ADDIO AL CALCIO A 15 ANNI - "Sì, avevo lasciato il calcio e lo scout Diego Masili, con cui ho tuttora un rapporto, venne a saperlo in spiaggia e mi mandò un messaggio per fare un test. Una settimana dopo mi dissero: “Benvenuto, sei un giocatore del Boca”. Un paio di mesi dopo stavo quasi per andarmene: pensavo ancora all'hockey, che avevo lasciato mentre preparavo i Mondiali e la Panamericana Junior, ma loro mi hanno rassicurato, aiutato e alla fine sono rimasto. Ho iniziato presto ad allenarmi con la prima squadra e sarò sempre grato a Schelotto. Mi hanno dato un’opportunità che mi ha cambiato la vita".
ITALIA E ARGENTINA - "Stavo tornando dall'allenamento e mio padre mi ha raccontato che gli avevano detto che c'era questa possibilità. Non me lo aspettavo, essere convocato in Nazionale è la cosa più bella che possa capitare a un calciatore. Gli ho detto subito di sì, che avrei accettato senza dubbi. Il ct non ha dovuto convincermi, è stato tutto molto veloce. Quando ci siamo incontrati mi ha chiesto: “Sai perché ti abbiamo chiamato?” Gli ho detto "per giocare", e lui ha risposto: "Per segnare!" (ride, ndr). L'Argentina? Non ho avuto l'opportunità di parlare con nessuno della in nessun momento. Quando ho saputo dell'interesse di Roberto (Mancini, ndr) ho parlato con la mia famiglia e non ho esitato un secondo: indossare una maglia così bella e con così tanta storia è un onore".
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