SCELTA ROMA - "Il fatto che a Roma c’è una passione incredibile. Io credo che in questo momento, in Italia, Roma sia insieme a Napoli il posto più appassionato e appassionante. E forse Roma anche più di Napoli, perché Napoli ha vinto. Dove c’è più fame di calcio, più voglia di fare risultati, dove c’è un amore verso la propria squadra così profondo, viscerale, lo stimolo è elevatissimo. Inoltre è un bel momento per gli stadi italiani che si sono nuovamente riempiti. Triennale? Guarda che li avrai anche tu fra tre anni! Se tu scrivi io parlo. Fino a quando avrò l’ambizione di poter fare qualche cosa che mi dà veramente gioia, andrò avanti. La passione è il carburante essenziale per chi gioca, per chi allena, per chi dirige e soprattutto per la gente, i tifosi. Qui c’è passione e io ho ancora passione".
PERCORSO - "Al Genoa iniziai così, nella Primavera, poi a Crotone in C, Genoa in B, in seguito in A e in Europa. La vera consacrazione l’ho avuta proprio in Europa dove il mio è stato riconosciuto come un calcio efficace, di qualità, mentre in Italia è sempre stato abbastanza osteggiato pur se amato fortemente nei posti in cui allenavo. Ancora adesso a Genova e Bergamo conservano ottimi ricordi. Brutto carattere, dicevi. Otto anni al Genoa, nove a Bergamo. Non mi hanno trovato così insopportabile. Il risultato è fondamentale. Senza il risultato tutto il resto è chiacchiera e poi, certo, c’è modo e modo di ottenerlo. Io ho sempre pensato di giocare in quel modo per arrivare al risultato, non per altro. Nessuna ideologia, né filosofia".
MANCATI ARRIVI - "Parlo di quelli che ho trovato. Mi hanno veramente dato credito, disponibilità. Indipendentemente dalle situazioni che vivono. Questa è una squadra che ha giocatori in scadenza, in prestito o di prossima uscita. Un misto, insomma, ma c’è una bella compattezza, tutti sentono la responsabilità di giocare in una piazza importante".
12 PUNTI - "Culo per alcuni? Quello non fa male. È una bella dote, devo dire che ci sono state altre squadre che hanno ribaltato o vinto partite nei minuti finali. Nella sconfitta non siamo stati fortunati, in alcune vittorie, sì. Però è una cosa abbastanza comune".
RENDIMENTO DI FERGUSON E DOVBYK - "Come no? Li recuperiamo assolutamente (i due centravanti, ndr). Mi spiace solo che Dovbyk sia andato via con la nazionale. Terzo rigore di Dovbyk? E magari l’avrebbe pure segnato. Dispiace anche a me, visto com’è andata a finire e come l’ha tirato Soulé. Ci sarà occasione. Artem è un rigorista, non un improvvisato. Dovbyk lo vedo in crescita, in crescita fisica, è la cosa più importante perché lui è un giocatore essenzialmente di forza, sia per struttura sia per caratteristiche tecniche, e per rendere deve stare molto bene. Vorrei portarlo a una condizione ottimale, alla convinzione di riuscire a far valere i suoi mezzi. Lavoriamo in quella direzione. A Firenze ha fatto bene. Bisogna trasmettergli grande fiducia e senso di appartenenza, deve sapere che la squadra è con lui".
DYBALA E BAILEY - "Sul nostro attacco si è detto tanto, ma abbiamo fatto due gol domenica, a Firenze. È evidente che fino ad oggi Dybala, Pellegrini e Bailey ci hanno dato due mezzi tempi in tre. Recuperandoli, la nostra qualità aumenterà sensibilmente. La qualità di Dybala è veramente da top. Pellegrini è un giocatore di assoluto valore. E Bailey ci darà una grossa mano. Siamo stati un po’ sfortunati con Bailey. Con quei tre e Dovbyk avremo un altro spessore. Perché nel calcio il tutto è valorizzato dal gioco d’attacco. Quando davanti produci della pericolosità e la palla viaggia, tutto il resto migliora. Altrimenti rimane in parte sospeso ed è quello che è successo a noi. Abbiamo fatto anche ottime prestazioni. Alcuni hanno giocato una serie di partite strepitose, i difensori, il portiere, Soulé stesso, Koné. Altrimenti come faremmo ad avere questi punti".
FRIEDKIN - "Ci scriviamo. I Friedkin mi hanno conquistato al primo incontro quando ho capito che, a parte la forza degli imprenditori, riconosciuta a livello mondiale, hanno una grande passione per il calcio. La cosa migliore che posso fare per la Roma, per la Roma in generale, è consolidare il rapporto tra loro e la città. Perché è difficile trovare nel mondo del calcio una proprietà così generosa, no?".
DA CHAMPIONS - "Questa squadra non lo è. Questo aumenta il merito, no? Il merito di questi ragazzi. E nel frattempo è chiaro che ci auguriamo di crescere, lo sappiamo anche noi che il nostro primato è abbastanza casuale. Le partite le abbiamo giocate però, non è che ce le ha regalate nessuno. Adesso iniziano gli scontri diretti, ci si misura con le realtà più importanti, però è vero che questa squadra può migliorare, ha dei margini notevoli".
ATALANTA - "Il calcio è cambiato, oggi è molto più difficile, ti devi adattare molto di più perché c’è un pressing esasperato che prima apparteneva a noi e adesso all’ottanta per cento delle squadre. E non è un caso che sia cambiata anche la mentalità in Italia. Tutti investono sull’attacco. La Juventus ha tre attaccanti fortissimi ed è andata a comprarne altri tre, il Napoli ha preso Lucca, Hojlund, Lang. L’Inter ha quattro punte di primo livello e ha speso in quel settore. Il Milan ha preso attaccanti, la Fiorentina pure, l’Atalanta Sulemana e Krstovic. Prima tutti acquistavano difensori. Nel costruire la squadra si partiva dalla difesa, poi i centrocampisti e se avanzava qualcosa la punta. O le punte. Su questo aspetto c’è stata una discussione per anni con l’Atalanta e quando han preso Zapata siamo andati in Champions. Con Muriel ci siamo tornati, quindi abbiamo puntato su De Ketelaere e Scamacca e abbiamo vinto l’Europa League. Quando hai gli attaccanti forti ti diverti, anche questo è probabilmente un segnale che il calcio è cambiato. È un calcio più difficile, magari meno bello. Se guardi all’estero la tendenza è ancora più esasperata. Solo nell’ultima sessione hanno speso centinaia di milioni per dotarsi di centravanti forti".
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