Come lo farà? Difficile leggere nella sua mente, così a caldo. Ma di certo, anche dal punto di vista umano, il tecnico sente di dover qualcosa ad Agnelli, in termini di riconoscenza. L'amicizia personale e la stima di Andrea sono state la base per il ritorno a Torino dopo le parentesi Sarri e Pirlo. Non solo: Agnelli ha difeso pubblicamente l'allenatore dopo la figuraccia in Israele, evitando di scaricare su di lui le colpe per la sconfitta che ha di fatto estromesso la Juve dalla Champions prima ancora delle ultime due sfide con Benfica e Psg. Normale che Max ora voglia dimostrare di meritare la fiducia che gli è stata accordata, continuando nella risalita in campionato e mantenendo il gruppo unito, al netto delle eventuali sanzioni sportive sulle quali non può ovviamente avere alcun controllo. Allegri dovrà dunque mettere da parte dispiacere, delusione e amarezza per la perdita di un presidente a lui molto vicino, concentrandosi sul nuovo ruolo di "unificatore". Proprio lui che quest'anno, suo malgrado, ha diviso così tanto la tifoseria bianconera. Sette milioni netti a stagione più bonus fino al 30 giugno 2025: quel contratto così pesante - e di fatto blindato, a prova di esonero - ha creato forti mal di pancia a chi non considera Max l'uomo giusto per avviare il nuovo ciclo juventino. I più irriducibili "allegriani", invece, l'hanno difeso, ricordando le tante assenze che hanno penalizzato la Juve ed esultando per la rimonta in Serie A, se non sul Napoli almeno in termini di posizioni in classifica. L'impressione, però, è che adesso le fazioni anti-Max e pro-Max dovranno prendersi un po' di riposo: la Juve ha problemi più seri sui quali concentrarsi. E Allegri, piaccia o non piaccia, nell'immediato è l'unica soluzione possibile".
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