LAUTARO - "È un lavoratore serio, se lo vedete così è perché ci tiene tantissimo. Si impegna al massimo ed è uno che mette tutto se stesso in campo ogni giorno. È il suo modo di essere leader. In ritiro mi ha accolto benissimo fin dal primo minuto, dandomi qualche indicazione da attaccante a attaccante. Ma la cosa che mi ha commosso e che mi porterò per sempre dentro è il messaggio che mi ha scritto quando è arrivata la prima chiamata con la Nazionale maggiore. Gliene sarò sempre grato".
INTER - "È vero, è cambiato tutto in un lampo, ma la mia fortuna è che sono molto autocritico e non mi accontento mai. A volte capita che non mi goda neanche i successi perché sono focalizzato già sulla partita successiva. Penso sia questo il mio segreto. Il perché riesca a rimanere in equilibrio".
GIOVANI - "Giochi due partite bene e sei l'idolo di tutti, ne sbagli due e diventi uno scarparo… Sta tutto nel trovare l’equilibrio, nel riuscire a giudicare e giudicarsi a prescindere dai momenti. Non esiste carriera senza alti e bassi".
GATTUSO - "Mi dice di stare sereno e non addossarmi troppe responsabilità, perché per lui è già straordinario quello che sto facendo. E comunque giocare per l’Italia è il sogno di ogni bambino, è incredibile, mi viene la pelle d’oca quando penso a quella maglia. Io come Vieri? So chi è Bobo e sono onorato di un paragone simile".
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