TIFOSI - "Tifosi arrabbiati? C’è da dire che non sarei andato a giocare in chissà quale posto nel deserto. Il Newcastle gioca nella Premier League, il miglior campionato del mondo. Avrei comunque ammesso che era per uno stipendio molto consistente. Posso capire che alcune persone mi hanno accusato di essermi rimangiato i miei principi. Ed è anche per questo motivo che non ho accettato. Rimango nonostante tutto un inguaribile romantico. Non mi piace come si ragiona: l'importante è guadagnare sempre di più. E non posso credere che questa deriva non si possa in qualche modo fermare. È chiaro che anche io beneficio di questo sistema. All’Inter non guadagno esattamente uno stipendio da apprendista".
ADDIO - "Se era nei miei piani lasciare l’Atalanta a gennaio? Assolutamente no. Non avevo fatto i conti con un’offerta del Newcastle e men che meno con un top club come l’Inter che si presenta all’angolo. Dopo le ultime due stagioni, che sono state eccezionali, avevo iniziato a pensare ad un trasferimento, ma adesso in inverno? Sono 4 mesi che non calcio il pallone, per questo è stata una sorpresa. Ma tre volte più bella".
INTER - "Come ho saputo dell’interesse dell’Inter? È stato pazzesco. Lunedì sera ho ricevuto diversi messaggi dal mio agente ma ero già a dormire da un po’. Mi ha detto che il direttore sportivo dell’Inter lo aveva senza ulteriori indugi portato in ufficio a Milano dicendogli che volevano ingaggiarmi già a gennaio. C’era già stata un’occasione di andare all’Inter nel 2020? E per questo ho reagito in maniera prudente. Ma il mio agente mi ha detto: Questa volta potrebbe davvero andare in porto. Poi si è sviluppato tutto abbastanza velocemente nel corso della giornata di martedì. I club si sono incontrati e hanno cercato subito di chiudere in modo che martedì sera fossi già sicuro che questa volta il trasferimento era sicuro. Mercoledì i due club avevano quasi trovato un accordo. Nel pomeriggio sono andato a Milano perché l’Inter voleva essere sicura che avessi curato l’infortunio. E giovedì dopo le visite mediche sapevo che era fatta. Davvero surreale".
ATALANTA - "Perché l’Atalanta in passato si è opposta al mio trasferimento e stavolta no? Me lo sono chiesto anche io. Dopo aver salutato i miei compagni nello spogliatoio sono andato dal presidente Percassi e gli ho chiesto proprio questa cosa. Perché ora? Perché in inverno? Lui mi ha risposto: “Ne abbiamo parlato in società e le eravamo d’accordo che tu meritassi una possibilità in un top club. Ti sei impegnato per il club, hai sempre dato tutto. Adesso si è presentato questo top club e noi ti lasciamo andare perché te lo auguriamo dal cuore”. Questo mi ha toccato profondamente. Da qualche parte in questo mercato c’è ancora un po’ di umanità".
INZAGHI - "Quando ho parlato con Inzaghi? Quando era chiaro che i club avrebbero trovato l’accordo. Mi ha chiamato e mi ha detto ridendo: “Da come si stanno mettendo le cose non mi farai più gol contro…”. Alla Lazio ho sempre segnato volentieri. Mi ha detto che l’Inter stava cercando un rinforzo sulla corsia di sinistra e che pensava da tempo che io fossi il giocatore ideale per quale ruolo".
RIENTRO - "Quando rientrerò in campo? Per fortuna questa è l’ultima settimana in cui mi allenamento in maniera individuale. Faremo un’altra risonanza magnetica e se tutto va bene, che il muscolo è guarito, torno piano piano in gruppo. Poi dovrò ritornare il ritmo, ma non dovrebbe più passare troppo tempo per questo accada. I piani iniziali prevedevano che tornassi a fine novembre? Qualcosa è andato storto. Da una parte sono stato troppo ottimista, dall’altra c’era una gara importante contro la Juve e quella di Champions contro il Villarreal. Il muscolo non ha retto la fatica. Ho avuto un problema nello stesso punto e buttato all’aria due mesi di lavoro. Se biasimo solo me stesso per questo? Per gran parte sì. Ho imparato che conosco più di ogni altro il mio corpo e che per questo devo decidere io. Il medico aveva dato l’ok, l’allenatore aveva bisogno di me per quelle partite importanti. E anche la mia ambizione non è da sottovalutare. Anche io volevo tornare il prima possibile in campo e sono stato troppo ingenuo. Avrei avuto bisogno di più tempo. Biasimo soprattutto me stesso. Liverpool? Per il turno di andata a livello di condizioni di salute probabilmente non faccio ancora in tempo. In generale il Liverpool è la squadra più difficile che ci potesse capitare. Dopo il derby avremo un’altra partita difficile contro il Napoli. Se siamo nella nostra consueta buona forma affrontiamo la partita contro il Liverpool con le spalle larghe. Abbiamo come possibilità 50:50".
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