ALLENATORI - “Come ha vissuto Sarri, Ancelotti, Gattuso e Spalletti? Carlo è un aggregante straordinario, la sua forza è che non cerca mai alibi. Ha vinto tanto anche per questo. Maurizio è un ideologo, che sa fare un calcio speciale. Per questo ha fatto innamorare Napoli. Sta chiuso nel mondo che si crea, parla con il gioco. Ed è poesia. È un trascinatore, Rino. Motiva il gruppo, più giovane degli altri e con meno esperienza. Ma molto applicato e generoso”.
SPALLETTI - “Lui sta vicino a casa mia, si parla lo stesso dialetto. Lo conosco fin da quando veniva a fare il torneo dei rioni ad Agliana. Lo stimo molto. Se temo che ‘impazzisca’? Proprio no. Da noi non accadrà. È un talento speciale, perché non ha un solo spartito. È un camaleonte, cambia l’allenamento per ogni partita. Fa un calcio liquido in fase di possesso e solido in fase di non possesso. Alterna palleggio e verticalità. È il più completo di tutti. Il Liverpool gli ha dato campo, e lui ha fatto con Klopp quello che Klopp fa con gli altri. Lo ha steso”.
ANCORA ANCELOTTI - “Il suo arrivo fu una rivoluzione epocale. In uno spogliatoio di venticinque calciatori che avevano sfiorato lo scudetto con Sarri, ne cambiammo quindici in due anni. Tutti i calciatori amavano Carlo, ma inconsciamente rifiutavano i cambiamenti tattici che lui voleva imporre. Ci fu una resistenza inconscia, che qualche risultato negativo fece più forte”.
ADDII - “Via Koulibaly, Insigne, Mertens e Fabian? Era un rischio da correre. Il coronavirus aveva messo in ginocchio le finanze, volevamo riportare il club in un circuito virtuoso. Per farlo dovevamo arretrare con i salari. Alla fine il divorzio è stato una scelta obbligata”.
DA INSIGNE A KVARA - “Khvicha prende 1,2 netti e 1,7 lordi. Lorenzo 4,5 netti e 9 lordi. Faccia lei la sottrazione”.
INSIGNE - “Il presidente stima Lorenzo. Ancora adesso si inviano messaggi. La separazione è stata la conseguenza di una strategia finanziaria di rientro. Lui avrebbe dovuto accettare uno stipendio più basso. Tutto qui”.
RONALDO - “Avrebbe accettato uno stipendio da Napoli? Durante il mercato facciamo finta di chiacchierare con tutti, e a volte facciamo per davvero. Ma noi volevamo investire su una squadra giovane”.
NAVAS - “Navas è un’altra storia. Abbiamo ottimi rapporti con i dirigenti del PSG. Loro erano interessati a Fabian, che noi dovevamo vendere. Noi potevamo portare a Napoli un portiere di livello da affiancare a Meret. Alla fine l’operazione si è chiusa a metà. Perché? Non hanno trovato l’accordo sul salario con il calciatore. Sapevano che noi avevamo un tetto vincolante. Non si sfora per nessuno. I calciatori nello spogliatoio si parlano. Se fai distinzioni, si viene a sapere. E non va bene. Quanto guadagna Navas? Tantissimi soldi, quindici di lordo. Riprovarci a gennaio? No, diamo fiducia a Meret. Siamo contenti che sia rimasto. Contro il Liverpool ha fatto una grande partita”.
MERET - “L’aver sopportato le pressioni estive gli ha fatto bene. Sta prendendo confidenza a giocare da dietro, presto curerà anche la gittata. Con gli attaccanti che abbiamo sarà utilissimo che impari”.
ZERBIN - “Lo abbiamo scovato qualche anno fa nel Gozzano, faceva l’Interregionale. Con Zanoli, Gaetano e Marfella rappresenta il nostro vivaio manifatturiero”.
MERCATO GENNAIO - “A gennaio si fa la riparazione, noi non abbiamo niente da riparare”.
CON ADL - “Con Aurelio ho un rapporto di franchezza. Mi ha accettato come un figlio, sento la sua stima, le nostre famiglie sono vicine. Siamo un gruppo anche fuori dal lavoro. Poi è chiaro che vinci una partita e ti senti up, la perdi e vai in down. Fa parte di qualunque rapporto vero. Però anche nei momenti peggiori non mi sono mai mancati la sua stima e il suo rispetto”.
OSIMHEN - “Non ci sarà domani, ma non dovrebbe essere uno strappo. Troppo generoso? Deve imparare a dominarsi. Ma ha visto come ha demolito il Liverpool in mezz’ora?”.
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