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Zirkzee: “Futuro, seguirò il cuore e sceglierò il meglio per il Bologna. Motta e fare qui la Champions…”

Zirkzee: “Futuro, seguirò il cuore e sceglierò il meglio per il Bologna. Motta e fare qui la Champions…” - immagine 1
Joshua Zirkzee si racconta. A stagione finita, l'attaccante del Bologna ha parlato in una lunga intervista al Corriere di Bologna, ecco le sue dichiarazioni anche sul futuro.
Alessandro Cosattini

Joshua Zirkzee si racconta. A stagione finita, l'attaccante del Bologna ha parlato in una lunga intervista al Corriere di Bologna, ecco le sue dichiarazioni anche sul futuro (è accostato principalmente al Milan).

ARRIVO - "Sono arrivato qui lasciando il Bayern Monaco. Ero entusiasta di venire al Bologna perché volevo giocare. Il campionato era di alto livello, mi volevo misurare. Il club aveva già una visione ben chiara di cosa voleva fare: competere per entrare in Europa. Nessuno però avrebbe mai potuto pensare che questa stagione potesse andare così. C’era l’idea di poter entrare in Europa, ma passo dopo passo, non direttamente in Champions. A un certo punto della stagione però ci siamo detti: “Chi se ne frega, andiamo in Champions. Se dobbiamo conquistarci l’Europa prendiamoci il premio più grosso”. La direzione del club è sempre stata quella, ma onestamente nessuno si aspetta di arrivarci così in fretta".


LEADER - "Sono un giocatore migliore, di sicuro. Una stagione così ti fa guadagnare molti punti, anche sotto il profilo dell’esperienza. Devo dividere tutto con i miei compagni, persone fantastiche, il gruppo è davanti a tutto. Se ho provato a diventare un leader lo devo a Lollo De Silvestri. È venuto da me e mi ha detto: “Hai le capacità per essere un leader”. Studiavo il suo comportamento, lui è il cuore della squadra. Abbiamo un gruppo giovane e affamato, tutti sono leader, a modo loro. A turno siamo stati tutti capitani, è la dimostrazione che quando siamo chiamati a guidare il gruppo siamo capaci di farlo. Non siamo individualisti".

CHAMPIONS LEAGUE - "Arrivare al livello dei top? Ci devo credere, ne devo essere convinto, come giocatore devo avere fiducia nei miei mezzi e dire: “Sì, posso arrivare a quel livello”. Non avrebbe senso per me pensare il contrario. In Italia giochiamo già contro squadre di Champions League. Ok, non conosciamo la competizione, ma il livello sì, perché la serie A è di alta qualità, difficile. Sarà una grande sfida, molto eccitante. Sognavo di giocarla fin da bambino, l’ho vinta con il Bayern Monaco, ma ora sarà eccitante giocarla, perché con il club tedesco è come se non l’avessi fatto. Adesso invece ci sarò io in campo a vivere il momento".

FUTURO - "In questo momento la mia testa è solo a Bologna. Voglio recuperare dall’infortunio farmi delle belle vacanze negli States con i miei amici di infanzia e poi vedremo cosa succederà. Se potessi scegliere? Sceglierei il meglio per il club. Farò solo quello che ha senso per il mio cuore".

CHAMPIONS COL BOLOGNA - "Meglio giocarla col Bologna? Esatto, è quello che ho detto e lo ripeto. È chiaro che per me sarebbe bellissimo difendere questo traguardo raggiunto insieme. Quello che abbiamo vissuto in piazza Maggiore è stato indimenticabile".

