SQUADRA - "Noi dobbiamo crescere in mentalità. Penso che tatticamente abbiamo dimostrato tutta la stagione che siamo una squadra forte, offensiva e difensivamente. Mancava quel pezzettino, però questo te lo dà l'esperienza, te lo dà la maturità della categoria. Alcune volte dimentichiamo che abbiamo giocato con tanti, tanti giocatori di Serie B e molto, molto giovani. Io ho creduto dall'inizio, anche quando mi dicevano tante cose, perché conosco i ragazzi e so che questa è una crescita. Per questo sempre parlo di crescita, di continuare a lavorare con il nostro messaggio, non perdere mai quella fede e quel coraggio con cui vogliamo fare le cose. Adesso sta pagando, sta ripagando tutto il lavoro".
GOLDANIGA - "Propositivo anche in fase offensiva? Sì, io non voglio parlare tanto di questo perché non ho lavorato mai prima con Edoardo. Tanti allenatori che sono venuti a Monza e che hanno lavorato con lui mi hanno parlato di questo, però io dal primo giorno quando è arrivato qua è stato un vero leader in Serie B, ha fatto crescere tanto la squadra. La sua maturità, la sua personalità. È un giocatore che quando lo hai nella tua squadra, almeno con noi, l'anno e mezzo che è stato qua, mi posso fidare di lui perché è un ragazzo d'oro. A parte questo, è un giocatore che si vede che è uguale, avete 29, 20, 35 anni, si può sempre imparare, si può sempre adattare a situazioni, però deve avere l'intelligenza e il carattere di volerlo fare e per questo io con i miei ragazzi sono contentissimo di quello che ho nella mia squadra. Ha fatto tanto per noi in un anno e mezzo, sempre disponibile a imparare e crescere, giocando in una maniera diversa per lui rispetto al passato. Ci vuole tempo per il nostro tipo di lavoro, lo so, cerco di gestire tutto al meglio".
GOL DI DIAO - "Mi piace giocare così, se posso mandare in porta l'attaccante con due passaggi è meglio piuttosto che farne 20. La squadra ha coraggio, personalità, è quello che chiedo".
FUTURO - "Sento mio questo progetto. E' un progetto chiaro, ed è importante che non ci siano alti e bassi. Per crescere le idee devono essere forti, io poi credo nell'importanza del lavoro".
GIOVANI - "E' un lavoro di gruppo. Io sono il responsabile del progetto calcistico. Abbiamo fatto degli errori, ma è normale. Per crescere bisogna sbagliare, questo vale nel calcio come nella vita. Nella squadra vedevo aspetti che mi piacevano e altri aspetti che mi piacevano meno. Ho deciso che la nostra strada doveva essere quella dei giocatori giovani con talento e fame. Poi ci sono giocatori più di esperienza, come Vojvoda, che ti aiutano in certe situazioni".
COSA GLI PIACE - "Mi piace soprattutto che sono molto giovani, giocano con un coraggio, una personalità che fa un piacere enorme di allenare e di vedere. Devono crescere tantissimo ancora, questo è solo l'inizio della sua carriera, però devono continuare così perché il calcio si dimentica di tutto ciò che hai fatto, solo conta ciò che hai fatto oggi e da oggi solo ciò che farà domani. Devono continuare e per questo io sono qua, per mettere il piede in terra tutto il tempo e per farci altra strada da fare".
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