Saper svolgere più ruoli è un titolo di merito.
"Bernardeschi è un generoso dentro e fuori dal campo".
Parliamo delle sue peculiarità umane.
"Sensibile, intelligente, con una grande attenzione a determinati valori che gli sono stati trasmessi dai genitori. Un ragazzo fuori dal comune. Ama viaggiare, ma anche spaziare, sa tante cose e quando ne parla non delude mai".
Alla Juve cos’ha capito?
"Ha capito che c’era bisogno di uno che si sacrificasse e lui non si è tirato indietro. Ha fatto il mediano, la mezza punta, ha corso per tutti e ha finito le partite sfiancato. Ha fatto di necessità virtù secondo i bisogni della squadra. Io dico che i tifosi lo dovrebbero ringraziare".
Federico si aspettava qualcosa in più dalla Juve?
"Quando giochi per certi club sei tu che devi dare qualcosa di più, la Juve vuole essere prima in tutto. Però se si chiede all’interno della società, dal presidente Agnelli all’ultimo dei dipendenti, quanto Bernardeschi sia da Juve tutti diranno che lo è completamente".
Si ricomincerà mai a giocare?
"Si ricomincerà sicuramente e sarà un finale di campionato bellissimo, una specie di Gran premio di Formula 1 con tante safety car, rappresentate dal virus, in pista".
Finire è importante per non avere un controcampionato fato di reclami e ricorsi.
"Certo, ma è importante anche per i club poter fatturare i diritti televisivi. E poi c’è la funzione sociale. Il calcio, oltre che un’industria, è passione, svago, divertimento. Ci manca da morire. Anche se ho una convinzione".
Quale?
"Il virus scomparirà solo con la scoperta di un vaccino, quindi per portare a termine la stagione si dovranno mettere in calendario tante soste. Ecco perchè ho parlato di safety car".
Conseguenza inevitabile è quella di una nuova stagione da proporre nell’anno solare.
"Ovviamente sì. Sarebbe logica e vantaggiosa".
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