PRESTITI - “Quando esci dal settore giovanile, devi fare i tuoi i step di crescita. Io penso di averli fatti e di essere arrivato all’Inter, per restare, al momento giusto. Se sono diventato il giocatore che sono, devo ringraziare tutti i tecnici che ho avuto. Ma uno su tutti… Juric mi ha formato al 100%, in tutto per tutto. Mi ha completato, nel fisico, nel ruolo. E soprattutto nella testa, parlo del modo di approcciare le partite e di restare sempre concentrato”.
PERISIC - “Ivan l’anno scorso ha fatto una stagione straordinaria: era “ingiocabile”... L’avevo conosciuto quando era appena arrivato poi, quando l’ho rivisto dopo anni, era un altro, a un livello unico»”.
SQUADRA CHE SI AMA - “Beh, a pesare sono altre cose. Il fatto di scendere in campo con lo stemma dell’Inter sul cuore è, semplicemente, la cosa più bella del mondo. Né più né meno. Io posso raccontarvi solo del mio tifo che nasce in famiglia: neanche ricordo la prima a San Siro, avrò avuto tre anni. Da lì ho iniziato a seguire l’Inter ed è diventata, in senso buono, una droga. La mia passione. Giocavo il sabato o la domenica mattina, poi dritto allo stadio. L’ultimo anno in cui ho frequentato tanto era il ‘10: col Barça in semifinale ero al primo verde, mai visto il Meazza vibrare così”.
COMPAGNI - "Con tutti, siamo veramente un bel gruppo. Se dovessi fare dei nomi, direi Barella, Bastoni, Skriniar, Cordaz, Handa, Darmian, Acerbi, Brozo, Dzeko, Micki... E Lukaku che batto sempre alla play. Vero Romelu a gennaio? Spero e penso di sì. Chi ha avuto così tanta voglia di tornare, ha molto da dimostrare ai compagni e alla gente. Però pure Dzeko, Lauti e Correa stanno facendo bene”.
SKRINIAR - “Parlo di tutto con lui, tranne che di questo. Sono scelte sue. Deve stare tranquillo perché è fortissimo. Ha dimostrato sul campo quanto sia decisivo per noi”.
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