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I 10 tipi di fantallenatore

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Ognuno fa il fantacalcio a modo suo, ma vi sfido a non riconoscervi in uno di questi stereotipi! Seguici su Facebook! IL MALATO – Pensa al fantacalcio 24 ore al giorno. Fa la formazione già il martedì, poi la aggiusta altre 10 volte prima...
Guglielmo Cannavale

Ognuno fa il fantacalcio a modo suo, ma vi sfido a non riconoscervi in uno di questi stereotipi!

IL MALATO - Pensa al fantacalcio 24 ore al giorno. Fa la formazione già il martedì, poi la aggiusta altre 10 volte prima di togliere all’ultimo minuto l’attaccante che fa tripletta. Guarda le probabili formazioni fino all’ultimo secondo disponibile per fare la formazione, poi a fine giornata sta sveglio la notte per calcolare i voti. Sa tutto prima degli altri, avverte anche gli avversari del risultato finale.

IL FIDANZATO - Si comincia con la formazione, quando chiede alla fidanzata: devo mettere Defrel o Toni? Lei senza dubbi: ‘Toni l’ho già sentito, metti lui. E mi ricordo fosse anche bello’. Ma il dramma si consuma nel weekend. Domenica sera, dopo 9 partite viste su 9, lei pretende il cinema. Non può non andare, ma lo salva Livescore. Sta fisso al cellulare per 2 ore. Lei lo molla.


L’IRASCIBILE - Per lui il fantacalcio è tutto, ci tiene tantissimo e non riesce a controllare le emozioni. Se un suo giocatore segna, esplode come se avesse segnato in una finale di Champions. Ma se sbaglia un rigore o se perde di mezzo punto, non si possono contare le imprecazioni. Si è più volte spaccato il polso per i pugni al muro, ha mollato una fidanzata solo perché portava sfiga. Fuori dalle chiese c’è scritto ‘Io non posso entrare’ con la sua foto.

IL PIANGINA - Ha sempre una scusa pronta, è l’uomo dei ‘se’. Ha perso, sì, ma senza quel giallo, senza quel rigore, senza quel gol al 90’ avrebbe vinto. E con gli scontri diretti, ovviamente, è sempre lui quello sfortunato, quello che come punti complessivi sarebbe primo ma in realtà è ultimo. Sempre contro di lui fanno tripletta, il suo avversario aveva Medel contro la Roma. Ogni anno minaccia che è il suo ultimo di fantacalcio, poi ricomincia solo perché ‘l’anno scorso meritavo di vincere, sono il vincitore morale. Sono stato solo sfortunato”.

LO SCARAMANTICO - Non ha vinto finché non c’è il risultato ufficiale. Anche se ha fatto 4 gol e il suo avversario zero, non si espone mai: “Hai ancora Mario Rui, magari fa una tripletta”. A inizio anno sceglie il basso profilo: “Ho fatto una brutta squadra, non vinco sicuro”. A tratti gufo: “Tu invece hai una grande squadra, vinci tu”. Uno dei più odiosi.

QUELLO CHE NE FA 2 - Ormai sono sempre di più, è un fenomeno in aumento. C’è chi ne fa anche tre, quattro o addirittura cinque. Ma essere in due diverse leghe di amici è un po’ un tradimento. “Ha segnato Berardi, ah no, ce l’ho nell’altro fanta”. “Ok, Pjanic ce l’ho contro ma almeno ce l’ho nell’altro quindi sono contento”. Per chi fa il fantacalcio con lui, è irritante. Per lui, una specie di incubo, perché ogni weekend ha il ‘conflitto di interessi’: uno contro là, a favore di qua.

IL TALENT SCOUT - Ogni anno è la stessa storia: i migliori giovani devono essere suoi. Ma poi non vince mai. Si consola dicendo che fu il primo a puntare su Dybala, a prendere Felipe Anderson. Ma ora che sono forti, li ha lasciati andare. A lui non conta il risultato, ma solo avere i suoi pupilli in rosa. Zemaniano.

IL PRESIDENTE DI LEGA - Senza di lui non si farebbe il fantacalcio. Organizza, ordina e detta le regole. Sempre in discussione, ma mai cambiato. Sostanzialmente perché nessun altro ha voglia di farlo. Ha meno rispetto di quello che merita. Chi altro è costretto ad aggiornare tutti gli scambi al posto che uscire con la fidanzata?

IL TIFOSO - Ogni anno dice che non comprerà giocatori della sua squadra del cuore. Ogni anno, puntualmente, si smentisce. Compra quasi tutta la squadra, tranne quello che poi si rivela il più forte. L’anno scorso aveva mezza Juve, ma senza Tevez. E quando gli segna contro, soffre. Ma la sua specialità è un’altra: non mettere l’attaccante che gioca contro la sua squadra del cuore. E lì, quando segna e ce l’ha in panchina, soffre ancora di più.

IL DISTRATTO - Già all’asta parte male, chiamando giocatori non più in lista, dicendo Iago Falque 1 ai centrocampisti. Si conferma durante l’anno. Assente quando ci sono gli scambi, e poi, cosa gravissima, dimentica la formazione. Un fatto che gli altri non possono dimenticare. In pratica paga e basta (quando va bene).

 

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