BREAKING – Milan, ecco l’esito degli esami strumentali di Gabbia e cosa filtra sui tempi di recupero
SPALLETTI - "Cambio sempre, ogni giorno. E quello che conta, ed è importante, è continuare a cambiare, a crescere, a fare un passo sempre in avanti. La mia crescita è legata a Spalletti: lui crede in me. Mi dà stimoli, mi fa lavorare sodo e non mi fa fermare mai. E con lui è tutto più semplice perché capisci che è un lavoro che ti fa fare per migliorare ancora. È solo l'inizio per me, non ho raggiunto ancora nessun traguardo".
INTER - "L'infortunio è stato pesante, come l'operazione e il lungo periodo in cui sono stato fermo. Noi stiamo con la testa già lì a Milano, non vediamo l'ora di ripartire. Nessuno di noi pensa che questi 8 punti di vantaggio sulla seconda diano delle garanzie per il futuro. Il campionato è lunghissimo e sappiamo che non dobbiamo mollare mai per conservare il primo posto. Nella testa c'è solo questo: e poi a Milano quest'anno abbiamo già vinto contro una grande squadra come il Milan".
MASCHERA - "Ha influito? Non ci penso proprio. Non c'entra nulla l'aspetto mentale, la mascherina è una protezione fisica e me la tengo. Non è una cosa di scaramanzia, sono più tranquillo così: la mia faccia la proteggo meglio indossandola. E non me la tolgo".
SFIDE - "In realtà solo a Wolfsburg ho pensato, solo per qualche istante, di poter mollare tutto. Ma è un pensiero che uno come me non ha mai accettato perché giocare al calcio, fare gol, è il sogno di sempre, è lo scopo della mia vita. E poi come potevo farlo, sapendo anche di avere delle responsabilità nei confronti delle mia famiglia? Più mi dicevano che era difficile e più aumentavo l'impegno, la forza. Io sono quel tipo di persona a cui se dicono che non può fare una cosa, fa di tutto per dimostrare il contrario. Io vivo di sfide, io vivo per superare me stesso. Non mi tiro mai indietro perché devo sempre dimostrare di essere capace di riuscire in ogni cosa".
PADRE - "È la cosa più fantastica che poteva capitarmi: io la celebro dopo ogni gol, facendo il gesto dell'iniziale del suo nome, H. Si chiama Haly. La voglio sempre vicino a me, perché è questo il ricordo che anche io ho sempre di mio padre: lui al mio fianco. Sempre. Il tempo con lei è prezioso, voglio che diventi una donna che senta sempre di avere il padre al suo fianco".
RAZZISMO - "È un tema abusato sui social, dai tifosi rivali. Qui a Napoli mi sento in un posto accogliente, comprensivo, dove non ho mai avvertito nulla di discriminatorio. Non ci penso al razzismo, io penso a fare gol. Qui nel Napoli siamo tutti una famiglia, e poi qui sono tanti i calciatori di colore ed è bello ricevere tutto questo amore da parte dei tifosi azzurri".
PRIMO POSTO - "Dobbiamo continuare così come abbiamo fatto in tutta la stagione. Dobbiamo lavorare forte, come se non fossimo davanti a tutti in classifica, senza pensare a chi non vede l'ora che arrivi una nostra sconfitta. L'Inter rappresenta un grande faccia a faccia, vogliamo vincere ma non sarà facile. Non andremo lì pensando di avere 8 punti di vantaggio sul secondo posto, sarebbe un errore. Abbiamo calciatori forti, di qualità che possono portarci alla vittoria in ogni momento della partita: vogliamo iniziare il 2023 così come abbiamo concluso il 2022".
GIOVANI - "Kvara, Raspadori e Kim? Sì, non sono sorpreso. Hanno dimostrato subito di avere qualità, si sono subito integrati in questa squadra che somiglia molto a una famiglia. E sono riusciti a farlo grazie a Spalletti. Facciamo sempre cose buone in campo, siamo felici anche perché vediamo che partita dopo partita continua il nostro percorso di crescita".
LEADER - "No, siamo tutti uguali ma c'è uno che è in cima a tutti ed è il nostro capitano, Di Lorenzo. È lui il nostro leader. Anche se poi la nostra forza è proprio la compattezza: contro l'Udinese, Anguissa, Mario Rui e altri si sono messi in prima linea per conquistare la vittoria. Per me e per tutti c'è una cosa che è imbattibile: l'amore dei tifosi".
MARADONA - "Ho visto la festa degli argentini nelle strade e nelle piazze di Napoli: impressionante. Non so neppure io cosa sia stato Maradona per Napoli, ma definirlo un dio non è una esagerazione. Ma lo è anche per questo club, per questa squadra. Per noi giocare nel Napoli significa anche onorare il suo nome: è un piacere, un motivo di orgoglio. Vogliamo vincere anche per rendere omaggio al suo ricordo, lui ha fatto così tanto per questa città e per questa squadra ed è bello vedere le sue immagini ovunque in giro, i murales, gli altarini. Qui Maradona esiste per sempre".
MBAPPÉ - "Anche se non è proprio un vero attaccante, ma per me lui è un vero fenomeno".
FUTURO - "Il futuro è questo momento. È vincere qualcosa di importante in Italia. Difficile poter pensare a qualcosa di meglio del Napoli: è una delle più grandi squadre di Europa, è un club straordinario, ed è normale che adesso sono concentrato solo su quello che dobbiamo fare in questa stagione. Perché non abbiamo fatto ancora nulla: dobbiamo vincere qualcosa. Poi vedremo cosa succederà".
MIGLIORARE - "Ho un video di quando avevo 17 anni che, in certi momenti, vado a rivedere. E lo faccio per capire il Victor di allora come è cambiato, in cosa è diverso. Metto a paragone ogni cosa, compresa la corsa. Sono stato capace di migliorarmi in tanti aspetti da allora e so che, grazie a Spalletti, sto continuando a migliorare. La mia concentrazione mi ha aiutato, così come le critiche costruttive, quelle fatte a fin di bene".
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