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Fonseca: “Theo? Rispondo così! Il capitano, Camarda, Jimenez e domani qualcuno da Milan Futuro”

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Paulo Fonseca, tecnico del Milan, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Genoa. Tanti temi affrontati dall'allenatore, ecco le sue parole.
Marco Astori

Paulo Fonseca, tecnico del Milan, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Genoa. Tanti temi affrontati dall'allenatore, ecco le sue parole.

SETTIMANA - "Per me sarebbe stato facile parlare solo della vittoria con la Stella Rossa, ma domani il Milan fa 125 anni e noi dobbiamo essere all'altezza di questa storia. E per me, dopo mercoledì, non era così. Con l'atteggiamento di mercoledì non potevamo essere all'altezza di un club che ha fatto la storia del calcio. Ho parlato alla squadra, ho parlato con i giocatori con cui volevo parlare e siamo pronti per domani".


THEO - "In questo momento non ho niente da aggiungere. Non parlo qui di nomi e con chi ho parlato: ho fatto vedere ai giocatori quello che penso. Per me andiamo avanti. Domani giocherà la squadra che io penso migliore per poter vincere la partita: dovete aspettare domani perché oggi non dico niente".

GIOVANI - "Se giocherà qualcuno domani? Il progetto Milan Futuro è importante per avere ogni volta più giocatori del settore giovanile in prima squadra. Lavoriamo dal primo giorno con loro e posso dire che domani vedremo qualcuno in campo". In campo dovrebbe andare Jimenez a sinistra al posto di Theo.

CAMARDA - "E' importante dire una cosa: noi dobbiamo lasciare Camarda crescere con equilibrio: le aspettative e le pressioni che si creano non sono buone. Non dobbiamo creare pressioni su di lui, è un giovane equilibrato, lasciamolo così: io sono attento al suo lavoro, devo pensare sempre bene al suo utilizzo. I giovani devono giocare nel momento giusto, non dobbiamo creare questa pressione ad un giovane con qualità come lui, deve continuare a crescere: non deve avere questo peso o l'obbligo di essere decisivo. Lasciamogli fare il tragitto che deve fare".

JIMENEZ - "Sta bene, può giocare terzino ed esterno su entrambe le fasce, ha questa buona polivalenza".

GESTIONE - "Trattamento fatto a Leao con altri? Ogni giocatore ha la sua particolarità e modi diversi: non è perché Leao sta facendo bene che dobbiamo fare lo stesso con gli altri".

CAPITANO DOMANI - "E' una forma intelligente per capire se Theo giocherà domani (ride, ndr). Io ho la mia opinione. Quando sono arrivato qui, il Milan aveva tre capitani: Calabria, Theo e Leao. Immagina se io cambio il capitano: voi mi ammazzate perché l'ho cambiato. Io ho deciso di avere fiducia nel capitano che abbiamo: se sono d'accordo è un'altra cosa. Ma io ho rispettato le gerarchie e continuerò a farlo fino al momento in cui deciderò o no di cambiare. Leao capitano? E' una possibilità".

CLIMA - "Dopo la partita siamo arrivati negli spogliatoi e tutti avevano lo stesso feeling: per me è stato il primo step per capire quello che era successo. La squadra ha lavorato bene dopo che abbiamo parlato, l'atmosfera è buona come sempre: siamo una famiglia, dobbiamo risolvere i problemi in spogliatoio ed è quello che abbiamo fatto".

DIRIGENZA - "Abbiamo parlato come sempre, ho sentito l'appoggio della società. I dirigenti non hanno parlato con la squadra, non avevano la necessità. Io mercoledì ho parlato con la squadra e poi con la società come faccio normalmente: è la normalità".

COME STA - "Io bene, sempre bene".

PERCHÉ PUBBLICAMENTE - "Io dico sempre la verità, è difficile nascondere quello che io sento. Devo essere sempre onesto, ho detto quello che sentivo: a volte sono messaggi importanti da far passare. Ho avuto questa necessità: voi non siete dentro e non sapete tutto, ma io l'ho avuta".

