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Mourinho: “Colpo Abraham, così il nuovo attacco! Bravo Vina, Rui Patricio, Shomurodov, Dzeko…”

Andrea Agostinelli

Il tecnico della Roma José Mourinho ha parlato ai canali ufficiali della società giallorossa. È stata l’occasione per fare un punto sul calciomercato, commentando in particolare la cessione di Edin Dzeko e l’arrivo di Tammy Abraham...

Il tecnico della Roma José Mourinho ha parlato ai canali ufficiali della società giallorossa. È stata l'occasione per fare un punto sul calciomercato, commentando in particolare la cessione di Edin Dzeko e l'arrivo di Tammy Abraham dal Chelsea. Le sue parole raccolte da VoceGiallorossa.

DZEKO - "La situazione era strana, si capiva che sarebbe andato via, però si respiravano dei dubbi, lui va via, arriva qualcuno, non arriva, ho visto i giocatori preoccupati. Devo dire grande direttore e grandissima proprietà. Sono stati bravissimi. La realtà è che abbiamo iniziato il precampionato pensando di avere Dzeko, è stata una sorpresa per tutti quello che è successo. In un mercato incredibilmente difficile e in una situazione economica difficile, vorrei dire per tutti, ma per quasi tutti i club, avere l’ambizione e il rispetto per i tifosi di prendere Abraham è stato quello che voi italiani definite un colpo di mercato che per me… anche se non fosse arrivato avrei avuto la sensazione positiva che la mia proprietà avesse fatto di tutto".

ABRAHAM - "Di Tammy preferisco dire di aspettare per vedere. Lo conosco, non ha mai giocato per me, aveva 15-16 anni quando ero al Chelsea. Lo conosco molto bene come persona e mentalità, la decisione di lasciare la Premier mi dice tanto. Quando lasci la Premier la lasci perché hai ambizione, perché vuoi tornare in nazionale, perché vuoi giocare il Mondiale, vincere fuori dall’Inghilterra. Non tanti giocatori inglesi hanno avuto bellissime carriere fuori. Per la sua qualità aspettiamo. Tammy con Eldor e con Borja, abbiamo un gruppo di attaccanti che mi lasciano felice. Non abbiamo quell’esperienza di giocatori di 33-35 anni, quando guardi alla Juve con Cristiano, al Milan con Giroud e Ibra, a Muriel e Zapata, noi non abbiamo questo, ma il potenziale che abbiamo con questi ragazzi, non potrei essere più felice".

MERCATO - "Il mercato è diventato diverso dal mercato a cui pensavo io inizialmente e che avevo spiegato ai boss e al direttore, nel pensare al primo periodo della mia Roma. Abbiamo perso Spinazzola per tanto tempo e abbiamo perso Dzeko. Il mercato è diventato diverso, pensavamo a un attaccante e non a due e non pensavamo a un terzino sinistro. È diventato più difficile, è diventato in una direzione in cui non eravamo programmati. Penso che il club sia stato bravissimo. Sarà la prima e spero l’ultima volta che lo dico: mi mancherà qualcosa che avevo pensato quando avevo analizzato la squadra, ma devo solo ringraziare per il mercato.


RUI PATRICIO - "Rui è Rui, ha giocato oltre 100 partite in nazionale 4-5 anni in Premier. Rui è stabilità".

SHOMURODOV - "Eldor lo abbiamo preso perché ci serviva più mobilità e velocità. Siamo supercontenti con lui".

AMBIZIONI  - "Gli acuisti di Rui Patricio, Vina e Shomurodov? Una reazione incredibile, per qualcuno inaspettata, perché la difficoltà in questo mercato è altissima, ma se qualcuno aveva bisogno di una reazione per capire quello che la proprietà vuole fare, in questi minimo tre anni che dobbiamo fare insieme, ecco la reazione. Non siamo la rosa più forte del mondo e lo sappiamo, ma nessuno ci può proibire di pensare di vincere la prossima partita. Questa è la mentalità, e nessuno può impedirci di pensare di vincere la partita. Sicuramente perderemo e pareggeremo, ma vogliamo sempre avere la sensazione di vincere".

