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Sarri: “Mi manca Higuain: è una macchina infernale! Insigne il top, Bernardeschi, Chiesa e Mertens…”

Sarri: “Mi manca Higuain: è una macchina infernale! Insigne il top, Bernardeschi, Chiesa e Mertens…” - immagine 1
“A Napoli abbiamo avuto bisogno di qualche settimana, ma la Serie A è diversa. Qui mi sono detto “occhio, Maurizio, hai sognato per una vita quest’approdo, cerca di essere te stesso”. E ho visto che i meccanismi hanno funzionato da...
Alessandro Cosattini

“A Napoli abbiamo avuto bisogno di qualche settimana, ma la Serie A è diversa. Qui mi sono detto “occhio, Maurizio, hai sognato per una vita quest’approdo, cerca di essere te stesso”. E ho visto che i meccanismi hanno funzionato da subito, i risultati ci hanno spinto. Se ho sofferto durante la trattativa? La sofferenza è una cosa diversa. Anche se vedo che continua a riversarmi parole di ogni tipo (non nomina De Laurentiis, però alza lo sguardo, ne accende un’altra e si capisce che l’istinto gli direbbe di continuare, ma è forzatamente padrone della sua razionalità). Fammi una cortesia, chiudiamo qui questo discorso. Tanto, io amerò Napoli e i tifosi del Napoli per tutta la vita. E so cosa pensano di me, come lo pensano e quando lo pensano. Sempre. Il nostro è un amore indissolubile, eterno”. Parola di Maurizio Sarri, che ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport. Dai retroscena sul Napoli al nuovo Chelsea, l’allenatore si è raccontato a 360 gradi dall’Inghilterra.

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NAPOLI - “L’altra sera… mi sono entusiasmato durante Napoli-Liverpool. Eccellente prestazione, fino all’ultimo respiro. Ho dichiarato, da tifoso, che mi fa piacere pensare di averli stancati qualche giorno prima quando sono venuti a Stamford. Ma l’interpretazione del Napoli è stata da grande squadra”.


INSIGNE - “Il miglior calciatore italiano. Lo hanno votato in un sondaggio del Corriere dello Sport-Stadio? Hanno fatto bene. Oggi vince lui. La sua svolta? Semplice, crede in se stesso. Ora di più, sempre di più. Si è scrollato di dosso le incertezze e le paturnie di chi deve essere protagonista nella squadra della sua città. Se ci pensi, era questione di tempo. E non credo proprio che sia un problema di posizione: certo, se gioca più vicino alla prima punta inquadra la porta meglio perché ha la classe e i colpi. Ma lui può fare di tutto: lo avevo pensato trequartista, poi l’ho spostato come esterno offensivo. La tattica e la tecnica sono il pane, io sono sempre qui a insegnare, ma poi ci devi mettere qualcosa di tuo. L’ultimo passaggio è il dna che si sveglia e che ti urla “vai, spacca il mondo”. Questa è la sintesi di Lorenzo. Ora non deve più staccare la spina, ha inquadrato il problema e si è preso la ribalta, non soltanto quella del Napoli”.

HAZARD - “Immenso. L’aggettivo rende l’idea della sua classe, forse neanche lui sa quanto e come possa ancora migliorare. Ho detto che può finire nella ristretta cerchia dei primi tre o quattro in circolazione. Lui gioca per divertirsi e certe volte non si rende conto quanto sia importante passare dal divertimento al raccolto. Se io semino bene bene, prima o poi mi presento alla cassa. Il suo è un pregio, ma se vuoi un potenziale limite. Perché devi alzare gli occhi e devi capire che hai un mondo davanti. E che quel mondo lo puoi orientare con giocate che facciano la fortuna del collettivo, non la tua individuale. Lui in scadenza nel 2020? Ma lui resta qui, ha speso belle parole per me, non me l’aspettavo”.

DAVID LUIZ - “Ragazzo dolcissimo, di una disponibilità esemplare. Professionista dentro”. 

