MILAN - "Sì, li ho incontrati prima della partita con il Napoli. Quando andai via non riuscii ad abbracciarli tutti come avrei voluto. Mi dispiace che abbiano perso. Ho detto 'bravo' a Bartesaghi, che si merita tutto, e abbracciato Modric, con cui ho giocato a Madrid. Un genio: è di un altro livello. Ho visto Allegri, Tare e Ibra. Furlani non si è fatto vedere".
ADDIO - "Se sarei andato via? Mai. La mia priorità era restare. Post d'addio polemico? È la verità. Quando sono arrivato c’erano Massara, Boban e Maldini, il mio idolo. Ibra è un top, ma dopo Paolo è cambiato tutto in peggio. Avrei meritato un trattamento migliore. Non me l’aspettavo. Alcuni compagni mi spingevano a restare, ma quando un dirigente ti chiama e ti dice 'se resti qui ti mettiamo fuori rosa' io che cosa posso fare? Cerco altro".
COMO - "Il mio agente non me ne ha mai parlato. Dicevano che avessi chiesto cifre esorbitanti per il rinnovo, che spingessi per la cessione... tutto falso".
CRITICHE DEI TIFOSI - "Mi hanno fatto male? Molto. So che ho commesso degli errori, come le espulsioni con la Fiorentina o col Feyenoord, ma siamo umani. Non ero sereno mentalmente e avrei potuto fare meglio, ma i tifosi sanno chi è stato Theo al Milan".
PRESUNTE AGGRESSIONI - "Finalmente ho l’occasione di parlarne: c’è chi vuole rovinarti la vita e la carriera. Sono stato male nel leggere certe cose, ma la mia famiglia sa che non è vero".
COOLING BREAK - "È stato ingigantito. Io e Leao eravamo entrati da poco e siamo rimasti lì. Dicevano che non avessimo un bel rapporto con gli allenatori, ma non era vero. Io andavo d’accordo anche con Conceiçao. Lui era autoritario, ma la gente parlava a vanvera".
MALDINI - "Il giorno in cui mi ha chiamato per incontrarci è stato il più bello della mia vita sportiva. Mi raggiunse a Ibiza e parlammo di fronte a un’aranciata. Non volevo crederci. Se sono diventato ciò che sono, e anche il difensore del Milan con più gol, è grazie a lui. Tuttora siamo sempre in contatto. La sua maglia con dedica mi emoziona: 'Theo, il mio degno erede'. Al suo addio mi sono sentito spaesato. L’anno scorso io e Calabria ci presentammo a Milanello con la maglia di Paolo, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra, la mancanza di milanismo di sente".
IBRA - "In allenamento ci massacrava. Per il nostro bene".
PIOLI - "Dopo quel ko a Bergamo per 5-0 ci rivoltò come un calzino. Ricordo i suoi discorsi e la sua calma. Lo scudetto del 2022 è nato lì, con quella sconfitta. Eravamo una famiglia, sono stati anni magici, irripetibili, da batticuore. E pensare che con Giampaolo all’inizio non giocavo quasi mai… ma vabbé, ero appena arrivato".
GOL PIÙ BELLO - "Quello in Milan-Atalanta 2-0, l’anno dello scudetto. Un coast to coast di 90 metri. I tifosi me ne parlano ancora: istinto puro".
LEAO - "È fortissimo, ma ogni tanto ha la testa non si sa dove. In quegli anni io e lui, lì sulla sinistra, abbiamo fatto male a tutti, infatti non lo vedo bene come punta".
MAIGNAN - "Ha una situazione simile alla mia, e non è finita bene".
IL PIÙ FORTE IN SERIE A - "Lo ero, sì. E in Europa mi piace Nuno Mendes".
TORNARE - "Ora voglio vincere qui. Ma finché c’è certa gente non torno".
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