VINA - "Una reazione fantastica prendere Vina. È bravissimo".

RISSA - "Mi è piaciuta la piccola rissa contro il Porto nel senso del controllo emozionale, niente di particolare che possa andare dal giallo al rosso, è stata una partita competitiva molto buona. Il Betis è un’altra storia, che ha tanti responsabili per come la partita è finita. Secondo me il primo responsabile è l’arbitro, il secondo sono io. Non posso essere io a provocare quello che è successo dopo. La squadra mi ha seguito nella mia reazione e abbiamo seguito con 3-4 cartellini rossi. Responsabilità mia, ma mi piacerebbe anche che l’arbitro si chiedesse cosa ha combinato nell’amichevole per farla finire così. Mi prendo la mia responsabilità. La squadra era veramente stanca, tre ore e mezza di pullman dal Portogallo, un caldo incredibile anche se si giocava di sera"

ALLENAMENTI - "Penso che l’organizzazione sia piaciuta a tutti, abbiamo lavorato ad alta intensità, è questa la nostra filosofia. Alla fine giochi come ti alleni, e ti alleni come giochi. Vogliamo giocare con intensità, abbiamo fatto questo ogni giorno. C’è anche un lavoro più invisibile, più difficile da capire per voi fuori, che è stato un lavoro di palestra, di prevenzione, di recupero. Abbiamo avuto preoccupazione nel cercare una direzione con belle sensazioni e abbiamo tanta  gente che lavora insieme ai giocatori all’interno, ai preparatori atletici, al dipartimento medico, con cui abbiamo un rapporto molto buono a livello di programmazione degli allenamenti. Penso che anche i giocatori sentano questo, il lavoro è duro, ma sentono questa organizzazione. Credo che abbiano questa sensazione, possiamo arrivare fino in fondo e lavorare intensamente".

TIAGO PINTO - "Secondo me la notizia dovrebbe essere quando l’allenatore non parla con dirigenza e proprietà. Mi è capitato in un altro club. Penso che sia solo positivo che questo succeda, per me è importante capire le loro sensazioni, per loro è importante capire il mio modo di pensare le cose. Questo mi piace tanto, vedo il direttore ogni giorno, se la proprietà non è qui c’è sempre al telefono. Volevo farlo in un modo più ampio, il rapporto è buono con gli scout, con gli analisti, con il direttore. Stiamo lavorando insieme. Non mi sembra di avere un gruppo in cui tutti vinciamo e l’allenatore perde. Mi sembra che stiamo costruendo un profilo di Trigoria dove vinciamo tutti e perdiamo tutti".

DEBUTTO ALL'OLIMPICO - "Sabato ero superfelice, ma domenica ero un po’ triste. Ho visto Francia, Portogallo, Germania, Premier con gli stadi pieni. Una festa. Dopo ho paragonato all’Olimpico con questi stadi e sono stato un po’ triste, voglio l’Olimpico pieno di romanisti. Però sabato la sensazione è stata bellissima, era più di un anno che la Roma non giocava coi tifosi. La prima volta all’Olimpico come allenatore della Roma, un’accoglienza veramente fantastica. Però lo sento dal primo giorno, dal giorno del mio annuncio. Lo sento dal giorno che sono arrivato qui a Trigoria, lo sento per strada quando faccio la passeggiata in città e la prima volta all’Olimpico. Ma se posso chiedere qualcosa, chiedo: squadra. Non andare troppo nella direzione individuale e se lo si fa verso i giocatori, non verso di me. Non ho bisogno di supporto, se devo chiedere qualcosa chiedo squadra. Qui dentro è così. Loro allo stadio, squadra, Roma. Non potremo vincere sempre, a volte andremo a casa triste ma con la consapevolezza di aver lasciato tutto".

TENSIONE - "Non posso dormire. Sto scherzando. Sono sempre molto tranquillo. Il dopopartita per me è più difficile, penso alla partita, a quello che è successo, l’adrenalina è difficile da smaltire. Prima della partita è tutto tranquillo e in questo momento è felice. Non mi piacciono le vostre amichevoli, mi piacciono le partite vere e le partite vere iniziano adesso. Sono preparato".

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