RIGORI - “Finora io e Bajrami siamo a 3 e 3, è sempre andata bene. Non funziona che ce li giochiamo in campo, dipende anche dalle partite. Le ultime sarei stato io a calciarlo ecco. Prima di tutto dipende dalla formazione, poi anche dagli allenamenti, perché si provano e partono le sfide. Tipo chi fa più gol in settimana tira la domenica, queste cose qui. Si provano negli ultimi giorni di allenamento”.
IDOLO - “Da sempre il mio idolo è stato Ibrahimovic. Ci ho giocato contro due anni fa, Milan-Genoa, sono emozioni forti. Io avevo comprato la sua maglia quando era all’Inter, poi l’ho visto in campo da avversario, è un’emozione particolare e non facile da gestire. Sono tante cose che fanno piacere e fanno sentire realizzato. L’avevo salutato, avevamo vinto noi la partita, era abbastanza incazzato e ho evitato di chiedere certe cose. Ma abbiamo lo stesso procuratore e quindi ho avuto modo di conoscerlo, di parlarci, di conoscere una bella persona. Posso mettere a confronto la sua prima maglia che avevo comprato e quella che mi ha dato lui”.
INTER CON CONTE - “Tante volte mi son sentito dire che ho buttato via un anno, ma non è stato assolutamente così. Pur non giocando, ho appreso tanto, forse più di sempre. Ero consapevole della scelta fatta, in attacco l’Inter era piena di campioni. Abbiamo fatto - io e il mio agente - questa scelta per lavorare con Conte, sapevo che avrei potuto lavorare e imparare tanto. Non mi sento di dire che ho perso un anno, ho imparato tanto dal mister e dai compagni. Lukaku è un gigante buono, una delle persone più buone con cui mi sia mai rapportato. È molto calmo, ho grandi ricordi di lui, tante volte mi dava consigli o veniva da me a farmi ridere. Mi ha aiutato tanto in certi momenti, dava molti consigli Romelu. Il più prezioso è come usare il fisico, mi diceva che dovevo usare bene il mio corpo e quest’anno sto cercando di metterli in pratica”.
IN SPOGLIATOIO - “Rimango quadrato (ride, ndr). Bisogna sempre avere un’immagine chiara e pulita. Faccio qualche uscita, ovvio, non sono sempre in casa. Ho 23 anni, mi piace uscire e quando posso lo faccio. Solo quando posso, questo è da specificare. È fondamentale dosare anche le uscite. Siamo ragazzi giovani, le nostre cose le facciamo come chi non gioca a calcio ecco. La differenza è che possiamo farle solo in determinati momenti, non quando vogliamo. Il più matto penso sia Bajrami, ma devo dire che è la squadra più tranquilla in cui sono stato. È veramente così. Anche alle cene di squadra, mai sopra le righe, è un gruppo molto posato e tranquillo. Fuori dal campo non ci saranno mai problemi, ci posso mettere la mano sul fuoco. Bajrami è l’uomo della musica, mette canzoni albanesi che piacciono solo a lui (ride, ndr). Oppure La Mantia che mette canzoni italiane e cantiamo, facciamo gruppo. Andreazzoli non si ferma, lo spogliatoio è sacro dei calciatori”.
MONDIALI - “Può essere un obiettivo, arrivare in Nazionale e fare competizioni importanti. È sicuramente un obiettivo. Ho fatto tante partite nelle giovanili, è diverso dal club. Devi riuscire a fare gruppo subito, l’Europeo Under 19 e il Mondiale Under 20 sono state tra le esperienze più belle della mia vita. La maglia della Nazionale fa effetto. Voglio arrivare ai prossimi Europei e Mondiali”.
DOPPIA CIFRA - "L’obiettivo va raggiunto, da 10 in poi. Ci arrivo e vi regalo una mia maglietta e decidete se tenerla in studio o creare un giochino per chi vi segue e farla vincere ecco, metterla in beneficenza”.
FIORENTINA - “Sono carichissimo, il derby è derby. All’andata abbiamo goduto vincendo all’ultimo”.
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