SCELTE - “Troppi difensori? Tu lo sai, non faccio il mercato. Se avevo chiesto Rugani? Io non chiedo. Se è un mio limite? Possibile, ma sono fatto cosi. Io alleno quelli che ho, quelli che mi danno, ho rispetto per chi deve far quadrare i conti e per gli uomini che si occupano di altre vicende. E’ noto il mio pensiero sui mesi dedicati alle trattative. Li odio: summit, vertici, confronti, rotture di balle. Voi ci fate trasmissioni e pagine intere, io farei trasmissioni e pagine intere sui problemi del calcio italiano. Quelli irrisolti e temo irrisolvibili. Ma a voi piace così, io non vedo l’ora che rotoli il pallone, la goduria di un allenamento”. 

FABREGAS - “Cosa vuoi che rivaluti? Fabregas ha una qualità immensa, è tornato da un infortunio. Sono orgoglioso di averlo con me, ci darà una grossa mano”.

JORGINHO - “C’è stata la possibilità che venisse con me, che lavorasse ancora con me. Lui sa cosa chiedo, mi capisce al volo. L’avevo trovato a Napoli un po’ in bilico, ora il suo cartellino vale una tombola. E’ nel giro della Nazionale. Ma contano gli equilibri, Jorginho aiuta e guida gli altri. Perché gli altri sono coinvolti, le mie squadre sono queste”.

DE LAURENTIIS - “Io via per soldi? Se continui, non ti invito più a pranzo. Non voglio più rispondere, non mi interessa. Penso alla prossima partita e al ciclo di ferro che abbiamo. Qui è importante tutto, l’Europa League, la Coppa di Lega, la FA Cup: giusto. Io non posso guardare indietro, Napoli resta sulla mia pelle. Ma ora basta, per favore”. 

NUOVO SARRI - “Tifo per Marco Giampaolo. Io sono arrivato a quasi sessanta anni, lui è in grado di prendere un altro ascensore, con tutto il rispetto per la Samp. Un Sarri 40enne? De Zerbi, perché è un Sarri più coraggioso di quando Sarri aveva quaranta anni. Ci sono cose che decidi di fare o di non fare, ci sono momenti in cui vorresti e invece freni. Ci sono situazioni tali da farti venire il rimpianto “cazzo, avrei dovuto imporre quella scintilla nata dentro di me”. E invece rimandi, aspetti, ti penti, non incidi, forse ti snaturi. De Zerbi ha saltato questi passaggi. Alla sua età non ha paura, le idee al potere. Se sbaglia paga lui, se non sbaglia o sbagliano gli altri paga lo stesso. Quindi, è meglio mettere la faccia subito. Complimenti sinceri, in certe cose mi ci rivedo vent’anni dopo. Ma lui le sta facendo adesso, vent’anni prima. E credo di essermi spiegato”.

HIGUAIN - “Se mi manca Higuain? Moltissimo. Se lo avrei voluto al Chelsea? Attento, non equivocare. Mi manca perché lui farà gol fino a quando vivrà. Lui è il gol, un animale da gol, una macchina infernale, il jackpot sistematico e automatico. Se lo avrei voluto qui? Sono contentissimo di Giroud che fa un lavoro enorme per la squadra. E di Morata che ha un talento innato, presto lo dimostrerà. Se lo avrei voluto? Come rispondo, sbaglio. Perché poi equivochi davvero e, pur non volendo, mi metti in bocca parole che non ho detto. Una cosa te la posso regalare, magari è un titolo. Gonzalo è andato via da Napoli presto. Se fosse rimasto anche la stagione successiva, io penso che... (pausa, si tocca la barba, si sistema gli occhiali)... ci sarebbero state le condizioni per vincere. Higuain era entrato in meccanismi fantastici, ci capivamo io e lui, feeling impressionante con i compagni. Sincronismi perfetti, il rimpianto magari resterà”.

REINA - “Mi dispiace che nel Milan non giochi, spero che si senta comunque realizzato come uomo”.

MERTENS O MILIK - “Mertens e Milik, che domanda è? Mertens perché lo abbiamo inventato prima punta ed è stato un trionfo. Milik perché, malgrado tutta la filosofia che è stata fatta, ha segnato 16-17 gol pur essendo reduce da due crociati. Di più non si poteva chiedere”.

TRE MIGLIORI - “Chi con Insigne sul podio? Di sicuro Bernardeschi, stravedo. Sta crescendo al punto da poter diventare presto un autentico fuoriclasse. Metto Chiesa sul terzo gradino del podio. Talento purissimo, generoso, dinamico: ha i colpi del predestinato, basterebbe lavorarci ancora un po’ per la definitiva consacrazione”.