primo piano

Gomez: “Ora dico la verità su Gasperini: mi ha aggredito, è andata così! Percassi senza palle”

Andrea Agostinelli

In un’intervista per il quotidiano argentino La Nacion, Papu Gomez è tornato sul litigio con Gian Piero Gasperini. L’ex capitano dell’Atalanta ha svelato che i due sono quasi arrivati alle mani. LA VERITÀ – “La...

In un'intervista per il quotidiano argentino La Nacion, PapuGomez è tornato sul litigio con Gian Piero Gasperini. L'ex capitano dell'Atalanta ha svelato che i due sono quasi arrivati alle mani.

LA VERITÀ - "La gente non sa cosa sia successo. Ne sto parlando solo ora. Le persone ora sapranno la verità e anch'io me la merito. Da un giorno all'altro sono sparito. I giornalisti hanno smesso di chiedere di me, né facevano domande ai miei ex compagni di squadra... è come se avessi smesso di esistere per l'Atalanta. Penso che la loro intenzione fosse quella di dare tutta la colpa a me. E la verità non è questa. E la gente, forse, è arrabbiata con me perché pensa che non volessi continuare con l'Atalanta, o pensa che preferissi andare al Siviglia per avere più soldi. Niente di tutto questo. Era ora che i tifosi sapessero la verità".

GASPERINI - "In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, gli ho disobbedito a un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no. Immaginavo, dopo aver risposto, che al giorno d'oggi con tutte le telecamere era chiaro che si sarebbe arrabbiato. Lì sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite, cercando di attaccarmi fisicamente".

LA RISSA E L'ADDIO - "Rissa con Gasperini? Sì. E lì ho detto basta. Si può obiettare, ok, ma quando c'è un'aggressione fisica è intollerabile. Allora ho chiesto un incontro con il presidente e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo l'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. E gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore. Il giorno dopo ci fu un'intera riunione della squadra. Sono andato avanti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Quindi, che messaggio doveva passare? Quello che avevo fatto io era sbagliato e quello che aveva fatto lui era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all'Atalanta. Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare. È iniziato il tira e molla e alla fine ci ho rimesso io, finendo per allenarmi da solo con le riserve".


PERCASSI - "È stato brutto perché dopo sette anni mi hanno scaricato, dopo tutto quello che ho dato al club. Si sono comportati male e il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Questo è stato la fine di tutto".

NIENTE SERIE A - "Ma non è tutto, visto che per me si sono anche chiuse le porte del calcio italiano: non volevano cedermi a nessuna big perché dicevano che avrei rafforzato una rivale. Arrivavano offerte dall'Arabia e dagli Stati Uniti e volevano mandarmi lì... e io ero il miglior centrocampista della Serie A. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia che mi ha permesso di continuare a competere ad alti livelli per poter aspirare alla Copa America. Era quella la mia ossessione".

SOCIETÀ - "Chi mi ha deluso di più è stata la proprietà. Dopo tanti anni, dopo il rapporto di fiducia che si è creato… I miei figli sono andati a scuola con i loro figli, abbiamo condiviso tante cose. Che mi abbiano buttato via come hanno fatto è stata la parte che mi ha ferito di più. Si possono avere divergenze con il tecnico, e ti direi che è quasi normale, perché succede, certo che succede. Puoi litigare, come in ogni lavoro. Ma il trattamento che ho ricevuto dalla proprietà mi ha ferito molto. Perché? Penso che fosse una questione economica. Sanno che Gasperini è uno dei migliori allenatori d'Europa, sanno che il suo lavoro aggiunge valore alla rosa e fa vendere giocatori. Era un problema economico, e va bene così. Hanno preferito continuare con lui perché sanno che fa fare un sacco di soldi al club. Hanno preferito quello".

[adv]