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Raspadori: “Mi volevano Juve, Milan e Inter, ma sono felice al Napoli. Calo? Vi spiego”

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Giacomo Raspadori, attaccante del Napoli, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole sul suo modo di vivere lo spogliatoio: “Io spero di essere vissuto, anche dai miei compagni, come un leader silenzioso. Credo...
Marco Astori

Giacomo Raspadori, attaccante del Napoli, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole sul suo modo di vivere lo spogliatoio: "Io spero di essere vissuto, anche dai miei compagni, come un leader silenzioso. Credo di portare positività, di riuscire a creare energia. A poco più di vent’anni i “senatori” del Sassuolo e il mister De Zerbi mi hanno dato la fascia da capitano. Forse perché unisco, non divido. Cerco di fare squadra, non navigo in solitaria".

PRIMO IMPATTO - "Sin da subito essere qui è stato un motivo di orgoglio. Mi avevano cercato Juve, Milan, Inter ma sono felice di giocare nel Napoli, anche per la storia dei calciatori, vorrei ricordare solo Maradona e Juliano, che hanno indossato questa maglia. Io sono ambizioso e sapevo che questo era il luogo giusto: dopo il magnifico tempo trascorso al Sassuolo, avevo bisogno di uscire dalla mia comfort zone, di lottare per uno scudetto e nelle coppe internazionali. All’inizio è stato strano, ma qui c’è energia, si vive la gioia di vivere e si percepisce una passione per il calcio che è febbre e amore vero, collettivo, quotidiano. Sono felice, qui".


SCUDETTO - "Lo scudetto era nell’aria, quell’energia ci sospingeva. La città fibrillava, e noi con lei. E’ stata una vittoria della squadra, dell’allenatore, della società. Ma anche di tutta la città: si percepiva un desiderio comune, un’attesa vissuta in ogni casa che poi è diventata gioia collettivaW.

STAGIONE CORRENTE - "Non credo ci sia qualcosa di particolare. Penso sia fisiologico, dopo la vittoria dello scudetto. Non è un alibi, ma l’anno scorso è stato emotivamente dispendioso, non siamo abituati a vincere, non abbiamo sempre la cattiveria che discende da quella convinzione. Dobbiamo ritrovarla, ci stiamo lavorando. Siamo una grande squadra. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo mai".

A CHI SI ISPIRA - "Aguero. Sia per caratteristiche fisiche che per modo di stare in campo. Poi Di Natale, Rooney, Tevez".

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