CAQUERET - "Non è mai uscito dalla Francia, è un passo importante lasciare tutto a metà stagione. Ma, Bologna a parte, mi è sempre piaciuto ed è in grande crescita".
FUTURO - "Io ancora a Como? Se porta fortuna farmi questa domanda, allora do la stessa risposta… Siamo tutti ancora molto coinvolti".
INTER-BARCELLONA - "Me lo ha detto Gatto che sono stato inquadrato spesso. C’è un rapporto personale con le persone che ho incontrato. Tifavo Barcellona? In realtà volevo vedere una bella partita, e l’Inter mi piace. Partita storica, che si ricorderà per tanti anni, è stata una fortuna avere l'opportunità di viverla live".
CAGLIARI - "Sta facendo un finale di stagione ottimo. Penso che Nicola dica ai suoi giocatori di andare a como a vincere e per ottenere punti salvezza. Mi aspetto squadra che verrà a prenderci, che cercherà di colpire con Piccoli e Luvumbo, hanno un gioco strutturato che hanno fatto per tutta la stagione. Sarà difficile, quello sicuramente.
GARCIA - "Era tutto fatto a gennaio. La mia idea non cambia, è forte e ha giocato una semifinale di Champions. È un leader, può fare tanti ruoli, sa cosa vogliamo fare qua. Vediamo, ora finisce la stagione".
ICARDI - "Non c’è mai stato nulla, nemmeno in estate".
STREFEZZA - "Lui è speciale, mi piace parlare di lui. Che entri dalla panchina o che inizi, darà sempre il 100%. Non è un leader vocale, ma uno che spinge con la sua mentalità, capisce il calcio che piace a me. Lui e Da Cunha sono quelli che capiscono meglio di tutti cosa c’è nella mia testa. Sono fortunato ad avere uno come lui, che fa anche vincere le partite: fa sempre tante cose bene e sta anche segnando".
PERRONE - "È me dentro al campo. Se gioca bene, la squadra gioca bene".
POCHI RIGORI - "Ne abbiamo avuti due, contro sei-sette. Puntiamo dalle fasce, spesso abbiamo fatto fatica: ottima preparazione, poi a volte è mancata un po' di qualità o la forza per guadagnarci un rigore. Uno contro uno dentro l’area, qualcosa deve succedere. Abbiamo migliorato con Diao e Douvikas. Vogliamo tenere i giocatori dietro la palla, per puntare poi l’area. Il contropiede è un’arma, noi non sempre l’abbiamo sfruttata".
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