DE ROSSI - "A livello di comunicazione dovete dirci voi cosa stiamo portando. Abbiamo l’umiltà di capire cosa imparare da quelli più bravi di noi, da chi ha più esperienza. Abbiamo sempre cercato di rubare qualcosa dagli altri. Per quanto riguarda Daniele, lo stimo e apprezzo molto. Abbiamo condiviso a Roma quattro anni meravigliosi. Si è subito integrato in quella realtà, era più giovane di me. Era capitano anche prima di portare la fascia, si è subito messo a disposizione del gruppo. Ho sempre apprezzato di lui l’intelligenza emotiva, calcistica e dal punto di vista umano. Ho un ricordo bellissimo di lui, mi fa piacere parlare bene di lui. E’ un vero, leale, onesto. Lo apprezzo e stimo molto”.
LAVORO - “Noi dobbiamo continuare a fare le stesse cose, con fiducia e determinazione. Non dobbiamo mai perdere la consapevolezza che stiamo facendo una grande stagione. 21 partite, senza includere il campionato del mondo, in cui forse abbiamo sbagliato due tempi, ma mai partite. Questo gruppo sa fare e sa stare. Ha voglia di essere dominante, continuando un percorso che ci permetterà di avvicinarci a quelli che sono i nostri obiettivi. La realtà del campo è ben diversa da quello che qualcuno vuole dire in determinate sedi”.
COSA CHIEDE - “I ragazzi hanno voglia, questa è la cosa più importante. Eravamo sotto la lente d’ingrandimento, qualcuno diceva che fossimo falliti e finiti. Il gruppo si è sempre messo in gioco, ci ha messo la faccia. Dal punto di vista della prestazione, dell’orgoglio e della personalità ha fatto cose non scontate. Siamo a dicembre, sappiamo anche noi di avere margini di miglioramento, ma dall’inizio non abbiamo mai voluto perdere l’identità della squadra, la fame e la voglia di essere dominanti in Italia e in Europa. Siamo sulla strada giusta. Quello che mi fa piacere è che possiamo ancora migliorare, è la cosa più importante”.
MANCATE RIMONTE - “Abbiamo sbagliato solo due tempi, ripeto. Abbiamo vinto, perso, mai pareggiato, ma siamo stati lì, cercando di essere dominanti e mettere in mostra i nostri principi, senza speculare. Qualcuno potrà dirmi che a volte speculare può voler dire portare a casa qualcosa, ma io prendo la nostra identità. Cercheremo di imparare dai nostri errori, senza mai perderla. Io dico che dal punto di vista dell’impegno e dell’intensità col Liverpool abbiamo addirittura aggiunto qualcosa rispetto al Como. Ovvio che l’avversario fosse diverso, ma sono felice di quello che abbiamo portato in campo. Non abbiamo passato il livello rispetto alla partita precedente. Il Liverpool rappresenta poi qualcosa di diverso, con tutto il rispetto per il Como, che non ha speso 150 milioni per un giocatore. Non siamo stati inferiori al Liverpool, poi non abbiamo vinto, ma mi prendo quello che di buono abbiamo fatto”.
PRESSIONE - “Non ho sassolini da togliermi dalle scarpe, ma bisogna parlare della realtà dei fatti. Se vogliamo partire dalla percezione dell’estate, partiamo da quello. Sono da 20 anni in questa società, le aspettative all’Inter sono diverse dalla realtà, le pressioni sono alte ed è giusto che sia così. Guardo anche a ciò che stiamo facendo ultimamente, non guardo a una vittoria o una sconfitta. Non mi piacciono le etichette e a volte sull’Inter ce ne sono un po’ troppe”.
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