DIFFICOLTÀ COI SENATORI - "Me l'aspettavo, a questo livello è normale avere queste situazioni: io sono pagato anche per cercare soluzioni e risolvere il problema. Io non ho mai chiuso gli occhi, affronto i problemi: non mi nascondo e sono pronto per risolverli. E' normale, in tutte le squadre e in tutte le famiglie ci sono problemi: noi lo siamo ed è normale averli".

SEGNALE DI DEBOLEZZA - "Non sono preoccupato da quello che pensano gli altri. Se lo fossi, sarebbe difficile lavorare perché tutti hanno un'opinione: sono io che sono qui, so com'è la squadra, conosco i giocatori e vedo tutti i giorni il lavoro. Non posso agire in funzione di quello che pensano le persone".

ERRORI IN DIFESA - "Io non ho parlato di questioni tattiche, per me il problema non è stato quello: l'unico problema che abbiamo avuto è stato di atteggiamento. Non è stato un problema fisico, loro non hanno creato praticamente nulla: la squadra difensivamente sta molto meglio".

SITUAZIONI SIMILI IN CARRIERA - "Sì le ho avute: è già successo nella mia carriera, a tutti è successo. E' normale e noi dobbiamo fare quello che crediamo per risolvere la situazione: qui magari sono situazioni diverse rispetto a quelle che ho avuto, ma le ho già avute".

DIFFICOLTÀ - "Se pensavo di incontrarle? Sì. Se pensiamo che a questo livello è tutto rose e fiori, non è vero. A questo livello noi abbiamo sempre queste situazioni, è così in quasi tutti i club: non c'è nessun grande club che non le ha".

COSA MANCA - "Abbiamo già fatto quest'esercizio, ma partiamo dall'inizio. Mi hanno portato qui per cambiare il modo di giocare, sono arrivato con quindici giocatori e tanti ragazzini, i giocatori più importanti erano in nazionale. Ci siamo allenati, fatto bene le cose, è andato tutto bene: ma senza i nazionali. Sono arrivati otto giorni prima della prima partita: non si può cambiare tutto in otto giorni. Poi è stato difficile allenarsi perché giochiamo ogni tre giorni: gli step che vogliamo dare hanno bisogno di più tempo. Ma per me abbiamo già cambiato le cose importanti e abbiamo fatto buone partite: in campionato non abbiamo avuto i risultati che volevamo, ma buone partite. Se facciamo un'analisi tattica, abbiamo fatto progressi: il problema per me è mentale, è quello che ho detto. Io sento che c'è una montagna russa: abbiamo avuto partite come Empoli e Sassuolo ed eravamo su, anche con l'Atalanta abbiamo fatto buone cose, il nostro problema è stato il secondo tempo. Ma in Champions League non abbiamo avuto l'ambizione mentale di continuare a crescere, non abbiamo avuto l'atteggiamento per crescere: e la squadra è scesa. Quando la squadra pensa che ha facilità nelle partite, ha questa presunzione: è questo il problema. Io sono tornato indietro, a quando non ero qui: le ultime dieci partite dell'anno scorso ho visto di cosa si parlava, di questo. Non è cambiato questo: non è solo questa stagione".

SCUDETTO - "Sono onesto, io penso che ora è più difficile: ma dentro di me io continuo a crederci. Che posso dirvi di più? Non è facile ma continuo a crederci. Io adesso penso solo alla partita di domani, non posso pensare ad altro: in Champions siamo in un'ottima condizione ma vogliamo fare lo stesso in campionato".

PRESTAZIONE - "Se basta l'atteggiamento di due giocatori a peggiorare tutta la squadra? Anche di uno".

ATTEGGIAMENTO - "Fino a Cagliari abbiamo avuto il problema di difendere i cross: dopo quella partita non l'abbiamo più avuto. Siamo migliorati tanto: a Bergamo non abbiamo avuto problemi in questo senso, abbiamo preso un gol in cui un giocatore si è appoggiato a Theo, che è fallo in qualche parte del mondo, e poi abbiamo subito su un corner. Con la Stella Rossa abbiamo difeso bene in area, Musah ha perso la palla e hanno calciato da fuori. I nostri difensori sono migliorati tanto".

QUANDO VEDREMO IL SUO MILAN - "Io ho già visto un Milan che mi piace in diverse partite: abbiamo bisogno di essere costanti. Non sono un mago, non posso dire quando lo vedremo continuo. Io voglio avere una squadra più costante".