vuole il massimo, che vuole portare Roma non soltanto come brand turistico, ma la vuole portare anche allo stesso livello come brand calcistico. E questa è la cosa che ha fatto innamorare me e che ha fatto innamorare, credo, anche Gian Piero".
RICHIESTE IMMEDIATE - "Abbiamo chiesto di fare il Gasperini anche qui a Roma. A me sorprendeva tantissimo il presidente Percassi: anche dopo il quarto anno diceva “partiamo per salvarci”. Naturalmente Roma non è l’Atalanta di allora. Noi dobbiamo far bene. I nostri tifosi hanno conosciuto grandi campioni, hanno visto grandi squadre. Io sono convinto che con il gioco di Gian Piero i tifosi si identificheranno. Ci vorrà un attimino per oleare bene tutto, però questo è quello che gli abbiamo chiesto. Dobbiamo far bene, conoscere la squadra, la piazza per un anno e poi cominciare a salire sempre di più. Qualcuno mi ha detto che è un peccato per la Champions League. Io sono sincero: come tutti gli allenatori vogliamo sempre il massimo. Però non ho fatto la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba. Dentro di me ho pensato che se andavamo in Champions League avremmo incontrato sei squadre inglesi, cinque spagnole e quattro tedesche – sto andando più o meno a memoria. Forse noi ancora non siamo pronti per questo, però siamo un pochettino più agguerriti sull’Europa League. Io mi auguro che possiamo fare un buon percorso in campionato e un buon percorso in Europa League. Tutti uniti, accettando le cose belle e sapendo che qualche volta dobbiamo mandare giù qualche boccone amaro. Perché in una costruzione – ma anche quando la costruzione è ben fatta – ci sono delle partite che perdi. Però io ho detto a Gian Piero che il popolo romano vuol vedere la sua squadra lottare fino in fondo. Proprio da arrabbiati. E io sono convinto che anche quando si perderà – perché nello sport c’è la vittoria e c’è la sconfitta – il tifoso romanista avrà visto i suoi giocatori lottare come mai prima hanno visto fare all’Olimpico e poi in casa".
NAZIONALE - "Si è detto tanto, tenete quello che si è detto. Da parte mia non dico nulla. Rispetto l’Italia, ma sono della Roma".
SVILAR - "Queste sono cose che ha fatto Ghisolfi, per cui io ho fatto ben poco, ho solo chiamato il ragazzo dicendogli che si vuol far bene, si vuol costruire una grande Roma, che ci sono tutti i presupposti perché lui è un ragazzo ambizioso, abbiamo preso un allenatore ambizioso e cercheremo giocatori ambiziosi che vogliano stare con noi per crescere, per cercare di fare qualcosa di importante. Io ho fatto soltanto questo".
FAIR-PLAY FINANZIARIO - "Abbiamo dei paletti, questi paletti ci sono e dobbiamo rientrare il 30 giugno dentro questi paletti. Ci siamo vicini, però ancora manca qualcosina e sono sicuro che riusciremo a rientrare in questi parametri, parametri che poi dovremo rispettare a giugno 2026 e da lì in poi possiamo operare con più tranquillità. La società si sta adoperando in tutto e per tutto, non è che possa mettere dei soldi, perché se no li avrebbe messi. Per cui io sono fiducioso. Ci sono questi due mercati da stringere i denti, da cercare di trovare quei giocatori validi. Rendetevi conto che ci sono squadre che vanno a prendere dei ragazzi a 60 milioni e hanno 20 anni, 18… insomma, non è facile. Te ne prendono 4, 5, 6 e magari uno riesce, e gli altri li danno poi in prestito, poi li rivendono. E tu devi andare a lottare contro questi mostri. Sto parlando di squadre della Premier League che hanno degli introiti molto superiori ai nostri. Ecco, noi dobbiamo stimolare bene le idee e farci trovare pronti. Ma non parlo soltanto per la Roma, parlo proprio per il calcio italiano".
STRUTTURA - "Io questo non posso sapere se la proprietà vorrà ammettere qualcun altro. Io credo che, a livello calcistico, resterà la base solida che è stata creata e arriverà un altro direttore sportivo. Poi, se vogliono far venire altre figure, beh, questo non sta a me saperlo e né deciderlo".
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