VERO DJURICIC - “Con Giampaolo la prima volta non avevo il rapporto che volevo e così nessuno degli altri club interessati credeva che sarei venuto alla Samp. Ma col mister ci siamo parlati, la prima volta non è andata come volevo ma ho tanta voglia di dimostrare. E poi conosco la città, lo stadio, tante persone in società. E Genova mi piace tanto”.
GIAMPAOLO - “È vero, diede un’opinione positiva a De Zerbi. Siamo adulti, abbiamo parlato normalmente, sono cresciuto, non sono lo stesso di 5 anni fa e qui non ci sono le stesse situazioni, quando c’erano Muriel, Schick, Zapata, Bruno Fernandes e tanti altri e per me, alla prima volta in Italia, non era facile trovare spazi. Sono un ragazzo tranquillo, non penso a cosa è stato prima. E il calcio di Giampaolo mi piace e mi piaceva anche allora”.
RUOLO - “Vedremo, con il 4-1-4-1 ho già giocato da ala sinistra a Sassuolo, non ho problemi, l’importante è che so giocare a calcio. Con la Serbia ho fatto anche l’esterno destro nel 3-4-1-2. Il mister mi chiede di creare superiorità numerica dove non si trova, di inventare quando è tutto chiuso e questo mi piace”.
CONDIZIONI - “Per carattere dico sì anche se non posso neanche camminare (ride). Comunque ho finito tardi con la nazionale, il 20 giugno e da solo ho lavorato bene. C’è un po di stanchezza ma è normale nel percorso per arrivare al top della forma”.
CAPUTO - “Un’altra ragione in più per venire. Ho un ottimo feeling con lui, divertente. Iniziamo già a cercarci in campo per riprodurre i piccoli “giochini” che facevamo al Sassuolo”.
PUNIZIONI - “Ho visto come le tira Sabiri e ho detto “Ok, non c’è bisogno che mi alleno sui piazzati, ci pensa lui”. In squadra ci siamo parlati, con la Reggina non ci siamo espressi al livello giusto ma siamo forti, Villar aggiunge qualità, possiamo fare molto bene”.
QUAGLIARELLA - “Per farlo devi essere mentalmente forte. Al giorno d’oggi ci si allena sempre meglio, penso a Vlahovic, in futuro si andrà anche oltre i 40. Il lavoro ti ripaga ma ho imparato che non bisogna strafare. A Fabio ho detto: “Con gli attaccanti di oggi in A, giochi fino a 45 anni”. E lui, ridendo: “Già, ma il problema è chi mi passa la palla…”. Proveremo a servirlo al meglio. È un onore giocare con lui. Porterò presto mio figlio qui a fare una foto con lui e Ciccio”.
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