Il bocciato della Juve contro il Napoli è il giovanissimo Nonge, classe 2005. Così l’analisi della Gazzetta dello Sport: “E’ una delle storie della serata, quella di Joseph Nonge Boende. In campo 14 minuti, i suoi primi in carriera...
Il bocciato della Juve contro il Napoli è il giovanissimo Nonge, classe 2005. Così l'analisi della Gazzetta dello Sport: "E’ una delle storie della serata, quella di Joseph Nonge Boende. In campo 14 minuti, i suoi primi in carriera al Maradona. Vissuti pericolosamente, a loro modo decisivi. Entra al 76’, esce al 90’. In mezzo (anche) il patatrac, il rigore procurato su Osimhen da cui è nato il gol decisivo di Raspadori. E fin qui ci sta, il più classico errore di gioventù, per quanto sanguinoso. Ma vederlo uscire già prima del triplice fischio - per far spazio a… Danilo - è una mossa che ha colpito. Il sipario più triste. Il quarto d’ora di Nonge a Napoli non è stato solo il fotogramma che ha fatto decidere a Mariani per il rigore. Le cifre: un lancio positivo, tre duelli di cui uno vinto, un fallo subito e due falli fatti. Uno di troppo. Minuto 88, Osimhen dal limite è raddoppiato da Rugani e Bremer. In aiuto rincula lo stesso Nonge a dar manforte e allunga il piede destro malandrino. Lo allunga male: diventa un pestone sulla caviglia del nigeriano, è rigore. Dopo il gol preso, la decisione di Allegri: fuori Nonge, dentro Danilo. Fuori l’ultimo entrato: ci saranno state motivazioni tattiche (al 90’... per far entrare Danilo…) ma dopo quell’errore l’apparenza era quella di una bocciatura istantanea. Provare a pareggiarla, in quel momento, era più importante dell’apparenza. Riflessione: se Nonge non poteva stare in campo nel finale, Danilo non poteva entrare un quarto d’ora prima? In quel quarto d’ora la Juve ha perso. E un ragazzo rischia di essersi bruciato".