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Ospite al Festival dello Sport, Zlatan Ibrahimovic ha parlato anche dal caso scommesse che vede coinvolto Sandro Tonali: "So poco di questa storia, non avevo mai notato nulla di strano in lui. Però non si giudica prima di non sapere tutto. Se davvero è malato del gioco bisogna aiutarlo perché è come una droga. Anche io ho giocato al casinò perché ognuno fa quello che vuole con i suoi soldi. Però bisogna capire la situazione.
Quando sbarcò al Milan Tonali era arrivato dal Brescia e aveva appena realizzato il suo sogno. Nel primo anno era troppo tifoso, gli dissi che così non andava bene. Doveva fare un ulteriore passo ed essere decisivo per far felici i tifosi. Si vedeva da subito che era forte, ma giocare nel Brescia con tutto il rispetto non è come giocare al Milan. Altre pressioni, altra mentalità, altri obiettivi. Al Milan se perdi io sono il primo che arrivo a dirtelo, poi l’allenatore, il club e i tifosi. Chiaro che serve del tempo per crescere, così come devono essere d’aiuto i compagni. Il calcio è sempre uno sport collettivo non è individuale", le sue parole riprese da TMW.
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