FERGUSON - "Cosa è successo? Lui ha giocato 7 partite in campionato e 3 in coppa, quindi 10 in totale, e ha partecipato a 9: l'unica che non ha giocato è stata quella di Firenze. Le cose di cui si parla non sono legate al campo, su tutto il resto si può dire o contare ciò che si vuole. Lui ha sempre dato dimostrazione in campo di voler dare delle risposte, anche se in questo momento le risposte non sono state positive, in modo abbastanza evidente. Se devo dire la verità, ieri per la prima volta in questa stagione ho visto da parte sua un allenamento giusto. È un ragazzo di 21 anni che non arriva da campionati straordinari, viene da un contesto in cui non ha quasi mai giocato, e in questo periodo ha giocato più che in tutta la scorsa stagione. Probabilmente, in un altro campionato, in un altro Paese, in un'altra dimensione, ragazzi così giovani possono attraversare periodi molto bassi di rendimento. Però bisogna sempre essere pronti a dargli fiducia e ad aspettare che abbiano una reazione. Se poi mi chiedete delle spiegazioni, non si può sempre spiegare tutto: si aspetta, si lavora, si fa, e le risposte devono arrivare dal campo, non da altro. Sul fatto di giocare con o senza un centravanti, io non interpreto il calcio pensando che il numero nove debba essere per forza alto o grosso: si può giocare in tanti modi. L'importante è trovare l'efficacia. Non è necessario avere sempre un centravanti di statura o di grande fisicità. Il calcio è pieno di esempi: quello che conta, secondo me, sono altre cose, altre situazioni — più tecniche, di velocita, di tiro, di abilita nel calciare, nel colpire, nello scambiare, nel triangolare. Ci sono tante variabili. Se hai un giocatore là davanti che ti risolve tanti problemi, la strada è molto più corta".
CAMBIAMENTI IN DIFESA - "In tanti cambiamenti bisogna considerare che stiamo giocando tante partite, una dietro l'altra, e alla fine chi ha realmente giocato? Ziolkowski ha fatto mezz'ora l'altra sera e qualche minuto nel finale con l'Inter. Ma stiamo giocando ogni tre giorni, e quando fai un cambio in difesa è già tanto. Per il resto ho sempre schierato Çelik, Hermoso, Mancini, Ndicka. Stiamo giocando da parecchie partite, quindi ogni tanto bisogna spezzare, far rifiatare qualcuno. Wesley ha giocato a sinistra contro l'Inter molto bene, così come Çelik dall'altra parte. Tutti questi cambiamenti di ruolo li ha gestiti, ha fatto l'esterno sia a destra che a sinistra: è un destro che ha giocato a sinistra, come spesso accade. Wesley ha disputato due ottime partite, sia l'altra sera che contro l'Inter. L'unica cosa che conta, e che va valutata, è proprio questa. Anche giocando ogni tre giorni puoi cambiare qualcosa, ma non sempre puoi rivoluzionare la squadra. Magari, se vuoi inserire un attaccante in più, adatti qualcuno a fare l'esterno, come è successo con Soulé. Questo è l'effetto dei cinque cambi: con cinque sostituzioni puoi influenzare molto l'andamento della partita — se la vinci, se la perdi o se devi rimontare. Non possiamo essere così rigidi, con la logica del 'esce uno, entra l'altro', cambiando sempre le stesse caselle. Serve un po' più di elasticità".
MOMENTO - "Il cambio naturale a sinistra, come ho utilizzato spesso, o il cambio di formazione in generale — come dicevo prima con le caselline — oggi mi fa dire che il bicchiere è mezzo pieno. Stiamo battagliando, stiamo lottando. Questo è un campionato tosto. Avete visto ieri? La prima in classifica pareggia con una neopromossa. Questo è un campionato in cui bisogna essere convinti che non è facile avere grande continuità di risultati. Ogni partita, nel campionato italiano, è davvero difficile. Ci sono tante squadre molto, molto vicine tra loro, e io non ho tempo per abbattermi dopo una sconfitta: per quanto mi dispiaccia e mi dia fastidio, dobbiamo pensare subito a quella successiva. Siamo lì, tutto il resto va bene, si può dire tutto e il contrario di tutto, ma noi dobbiamo guardare a noi stessi, cercare di migliorarci e fare dei passi avanti. In questo momento abbiamo una difficolta principale — poi se ne possono elencare tante — ma quella principale è fare gol, soprattutto in casa. È la prima cosa che dobbiamo risolvere, e non c'entra il nove, il falso nove o la punta: bisogna far giocare chi sta bene, chi sa andare dentro, chi sa calciare, chi sa stoppare la palla, chi sa triangolare, chi sa fare gol e chi ha fame di fare gol. Gli esempi nel calcio sono tanti: ci sono squadre che hanno fatto gol con il centravanti, senza centravanti, con centravanti che attaccano lo spazio o con centravanti fantastici. La possibilità di accorciare la strada c'è, altrimenti devi trovarne un'altra, ma si può fare in tanti modi. E per fortuna, il calcio è bello proprio per questo".
MERCATO DI GENNAIO - "Non credo che ci siano cose fantastiche... per quella che è la mia esperienza, direi che a gennaio non credo ci siano. Non ci si può aspettare o cercare chissà cosa. L'importante sono le caratteristiche, ecco. Probabilmente sugli attaccanti esterni c'è ancora un po' da lavorare, un po' da migliorare. Ma non è una questione legata a gennaio. lo, in questo momento, non sto nemmeno pensando al mercato: sto pensando a migliorare questa situazione che ci sta penalizzando e che, forse, ci fa apparire anche peggio di quello che realmente siamo. In realtà, la classifica è buona. Però, certo, la sconfitta in Europa League dell'altra sera brucia. Fa male. Già perdere con l'Inter ci aveva dato fastidio, per come era arrivata la prestazione. Ma perdere l'altra sera, contro una squadra che non potevamo permetterci di sottovalutare, fa ancora più male. L'unico obiettivo, giocando poi ogni tre giorni, è quello di migliorare. Anche attraverso esperimenti, come diceva lei, anche attraverso delle prove. Perché tanti giocatori sono stati fuori: Dybala è mancato per due domeniche, Bailey per due e mezza. E sono due giocatori che possono essere molto importanti, quindi bisogna provarli, bisogna mandarli in campo. Non si può aspettare troppo: bisogna farli giocare e vedere cosa succede sul campo. E poi, ovviamente, continuare a lavorare anche sull'Europa League. Abbiamo sei, sette giocatori offensivi: l'unica cosa da fare è alzare l'efficacia, migliorando la finalizzazione".
ZIOLKOWSKI E DOVBYK - "Come hanno reagito? I fischi, quando si perde come l'altra sera, ci stanno. Ci stanno per il giocatore, ci stanno per tutti quanti. Come si reagisce? Il giorno dopo si riparte e si cerca di prendersi gli applausi nella partita successiva. Un giocatore, finché indossa la maglia della Roma, va sostenuto. Da parte mia è così. I fischi e gli applausi sono riferiti alle prestazioni, ma da parte mia va sostenuto comunque. Ho sempre spinto chiunque, ho sempre portato avanti chiunque. Un giocatore qui deve saper reagire dopo una prestazione negativa e continuare a lavorare quando le cose vanno bene. L'obiettivo è sempre e solo quello di crescere e di migliorarci. Siamo ancora in una fase iniziale e credo che, rispetto ad altre squadre, in questo momento abbiamo buoni margini per fare qualcosa di meglio. È un campionato difficile, quindi possiamo solo migliorare".
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