GIMENEZ - "Non lo conoscevo prima, ma è un centravanti molto forte. Coi rossoneri sarà una gran partita. Ma dovranno stare attenti anche loro: in casa siamo una squadra difficile da sfidare. La vivremo come una partita di Champions, il mister ce lo dice sempre".
ITALIANO - "Sono felice di averlo, è un tecnico molto bravo. Mi ha aiutato a cambiare la mia testa e il mio gioco, a essere più cattivo. Faremo grandi cose con lui".
OBIETTIVO PERSONALE - "L’obiettivo me l’ha dato Lollo (De Silvestri, ndr). In estate mi ero fatto i capelli biondi e lui mi ha detto: ora fai un patto con me, devi arrivare a 12 gol tra tutte le competizioni. Sopra il mio posto nello spogliatoio abbiamo attaccato una striscia di carta con 12 quadratini: a ogni mio gol, lui arriva con le forbici e taglia".
SEMIFINALE DI COPPA ITALIA - "Chi tra Juve e Empoli? E’ uguale. Dovremo giocare allo stesso modo, con l’una o l’altra. Nella Juve c'è Motta? E’ uguale. Dobbiamo battere tutti. Ho parlato con lui dopo la sfida di Torino: mi ha fatto i complimenti, mi ha detto di continuare così".
MOMENTO PIÙ DURO - "Dopo il Verona. Avevamo fatto una grande gara con un uomo in meno e io ho rovinato tutto con quell’autogol. Abbiamo avuto quattro-cinque giorni liberi e sono andato via con Augustina per staccare. Ma ero arrabbiatissimo: non avevo voglia di niente, sono stato quattro giorni con la faccia arrabbiata. Mi è passata davvero una volta tornato ad allenarmi: volevo spaccare il mondo".
IDOLO - "Quando ho iniziato a seguire il calcio, Milito dell’Inter. Poi Pratto del Velez, con cui ho anche giocato. E ovviamente Lautaro".
INTER - "Mi segue? Io non ci penso. La posso prendere come motivazione, sì, ma devo concentrarmi solo sulla mia squadra, a fare bene qua. La classifica e la Coppa Italia sono i miei unici pensieri fissi. Non posso sprecare energie in altro".
SOGNO - "La Nazionale, tornare in Europa e vincere qualcosa con il Bologna".
FUTURO - "Se mi vedo qui a lungo? Non lo so, non si sa mai nel calcio. Quel che so è che qui sono molto felice, con la città, con il club. Mi piace quando giro, i tifosi che mi fermano. E’ davvero un bellissimo ambiente Bologna".
IL PADRE - "Tante volte mi rimprovera. Mi dice: ‘Che partita hai fatto, Toto? Non puoi giocare così, devi essere più cattivo, devi pressare’. Noi sappiamo che dopo la gara è meglio non parlarci: mi rilasso e il giorno dopo se ne discute. In fondo, papà mi rimprovera le stesse cose di Italiano: non la scampo".
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