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Ds Fiorentina: “Gudmundsson, noi ci siamo tutelati ma cosa filtra! Su Nico, Kean, Roque, Kayode…”

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Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, ha parlato oggi in conferenza stampa tornando anche sul processo che coinvolge Albert Gudmundsson. Le sue parole riprese da FirenzeViola.
Andrea Agostinelli

Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, ha parlato oggi in conferenza stampa tornando anche sul processo che coinvolge Albert Gudmundsson. Le sue parole riprese da FirenzeViola.

GUDMUNDSSON - "La trattativa più difficile? Quella di Gudmundsson. È partita a gennaio ed è finita ora a fine mercato, ma le operazioni nel calcio sono sempre stranissime. Una settimana prima non esistono e poi sì. È stata un'operazione lunga anche per questo. Ma sappiamo che il calciatore rischia poco e nulla, noi comunque siamo tutelati in tutto. Tutto ruota attorno a quando esce la sentenza: se arriva entro il 15 giugno dell'anno prossimo, sapremo come muoverci anche col Genoa, avendo preso il giocatore in prestito. Chiaramente prima di comprarlo abbiamo valutato tutto, ci siamo tutelati al 100% e Gudmundsson è strasereno".


NICO - La finale di Conference è stata la delusione più grande di questi anni, tutti pensavamo di vincere. Ci ha lasciato delle cicatrici, per questo c'è stato un cambiamento da parte nostra su ciò che doveva ricrearsi. La finale di Copa America ha inciso molto sulla testa di Nico Gonzalez: quando presentai Palladino dissi "al 99% resta con noi". Menomale ho tenuto quell'1%, è stata la mia salvezza. Sì, quella finale ha cambiato la testa di Nico".

KEAN - "Tutte le scelte che abbiamo fatto sono state condivise col presidente, con Goretti, con Ferrari e Palladino. Dopo l'allenatore, Kean è stato il primo acquisto. Siamo stati veloci nel prendere ciò che per noi era la priorità. Con la Juve non c'è alcun filo diretto, sono le dinamiche del mercato. McKennie, Arthur, Kostic... sono state tutte trattative di mercato: non c'è nulla di concreto con la Juve per quanto riguarda le operazioni fatte con loro. Kean lo volevamo fortemente già a gennaio, ora lo desiderava anche il mister oltre a noi".

BATURINA - "Ci piaceva molto, abbiamo fatto un'offerta ma il passaggio della Dinamo in Champions ha fatto prendere a loro decisioni diverse".

MANCATO ACQUISTO - "Il calciatore che più di tutti volevamo, e per cui non c'erano i presupposti, era Vitor Roque".

PALLADINO - "È stato un mercato strano. Pochi giorni prima della gara di Bergamo, Vincenzo (Italiano, ndr) ci ha detto che non sarebbe rimasto e poco dopo abbiamo preso Palladino. Che è arrivato qua e cercava un attaccante, glielo abbiamo preso subito".

VOTO - "Te lo dà il campo. L'importante è essere a posto con la propria coscienza e aver soddisfatto le direttive del presidente".

AMRABAT - "Poi c'era la situazione Amrabat che era un punto interrogativo: noi volevamo tenerlo, lui non era d'accordo. Ha trovato un club che a livello economico lo soddisfava di più e ci siamo allontanati. Ma un centrocampista lo volevamo prendere ugualmente".

VICE KEAN - "Un vice Kean lo volevamo, ma davanti siamo in tanti. C'è Kouamé, Beltran, abbiamo giocatori fortemente offensivi. Siamo coperti, sia Kouamé che Beltran possono fare sia la prima che la seconda punta. Beltran ha avuto tante situazione a lui vantaggiose, ma non lo erano per noi. L'abbiamo voluto fortemente un anno fa e pensiamo possa darci ancora parecchio".

DIFENSORI - "All'inizio cercavamo un difensore in più. Ma non dobbiamo giocare per forza a tre, possiamo giocare anche a quattro. Per cui numericamente siamo a posto, poi se mi chiedi se volevamo prendere Valentini subito, ti dico di sì. Ma non c'è stato modo. E poi c'è stata la cessione di Milenkovic che è stata dolorosa, era qui da 7 anni ma voleva provare un'esperienza diversa. Col mister poi abbiamo deciso di non prendere un altro difensore, ma di virare su Gosens che ci avrebbe dato qualche situazione diversa. L'abbiamo chiuso solo l'ultimo giorno perché non c'era tempo per farlo prima".

CATALDI - "Lo cercava il mister, io lo conosco da quando è bambino. Questa sua leadership ci darà tanto".

KAYODE - "Tra noi e il suo agente c'è un ottimo rapporto, ha avuto diverse offerte. Abbiamo anche pensato di cederlo, sì, ma il presidente non l'avrebbe mai fatto. Non glielo abbiamo nemmeno chiesto, sarebbe stato anche difficile da spiegare. Kayode poi ha ancora grandissimi margini di crescita, non è ancora pronto per un certo salto. Non abbiamo fatto trattative in modo concreto con altri club, puntiamo molto su Kayode".

MANGALA - "Lo voleva fortemente Goretti. Ma era stato pagato tanto dal Lione che inizialmente non ha mai aperto alla cessione. Quando poi gli agenti ci hanno detto che c'era la possibilità, ci abbiamo provato. Col giocatore avevamo l'accordo, ma il Lione era d'accordo con l'Everton e perciò è andato lì".

TESSMANN - "Non c'è stato l'accordo, mentre con lo scouting il giocatore che abbiamo preso è Richardson. E le Olimpiadi ci hanno confermato la scelta".

DE GEA - "Trovami un club che può dirti di non avere ambizione. Ognuno ce l'ha, poi c'è chi spende in quanto top club. La nostra ambizione è stare lassù, essere felici che un calciatore come De Gea scelga noi. Poi su quale sia l'obiettivo finale non lo so: forse è ripeterci, come le finali, ma vincendo. Noi vogliamo vincere le partite, ogni campo è un terreno di conquista".

PARISI - "Non abbiamo mai pensato di cederlo, è in un percorso di crescita e con due giocatori come Gosens e Biraghi sarà sempre un calciatore importante".

AMRABAT - "Prima di tutto, a nome di tutta la società lo ringraziamo pubblicamente. Aveva trovato l'accordo col Fenerbahce eppure è partito con noi per la gara di ritorno di Conference, giocandola tutta e rischiando di farsi male. Per cui è stato un professionista al 100%, sull'operazione avevamo capito che voleva andare via, la trattativa è stata conveniente per noi e per lui".

PONGRACIC - "Un'operazione strana: potevamo cedere Milenkovic e prendere subito Pongracic. In tre giorni, così, abbiamo fatto entrambe le cose. Poi sul giocare a tre o a quattro, sono valutazione che deve fare il tecnico, non la società".