DERBY - Lo dico male: questa lunga attesa fa rosicare. Però provarci e riprovarci è una cosa da Toro
CRESCITA - "Sì, questo derby mi coglie maturo. Il mio miglioramento è stato costante, ho messo assieme le conoscenze diverse che ho appreso e non solo negli ultimi anni, ma anche quando ero piccolo o giocavo in B. Qualcuno mi ha insegnato di più a livello tecnico, qualcun altro a livello mentale o di comprensione del gioco. Sono convinto di poter migliorare ancora
SVOLTA - "Ci sono due salti di qualità, nella mia crescita: il primo è stato quando sono rientrato al Toro dal prestito al Trapani, l’allenatore era Giampaolo ed ero un esubero. Fin lì mi ero mosso in prima squadra con timidezza, senza tirare fuori la mia personalità, ma quell’estate mi dissi: giocatela, fai la cosa che ti piace e cerca di non avere rimorsi, cavolo. Capii che se avessi parlato in campo, se mi fossi fatto notare, se avessi cercato la giocata più difficile, se avessi tenuto la mente libera ce l’avrei fatta. Il secondo scatto è stato l’anno scorso: anche grazie a Juric, è venuta fuori la mia attitudine a essere leader
LEADER - "Sì. Sento l’attitudine a poterlo essere. E sono convinto di doverlo essere con i comportamenti, prima che con le parole. È più importante dimostrare che dire".
LINETTY - "Il Toro è una roba di cuore: Linetty mi ha colpito".
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