SPALLETTI - "È stato onesto nell’ammettere di aver sbagliato e che il mestiere del selezionatore è diverso da quello dell’allenatore. Che peccato: dopo il gol di Zaccagni alla Croazia al 98’ e quell’autostrada nella parte buona del tabellone pareva che fossimo nella migliore situazione possibile. Il CT deve saper gestire un gruppo in base alle proprie idee tattiche. Il suo curriculum parla da solo ma è evidente che ha responsabilità".
DIMISSIONI SPALLETTI - "Me le aspettavo? Un attimo… Chi ora le invoca dimentica che lo scorso anno riteneva Spalletti il miglior tecnico a disposizione: consideriamo pure che dopo la parentesi di Napoli avrebbe avuto occasioni dal punto di vista economico più allettanti. Ma se ora Luciano dice di essere pronto a rimettersi in gioco per dimostrare di poter ottenere risultati migliori, chi dovrebbe prendere la decisione di sostituirlo? I vertici federali che sono i primi a essere messi in discussione?".
GRAVINA - "Mi sono permesso di dirgli che non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l’aria si è fatta irrespirabile. Prima di questa tragedia nazionale, le elezioni federali si sarebbero dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi chiede le dimissioni deve sapere che, quando un presidente lascia, decade il consiglio che, in attesa di nuove elezioni entro novanta giorni, esercita le funzioni di ordinaria amministrazione. Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni".
FIGC - "Diciamo che l’aria già non era bella per i problemi che esistevano prima di questo tracollo. Ho avvertito delusione. Ho percepito che si è sentito tradito da chi è andato in campo. Il problema piuttosto nel calcio è un altro. Solo in questo sport esiste una legge non scritta, che poi è il prezzo da pagare quando una disciplina è così popolare. In caso di disfatta la responsabilità non è solo di chi va in campo ma anche dei dirigenti".
DIMISSIONI GRAVINA - "Quando hai troppi fronti aperti, c’è il rischio di lasciare risorse mentali per strada. Non viviamo nel mondo di Quark: se arrivi in una posizione di potere tante persone ti appoggiano ma altrettante si augurano di essere al tuo posto. Ho apprezzato le parole di Antonio Tajani che, richiesto di un parere sull’argomento, ha replicato che non toccava a lui affrontare certe questioni. Ma non si può far finta di vivere fuori dal mondo".
FUTURO - "Il calcio non è nel mio futuro, per natura abbraccio progetti attuabili. Se devo correre una maratona magari in cinque ore la completo ma non gareggio alle Olimpiadi. Da qui al 2026 il mio impegno è verso il mio Paese e i Giochi, diversamente tradirei lo spirito olimpico".
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