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Sassuolo, l’ad: “Fallimento se non si riparte! C’è chi può nascondere i positivi con finti infortuni…”

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Presa di posizione dura in una lunga intervista da parte di Giovanni Carnevali. L’ad del Sassuolo, uno degli uomini di spicco in Lega Calcio, al Corriere dello Sport in esclusiva si fa sentire in merito alla ripartenza del campionato e ai...
Fabrizio Romano

Presa di posizione dura in una lunga intervista da parte di Giovanni Carnevali. L'ad del Sassuolo, uno degli uomini di spicco in Lega Calcio, al Corriere dello Sport in esclusiva si fa sentire in merito alla ripartenza del campionato e ai problemi che ne conseguono.

IL CALCIO MUORE - "Lasciami dire una cosa: se noi vogliamo far morire il calcio siamo sulla strada giusta, qua siamo tutti pazzi, mi rendo conto che stiamo vivendo una situazione di grande emergenza, ma perché costruire tutta questa confusione?".


FINIRE LA SERIE A - "Le società si sono già pronunciate sul fatto che questo campionato va finito. Se qualcuno non vuole farlo, lo dica apertamente ed esca allo scoperto. Magari è vero che alcune società danno un occhio alla classifica, ma qua dobbiamo pensare alla Serie A, a non affondare".

DANNIENORMI - "Faccio i conti in tasca nostra: i danni sono enormi anche se si torna a giocare, ma se non torniamo è un disastro. La verità è che abbiamo gestito male tutto, ci ritroviamo a pochi giorni dall’inizio degli allenamenti e non conosciamo ancora le modalità del protocollo, quando invece già avremmo dovuto conoscere anche il protocollo delle partite. Se è un problema insormontabile il primo, figuriamoci il secondo. E allora sai cosa penso?".

LA QUARANTENA - "Oggi chi decide tutto sono medici e virologi, ma sarebbe stato importante che avessero ascoltato il parere anche dei dirigenti sportivi. La quarantena come è scritta oggi va tradotta così: il calcio italiano non deve ripartire".

LE DATE - "A parte che io avevo votato per far ripartire il campionato il 20 giugno e non il 13, se vogliamo finirlo dobbiamo fare soprattutto gli interessi del nostro sistema calcio, e poco importa se lo finiremo a metà agosto. Poi, per quanto riguarda il ritiro, sarebbe stato più logico farlo 15 giorni prima che cominciasse il campionato, e ora avremmo potuto continuare ad allenarci regolarmente".

RISCHIO FALLIMENTO - "I miei giocatori sanno che qualche rischio devono affrontarlo per il bene del sistema, non è una questione di paura, ma di far continuare a vivere il calcio. Ora come ora le partite e il gioco devono essere messi in secondo piano, e anche i tifosi devono capirlo, perché come ti ho detto qua c’è il forte rischio che tante società debbano portare i libri in tribunale, arriva il fallimento dei club e poi il calcio non c'è più".

I POSITIVI NASCOSTI - "Tutto dovrà essere organizzato al massimo della trasparenza, perché il problema che qualcuno possa nascondere un positivo e lo faccia passare da infortunio, volendo che il campionato continui, e che qualcun altro invece lo faccia uscire, volendo che il campionato si fermi, eccome se può saltare fuori...".