IMPRESSIONARE - “Spesso sì. Voglio che la gente si diverta quando viene a vedermi. Ma più che individualmente è meglio impressionare lo stadio come squadra, nel modo di giocare: il Bologna quest’anno lo ha fatto più di una volta. Provo un numero particolare in campo se è il momento giusto. Essere creativi è importante”.
DIFENSORI PIÙ DURI - “Acerbi, Buongiorno, Tomori: la qualità è molto alta”.
FUTURO - “No, no, non ci penso proprio. Per me esiste solo la partita con il Verona. Non sto qui a dire alla gente che andremo in Europa o in Champions, non lo so”.
MOTTA - “Il suo messaggio è uno: guardare avanti. Lo fai dopo una bella vittoria, dopo un errore o un gol, dopo una sconfitta. In campo ora i miei movimenti sono diversi. Mi ha dato libertà, mi permette di giocare un calcio cucito su misura. Ho una certa abilità, lui mi trasmette la fiducia per esaltarla: bella sensazione”.
FUORI DAL CAMPO - “Mi piace leggere: ora sono alle prese con Le 48 leggi del potere di Robert Greene. Poi la Play e le tagliatelle al ragù”.
SOGNO - “Il mio sogno è già diventato realtà. Il mio obiettivo? Il Verona. Non pianifico, vivo un giorno alla volta. Mi sento libero e creativo, sempre”.
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