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Da rimanere senza parole: il record di Torreira, sempre in campo e… mai insufficiente!

Guglielmo Cannavale

Lucas Torreira, semplicemente spaziale. Chi gioca al fantacalcio con i voti de La Gazzetta dello Sport può godersi un centrocampista da impazzire: perché non si vince solo con i gol, spesso la continuità diventa un fattore importante. Il...

Lucas Torreira, semplicemente spaziale. Chi gioca al fantacalcio con i voti de La Gazzetta dello Sport può godersi un centrocampista da impazzire: perché non si vince solo con i gol, spesso la continuità diventa un fattore importante. Il centrocampista della Sampdoria è sceso in campo in 16 gare su 16, già un'ottima notizia.

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In più, con La Gazzetta non è mai stato insufficiente neanche in un match. Ecco tutti i suoi voti in serie da inizio stagione senza bonus e malus, ovvero dalla prima giornata: 6,5 + 7 + 6,5 + 7 + 7,5 + 6 + 6 + 6,5 + 6,5 + 7,5 + 6,5 + 7,5 + 6 + 6,5 + 6,5. Facile immaginare una media maestosa per Torreira.

Il suo scopritore, l'osservatore Roberto Druda, ce lo ha raccontato così: "Torreira è un computer. Il mio pensiero dal primo giorno che l'ho visto giocare e scoperto è che Lucas sia fortissimo anche come seconda punta, fidatevi. In Uruguay e in Primavera al Pescara faceva delle azioni offensive meravigliose. Di certo, Torreira da regista è eccellente; ma stiamo perdendo dei gol e degli assist incredibili, credetemi. Tanto che Giorgio (Repetto, ndr) lo paragonava a Tévez. Non avete ancora visto niente in fase offensiva, ve lo ripeto. Deve giocare un po' più avanti. Torreira sa far gol su punizione, sa saltare l'avversario con facilità quando entra in area di rigore: lo vedo pronto per la testa che ha, oltre alle doti tecniche e alle sue potenzialità".

Se a Lucas chiedete il suo sogno, risponde così: "Non ci crede nessuno quando lo dico. Volete sapere qual è il mio vero sogno? Mio padre fa il radiocronista, vorrei tanto arrivare a giocare in nazionale mentre lui fa la radiocronaca della partita. Non saprei davvero dire chi di noi due, quel giorno, sarebbe più emozionato".


Ma perché l'Uruguay non lo convoca? "A 17 anni sono partito per l’Italia e nel massimo campionato uruguaiano non ho presenze. Lì non mi conoscono, quasi nessuno". Un soprannome? Lo suggerisce proprio Druda, amico di sempre: "Chiamatelo computer, in mezzo al campo è così. Preciso, maniacale, perfetto".