ASPETTATIVE - "A Roma non è come a Milano, qui la piazza vuole arrivare sempre più in alto. Quando non riesci a confermarti, diventa tutto più complicato. Bellissimo vivere questa città, soprattutto quando si gioca all'Olimpico, abbiamo avuto la fortuna di vincere parecchi derby, però le annate non sono tutte uguali. Speriamo che questa squadra riesca a compattarsi e far sognare nuovamente i tifosi".
TRADIMENTO - "No, assolutamente no. Questo gruppo qui è impossibile, impensabile. Una cosa che non appartiene al DNA di questi ragazzi. Vi assicuro che non è così, sono professionisti esemplari, alcune volte non riescono a dare il 100% o a uscire da situazioni particolari, la parola tradimento è certamente troppo forte. Non ho mai avuto la sensazione del genere, e ci sono stato due anni a contatto".
DIMISSIONI SARRI - "Sarri l'ha fatto per far in modo che venissero gare di questo tipo. Si è accorto che non incideva più, per farli reagire c'erano tre strade: le dimissioni, l'esonero, il prolungamento del contratto, non c'erano altre vie. Non è una cosa solita soprattutto per la condizione del mister. Non si è dimesso perché aveva paura, ma per tentare questa ultima strappata, reazione. È stato anche il direttore che ha sofferto questa condizione qui, non vi nascondo che quando sono arrivate le dimissioni s'è emozionato, è stato il primo a rimanerne male. Dispiace, si troveranno altre strade".
DISPONIBILITÀ - "Sono quattro giorni che non dormo. Il mio futuro era talmente evidente, s'è allargata una macchia di discussioni che non stanno né in cielo né in terra. Ho dato disponibilità perché il gruppo e la squadra avevano bisogno e non avevano il tempo per trovare un nuovo allenatore. Ora l'hanno trovato, era programmato che io me ne andassi. Domani cosa faccio? Vado a Ischia".
SPOGLIATOIO - "I ragazzi hanno perso l'allenatore, il loro punto di riferimento, sono stati quattro giorni delicati, non sapevo dove mettere le mani. Ho dato disponibilità alla società e ho iniziato a pedalare forte. Loro professionisti e l'hanno dimostrato sta sera. Sono attaccati alla maglia, i primi minuti c'era molta paura. Alla fine l'abbiamo portata a casa".
REAZIONE - "Il gruppo ha reagito alle avversità che si sono creati da soli. Oggi la partita non è stata bella, più aperta alla fine, ha espresso poco sul gioco. C'era paura che di solito non ci dovrebbe essere. Per i fatti accaduti però era inevitabile. Io ho cercato di fare leva su altro, ma in campo poi ci vanno loro. Ora si godono la vittoria e speriamo che la Lazio possa tornare a fare la Lazio. E forza Lazio".
INFORTUNI - "Quello che ha spostato è stato l'inizio del campionato non straordinario. Poi è stato tutto una rincorsa, c'è stata la Champions che ti fa consumare tante energie mentali che sono difficili da recuperare per il campionato. Ci sono tanti infortuni come quello di Zaccagni per tanto tempo. È stato tutto più difficile. Guardando i risultati si vede il bicchiere vuoto, ma la squadra deve essere brava a portare in alto i colori della Lazio".
TUDOR - "Il mio intento era di accompagnare la squadra a oggi, mica quello di prendere in mano la Lazio. Io ho dato disponibilità a una squadra in difficolta. Sono stati quattro giorni d'inferno. Grazie al direttore Fabiani che mi è stato vicino, mi ha supportato e mi ha convinto. Mi sembra strano che questo non sia stato capito dalla gente in generale. Io ho preso la Lazio perché sapevo che il presidente avrebbe trovato un nuovo allenatore. Non c'era nessun tipo di retropensiero. Io domani vado a Ischia e inizio la mia vita da turista al momento".
TRADITORE - "Sul discorso del traditore bisogna fare attenzione a quello che si dice perché questa è una piazza particolare. Non c'è nessun tradimento, la squadra è composta da ragazzi per bene. Perdono e vincono le partite ma andare nella direzione additando qualcuno come traditore è brutto. Io sono nel calcio da tanti anni e avvertire un senso così sconfortante nell'apostrofare i giocatori come traditori è stato brutto. Ho la certezza che non è così perché sono tre anni che li guardo negli occhi. Tatticamente non abbiamo cambiato nulla, non c'è stata la necessità, questa squadra è figlia di Sarri io sono un suo collaboratore non avrei potuto modificare nulla. La squadra è andata in campo dopo tre giorni terribili e ha fatto la prestazione. Se fanno tesoro di quello che hanno tirato fuori negli ultimi dieci minuti di gara la Lazio arriverà lontano, a prescindere da chi l'allena".
ANCORA SARRI - "Sarri essendo una persona molto intelligente ha realizzato che non riusciva più a incidere sul gruppo. Ha preferito fare un passo indietro per portarli a una reazione, l'allenatore ha preso questa decisione per amore della Lazio. Il ds Fabiani c'è stato davvero male, una persona di 62 anni che piange, vuol dire che ha cercato in tutti i modi di cambiare la decisione. Ora andare a trovare la causa è inutile, tutto è venuto meno".
FUTURO - "In questa settimana tutto ho fatto tranne che andare dietro a tutto quello che si è detto. Da martedì non chiudo occhio, per me è stata una cosa molto forte. Io dovevo gestire da solo, insieme al direttore, una situazione molto borderline. La società aveva questa intenzione, ma io ho solo una faccia e un'etica. La mia disponibilità era fino a quando la Lazio avrebbe preso il nuovo allenatore. Sapevo che era fino a oggi, o fino a domenica, l'ho sempre saputo. Rimanere? No, io sto con Sarri, sono dieci anni che sto con Maurizio non l'avrei mai fatto. Ho dovuto combattere anche contro qualcuno che ha spinto per creare ancora più confusione, già ce n'è abbastanza nella Lazio".
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