SCUDETTO E COPPA ITALIA - "Con Gattuso nei giorni dell'emergenza mondiale per il Covid. Quel trofeo ebbe un significato particolare per tutti, significava fare dei piccoli passi verso il ritorno alla normalità. E poi al ritorno trovammo migliaia di tifosi a farci festa, nonostante la paura degli assembramenti. Gattuso è stato un grande motivatore e sotto il profilo tattico uno molto preparato. Ma anche con Spalletti io mi sono trovato benissimo, nonostante abbia giocato poco: era uno che anche alla fine di un allenamento, se aveva visto che non avevi reso al massimo, ti faceva la predica. Era capace di tirare fuori da tutti noi, il massimo, anche durante le partite a Castel Volturno. E il risultato si è visto".
CONTE - "Sta cambiando pagina? Fa bene, non ha senso insistere. Quel ciclo è finito e lo abbiamo capito tutti già l'anno scorso. Anche sul modulo ha ragione, il 4-3-3 non deve essere una fissazione. Solo con Mazzarri abbiamo provato a fare delle cose differenti. Se mi sarebbe piaciuto essere allenato da lui? E a chi non piacerebbe? Ha grinta, metodi di lavoro di alto livello, intensità di gioco. Ho visto alcuni momenti della gara con il Verona e mi è venuto in mente il Napoli dello scorso anno: tanto possesso palla ma poca consistenza davanti alla porta. Un peccato".
TONFO - "È la somma di tante cose: dopo la vittoria un po' tutti hanno avuto problemi di vario genere, Garcia cercò di apportare subito dei cambiamenti anche piuttosto rapidamente. E poi ha pesato anche il cambio di preparazione atletica".
LOBOTKA - "Se siamo amici? Certo, siamo arrivati praticamente insieme. Lui ha avuto subito dei problemi, poi io l'infortunio al ginocchio. Mi è sempre piaciuto come uomo e come calciatore e non mi sono mai sentito un suo rivale».
CESSIONE - "Se ho chiesto spiegazioni? Non avrebbe avuto senso. Hanno preso una decisione e io non potevo farci nulla. Se non aspettare il momento di tornare a giocare".
OSIMHEN VIA - "Non è una sorpresa. Devo ammettere che Victor è senza dubbio il più forte attaccante che ho visto giocare in Italia. Se ne parla dall'inverno scorso del suo addio: un po' tutti hanno sentito che lui voleva una nuova avventura. Ma se davvero arriva Lukaku, il Napoli può fare grandi cose".
DI LORENZO - "Sapevo che non sarebbe andato via, alla fine. Ma lo ha pensato, ferito per quei fischi dei tifosi che sentiva di non meritare".
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