PERCASSI - "È stato brutto perché dopo sette anni mi hanno scaricato, dopo tutto quello che ho dato al club. Si sono comportati male e il presidente non ha avuto le palle di chiedere all’allenatore di scusarsi con me. Questo è stato la fine di tutto".
NIENTE SERIE A - "Ma non è tutto, visto che per me si sono anche chiuse le porte del calcio italiano: non volevano cedermi a nessuna big perché dicevano che avrei rafforzato una rivale. Arrivavano offerte dall'Arabia e dagli Stati Uniti e volevano mandarmi lì... e io ero il miglior centrocampista della Serie A. Grazie a Dio è arrivato il Siviglia che mi ha permesso di continuare a competere ad alti livelli per poter aspirare alla Copa America. Era quella la mia ossessione".
SOCIETÀ - "Chi mi ha deluso di più è stata la proprietà. Dopo tanti anni, dopo il rapporto di fiducia che si è creato… I miei figli sono andati a scuola con i loro figli, abbiamo condiviso tante cose. Che mi abbiano buttato via come hanno fatto è stata la parte che mi ha ferito di più. Si possono avere divergenze con il tecnico, e ti direi che è quasi normale, perché succede, certo che succede. Puoi litigare, come in ogni lavoro. Ma il trattamento che ho ricevuto dalla proprietà mi ha ferito molto. Perché? Penso che fosse una questione economica. Sanno che Gasperini è uno dei migliori allenatori d'Europa, sanno che il suo lavoro aggiunge valore alla rosa e fa vendere giocatori. Era un problema economico, e va bene così. Hanno preferito continuare con lui perché sanno che fa fare un sacco di soldi al club. Hanno preferito quello".
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