MERCATO - "Il mercato lo fa Corvino, io faccio già a fatica il mio mestiere. Penso ad allenare i calciatori che ho a disposizione".
CAMBI TARDIVI - "Nel calcio non abbiamo mai la controprova. Faccio le cose che ritengo opportune, la squadra aveva equilibrio e l'equilibrio è importante. Pierotti sappiamo che è un giocatore affidabile, non volevamo rischiare Gallo. Karlsson è arrivato ieri, non sa nemmeno dove sta. Deve imparare a conoscere i compagni. Non è che arriva e fa, si mette a disposizione e lavora. Noi pensiamo che sia un giocatore che possa aggiungere qualità. Viene da un periodo in cui ha giocato pochissimo, nel calcio quando sei fuori da un po' non è semplice, devi rimetterti in carreggiata. Siamo fiduciosi, pensiamo possa darci una mano per il nostro obiettivo".
MIGLIOR PARTITA - Abbiamo fatto probabilmente la miglior partita statisticamente parlando, ma non si è tramutata in pericolosità offensiva”.
ANALISI - "La tua lettura è giusta, confermata anche dai numeri. Abbiamo fatto probabilmente la miglior partita statisticamente parlando, ma questo non si è tramutato in pericolosità offensiva. Buon predominio, baricentro alto… tante cose fatte bene come non ci era mai capitato, cose non nelle nostre corde. Però tutto questo non si è tradotto in pericolosità offensiva. La partita più difficile è quella di oggi, perché dovevamo proporre qualcosa per vincere. Ecco perché ritengo sia stata la migliore del Lecce e la più difficile delle altre che abbiamo giocato finora. L'unica volta che siamo andati in vantaggio è stato con il Monza dopo tre minuti. Invece oggi, per 95 minuti, abbiamo dovuto proporre, cercare di far gol, mantenere gli equilibri, perché il Genoa è una squadra pericolosa, come dimostrano le statistiche delle ultime trasferte".
ATTACCO - "Stavo analizzando la partita e i numeri. Questa supremazia, questo 60% di possesso palla, questi 13 minuti nella metà campo avversaria, sono numeri che fanno parte del DNA di questa squadra, anche per le caratteristiche che ha. Il Lecce si è assunto dei rischi, ha cercato di manovrare quando c'era da manovrare, è stato verticale quando c'era bisogno di esserlo. Quella supremazia non si è tramutata in grande pericolosità offensiva. Non siamo stati concreti nel realizzare, ma questo non mi preoccupa affatto, è un dato puramente statistico".
PIERRET - "Il ragazzo, quando sono arrivato, era fuori per infortunio. Quando è rientrato, l'ho utilizzato da difensore centrale perché eravamo carenti e, quando devi fare partite 10 contro 10, qualcuno devi mettere dietro. Lui era l'unico che si prestava. A Como aveva fatto 5 allenamenti da centrocampista, con tutto quello che ne derivava dal suo rientro. Questa settimana, invece, si è allenato sempre lì, nel suo ruolo. Mi è piaciuto per personalità, ha riempito il campo, ha saputo giocare la partita. È stato bravo rispetto a Como, dove aveva delle attenuanti".
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