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Giampaolo: “Karlsson arrivato ieri, non sa nemmeno dove sta. Dorgu, Pierret e l’attacco…”

Giampaolo: “Karlsson arrivato ieri, non sa nemmeno dove sta. Dorgu, Pierret e l’attacco…” - immagine 1
L’allenatore del Lecce Marco Giampaolo ha parlato così dopo lo 0-0 contro il Genoa, ecco le sue parole a Dazn e in conferenza riprese da Tmw.
Guglielmo Cannavale

L’allenatore del Lecce Marco Giampaolo ha parlato così dopo lo 0-0 contro il Genoa, ecco le sue parole a Dazn e in conferenza riprese da Tmw.

PARTITA - "Abbiamo fatto una buona partita, purtroppo senza portare a casa il risultato pieno. Ci è mancato qualche dettaglio. Oggi è stata la partita più difficile giocata dal Lecce finora, perché oggi bisognava saper giocare per vincere. Oggi bisognava proporre, anche rischiando qualcosa. Con il Monza siamo andati avanti dopo tre minuti, cedendo il pallino all'avversario. Oggi non siamo mai stati nella nostra comfort zone, bisognava esporsi tecnicamente. Ritengo sia stata la partita migliore, non è arrivata una vittoria ma pazienza".


FATICA A SEGNARE - "Dobbiamo allenarsi per portare qualche giocatore in più a riempire l'area. Questo puoi farlo se fai un passaggio in più. Alcune volte è necessario circondare l'avversario, palleggiare negli ultimi 35 metri per riempire di più l'area. Ti devi assumere più rischi nel palleggio. Oggi abbiamo avuto la pecca di non concretizzare, abbiamo qualcosa da rimproverarci ma non voglio fare la predica ai miei calciatori. Ho fatto loro i complimenti perché oggi era una partita difficile. Negli ultimi venti metri ci è mancato qualcosa".

DORGU - "Lui attacca sempre, l'idea è sempre quella di andare. E' un bel requisito. Anche lì ti assumi dei rischi, è capitato di avere entrambi i terzini alti oggi. A lui importa poco se gioca alto o basso, a destra o a sinistra. Bisogna capire dove farlo rendere meglio e per me è nel ruolo dove ha giocato oggi. Gallo poi era in affanno e lo abbiamo rimesso dietro".

MERCATO - "Il mercato lo fa Corvino, io faccio già a fatica il mio mestiere. Penso ad allenare i calciatori che ho a disposizione".

CAMBI TARDIVI - "Nel calcio non abbiamo mai la controprova. Faccio le cose che ritengo opportune, la squadra aveva equilibrio e l'equilibrio è importante. Pierotti sappiamo che è un giocatore affidabile, non volevamo rischiare Gallo. Karlsson è arrivato ieri, non sa nemmeno dove sta. Deve imparare a conoscere i compagni. Non è che arriva e fa, si mette a disposizione e lavora. Noi pensiamo che sia un giocatore che possa aggiungere qualità. Viene da un periodo in cui ha giocato pochissimo, nel calcio quando sei fuori da un po' non è semplice, devi rimetterti in carreggiata. Siamo fiduciosi, pensiamo possa darci una mano per il nostro obiettivo".

MIGLIOR PARTITA - Abbiamo fatto probabilmente la miglior partita statisticamente parlando, ma non si è tramutata in pericolosità offensiva”.

ANALISI - "La tua lettura è giusta, confermata anche dai numeri. Abbiamo fatto probabilmente la miglior partita statisticamente parlando, ma questo non si è tramutato in pericolosità offensiva. Buon predominio, baricentro alto… tante cose fatte bene come non ci era mai capitato, cose non nelle nostre corde. Però tutto questo non si è tradotto in pericolosità offensiva. La partita più difficile è quella di oggi, perché dovevamo proporre qualcosa per vincere. Ecco perché ritengo sia stata la migliore del Lecce e la più difficile delle altre che abbiamo giocato finora. L'unica volta che siamo andati in vantaggio è stato con il Monza dopo tre minuti. Invece oggi, per 95 minuti, abbiamo dovuto proporre, cercare di far gol, mantenere gli equilibri, perché il Genoa è una squadra pericolosa, come dimostrano le statistiche delle ultime trasferte".

ATTACCO - "Stavo analizzando la partita e i numeri. Questa supremazia, questo 60% di possesso palla, questi 13 minuti nella metà campo avversaria, sono numeri che fanno parte del DNA di questa squadra, anche per le caratteristiche che ha. Il Lecce si è assunto dei rischi, ha cercato di manovrare quando c'era da manovrare, è stato verticale quando c'era bisogno di esserlo. Quella supremazia non si è tramutata in grande pericolosità offensiva. Non siamo stati concreti nel realizzare, ma questo non mi preoccupa affatto, è un dato puramente statistico".

PIERRET - "Il ragazzo, quando sono arrivato, era fuori per infortunio. Quando è rientrato, l'ho utilizzato da difensore centrale perché eravamo carenti e, quando devi fare partite 10 contro 10, qualcuno devi mettere dietro. Lui era l'unico che si prestava. A Como aveva fatto 5 allenamenti da centrocampista, con tutto quello che ne derivava dal suo rientro. Questa settimana, invece, si è allenato sempre lì, nel suo ruolo. Mi è piaciuto per personalità, ha riempito il campo, ha saputo giocare la partita. È stato bravo rispetto a Como, dove aveva delle attenuanti".