MOTTA - "Quanto mi ha aiutato? Molto. Quando sono arrivato qui dall’Anderlecht venivo da una buona annata. La prima stagione a Bologna però non è stata come mi sarei aspettato. Tanti cambiamenti, una città nuova, davanti c’era Arnautovic. Avevo scelto di tornare con una missione: provare a me stesso e agli altri che ero un buon giocatore. E pure all’allenatore che l’anno scorso non mi aveva fatto giocare tanto. Motta? Non ho avuto un colloquio personale con lui. Io e lui non parliamo tanto, quando lo faceva era soprattutto per tenermi sulla corda, sul pezzo. Quando è stata certa la qualificazione in Europa, ha fatto un discorso a tutti: “Bene adesso siamo qualificati, ma voi che volete fare?”. E io gli ho risposto: “Meritiamo di andare in Champions League”. A quel punto siamo entrati come in un tunnel. Non ci ha voluto mettere addosso molta pressione, ma ci ha spiegato quel che dovevamo fare e quali partite dovevamo vincere: all’Olimpico con la Roma e a Napoli. Ha sempre dato a noi giocatori i meriti, ma tutto quello che abbiamo fatto è partito prima da lui".

GOL FUORI CASA - "Iniziamo col dire che per me i gol sono 12 e non 11: quello con il Sassuolo non me lo hanno dato ma è mio. Però davvero non ho idea per quale motivo mi viene più facile segnare fuori. L’ho chiesto pure io ai miei compagni. Dopo la vittoria all’Olimpico contro la Roma sono stato io a dire in spogliatoio: 'Avete visto, ho fatto gol un’altra volta in trasferta, come con Lazio, Fiorentina, Atalanta, Salernitana'".

GIOCARE A CAMPO APERTO - "Di certo è più semplice, ma il gol non è molto importante. Anzi mi correggo. Segnare è importante, di sicuro voglio farlo e mi piace, ma alla fine, soprattutto quando giochiamo in casa, vincere è quel che vale di più. Non dico così per caso. Ai miei numeri ci tengo, a fare gol anche, ma non sono un individualista, faccio parte di una squadra, quella è importante".

SPEAKER - "Fa molto ridere lo so. Ma l’ho fatto perché in Germania quando si segna lo speaker urla a tutti «Danke» e lo stadio risponde «Bitte», ma qui la gente non lo sa e il mio «grazie» è rimasto appeso. Ma fa lo stesso, è stata un’emozione comunque".

NIENTE EUROPEI - "Sono convinto che senza l’infortunio di marzo contro l’Inter me la sarei potuta giocare. Non sono riuscito a rispondere alla convocazione, se avessi potuto farlo magari l’allenatore mi avrebbe richiamato e oggi non sarei fuori dagli Europei. È una mia sensazione, non ne ho la certezza, ma il calcio è così. Avrò la mia opportunità".

MIGLIORARE - "In questa stagione il livello atletico è stato sempre molto alto. Spesso abbiamo cambiato interpreti, ma la mentalità è sempre stata la stessa. Non credo ci sia bisogno di aggiustamenti, l’unica cosa da fare è ripeterci. Sappiamo non sarà facile, ma pure quello che siamo in grado di fare quando siamo insieme e stiamo focalizzati sul lavoro da fare. Noi lo sapevamo che arrivare in Champions League era difficile, ma possibile. Dobbiamo essere pronti, reattivi mentalmente, crederci sempre e il resto viene col tempo".

SFIDARE LE BIG - "Pensate che bello potrebbe essere giocare con il Real Madrid al Dall’Ara. La nuova formula della Champions League è bella, dà più chance di qualificazione agli ottavi. Per il Bologna sarà difficile passare, ma se non ci credi che giochi a fare. Ce lo siamo meritati di stare lì e quando la partita inizia dobbiamo solo pensare a fare del nostro meglio. Se non ci credi è meglio restare a casa".

AI TIFOSI - "Posso dire solo grazie, la Champions League è un traguardo che loro si sono meritati per primi per tutto l’affetto che ci hanno dato e noi lo abbiamo sentito dentro e fatto nostro. Sono piccole cose, ma indimenticabili. Quando tornavo a casa i bambini mi bussavano alla porta e mi chiedevano di fare una foto. Oppure dopo una partita quando trovavo i tifosi fuori ad aspettarmi, quando mi scrivevano qualcosa sulla macchina, quando ordinavo un prodotto su Amazon e il ragazzo delle consegne mi scriveva sul pacco “grazie di tutto”. La gente ha fatto cose bellissime per me".