PORTIERE COL GENOA - "Nonostante tutto quello che ho passato nella mia carriera, anche a 37 anni, è stato qualcosa di unico. Non mi ero mai trovato in quella situazione. La sensazione era diversa da quella di segnare un gol. È stato altrettanto divertente, c’era molto orgoglio e adrenalina. Il mio cuore batteva a duecento all'ora. C'era la gioia di aver "salvato" un po' la squadra con questa uscita un po' kamikaze, poco accademica ma efficace. Mi ha reso felice per la squadra. E lì, ovviamente, la gente ha cominciato a cantare “l'ha parata Giroud…”. Eravamo in due a voler andare in porta, Christian Pulisic e io. Christian diceva di voler andare. Non voglio dire che non avrebbe fatto bene in porta, ma io occupavo più spazio. È vero che è meglio metterne uno più grosso. Allora i ragazzi dello staff mi hanno detto di mettermi i guanti. Mi sono sentito piccolo, piccolissimo al momento del calcio di punizione al limite dell'area. Ti senti vulnerabile. E i guanti erano troppo grandi. Mike ha le mani più grandi delle mie! Alla fine mi hanno fatto una cornice con la foto, la targa della partita e la data. È bello, resterà nella storia".
OBIETTIVI - "Se penso già al prossimo Europeo? Non guardo troppo avanti. Il mio obiettivo è fare una grande stagione con il Milan e vincere la seconda stella, che sarebbe sinonimo del 20° scudetto del Milan. Non sarà facile, ma ci crediamo. Fare bene in Champions League, vincere l’Europeo con la Francia e poi faremo un bilancio".
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